Gabriele Foschiatti

militare, partigiano e antifascista italiano

«Quis contra nos, sta scritto sul monumento. Pochi anni dopo, alcuni dei legionari fiumani dovevano affrontarsi, anche armi in pugno, da opposte barricate, nello scontro tra fascisti e antifascisti; vent'anni dopo alcuni sarebbero divenuti eroi della Resistenza, come Ercole Miani che i nazisti torturarono senza riuscire a cavargli una parola di bocca e Foschiatti, morto in un Lager[1]»

Gabriele Foschiatti (Trieste, 28 giugno 1889Dachau, 20 novembre 1944) è stato un militare, partigiano e antifascista italiano. Fu un irredentista mazziniano che legò il suo nome alle vicende storiche riguardanti l'impresa di Fiume, guidata da Gabriele D'Annunzio, e l'antifascismo giuliano durante la seconda guerra mondiale.

Biografia e pensiero modifica

 
cartello stradale a Trieste

Allo scoppio della I guerra mondiale, nel 1914, si arruolò volontario nella Legione Garibaldina, combattendo nell'Argonne. Irredentista e dannunziano, partecipò come volontario alla prima guerra mondiale, arrivando al grado di tenente degli Arditi, e all'Impresa di Fiume. Dopo la ricongiunzione della Venezia Giulia all'Italia, sostenne la necessità di concedere un'ampia autonomia alla regione, in considerazione delle proprie specificità storiche e culturali. Tale autonomia si sarebbe dovuta però inquadrare nel seno di un'Italia socialista e repubblicana, non fascista. Il fascismo era infatti, secondo l'irredentista triestino, la negazione di quei valori di libertà e di giustizia sociale propugnati da Mazzini e da altri grandi pensatori del risorgimento italiano.

Durante la II guerra mondiale Foschiatti fu uno dei massimi dirigenti del Partito d'Azione a Trieste. Il 25 luglio 1943, fondò, con altri patrioti italiani, un'organizzazione antifascista, il Fronte Democratico Nazionale. Arrestato dalla polizia tedesca nel dicembre 1943, fu deportato a Dachau, dove morì nell'autunno dell'anno successivo.

Onorificenze modifica

Capitano di complemento di fanteria, partigiano combattente

«Volontario entusiasta e valoroso combattente della campagna per l'indipendenza e l'unità d’Italia del 1915-18, ritrovava, subito dopo l'armistizio, fede e slancio giovanili per farsi propugnatore in Trieste della lotta contro l'invasore tedesco sostenendo fieramente, nel tempo stesso, l'italianità della città italianissima. Autorevole esponente del Comitato di liberazione cittadino dava prova di possedere, in situazione difficile e pericolosa, elette doti di animatore e di organizzatore, rendendo alla causa della resistenza altamente apprezzati servizi. Tratto in arresto dai tedeschi, sottoposto ad interrogatori estenuanti ed a torture atroci, dimostrava forza d'animo esemplare nulla rivelando. Dopo quasi un anno di dure sofferenze veniva soppresso nei campi di concentramento tedeschi, martire della Patria e della Libertà.»
— Trieste - Dachau (Germania), settembre 1943-20 novembre 1944.[2].

Note modifica

  1. ^ Da Comune di Ronchi
  2. ^ Quirinale - scheda - visto 22 gennaio 2009

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