Gaio Ateio Capitone (tribuno 55 a.C.)

tribuno della plebe romano

Gaio Ateio Capitone (in latino Gaius Ateius Capito; ... – ...; fl. I secolo a.C.) è stato un politico romano al tempo del primo triumvirato.

Ateio
Tribuno della plebe della Repubblica romana
Tribunato della plebe55 a.C.

Biografia

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Fu tribuno della plebe nel 55 a.C. e con il suo collega, Aquillio Gallo, si oppose strenuamente a Pompeo e Crasso, che erano consoli quell'anno. Capitone in particolare si oppose a un disegno di legge, presentato dal tribuno Gaio Trebonio, relativo la distribuzione delle province, ma invano. Capitone e Gallo in seguito cercarono di bloccare una nuova leva di soldati e di rendere impossibili le campagne che i consoli volevano intraprendere. Crasso, tuttavia, continuò a fare preparativi per una spedizione contro i Parti, al che Capitone annunciò orribili prodigi che furono ignorati da Crasso

Appio il censore in seguito punì Capitone con una nota censoria, poiché era accusato di aver costruito ad arte i prodigi con cui aveva tentato di dissuadere Crasso dalla sua impresa.

Secondo Cassio Dione,[1] Capitone, in qualità di tribuno, cercò di contrastare anche i provvedimenti adottati dai consoli a favore di Cesare. Qualche tempo dopo, però, Cicerone, che parla di Capitone come di un amico,[2] dice che questi avrebbe favorito il partito di Cesare, anche se dall'intero tono della lettera di Cicerone questo atteggiamento è appena accennato; in ogni caso Capitone non fece alcuna dichiarazione pubblica a favore di Cesare, però Cicerone induce Planco a intervenire presso Cesare per conto di Capitone.

Non è improbabile che questo Capitone, che Tacito definisce pretoriano,[3] sia lo stesso che Appiano di Alessandria menziona come legato di Marco Antonio.[4]

  1. ^ Storia romana, xxxix,34
  2. ^ Cicerone, Epistulae ad familiares, xiii,29
  3. ^ Tacito, Annales, iii, 45
  4. ^ Appiano, De bellis civilibus, v, 33,50

Bibliografia

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