Gaio Servilio Strutto Ahala (console 478 a.C.)

console della Repubblica romana nel 478 a.C.

Gaio Servilio Strutto Ahala (in latino Gaius Servilius Structus Ahala; ... – 478 a.C.) è stato un politico e militare romano del V secolo a.C.

Gaio Servilio Strutto Ahala
Console della Repubblica romana
Nome originaleGaius Servilius Structus Ahala
Morte478 a.C.
GensServilia
Consolato478 a.C.

Biografia

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Gaio Servilio apparteneva a un ramo patrizio della gens Servilia, una delle gens dell'antica Roma.

Nel 478 a.C. divenne console insieme a Lucio Emilio Mamercino[1][2], che ricopriva la carica per la seconda volta.

Poiché quell'anno i Volsci e gli Equi progettavano di invadere il territorio romano, pensando di sfruttare l'impegno richiesto a Roma per fronteggiare Veio, il Senato inviò Gaio Servilio contro i Volsci e Lucio Emilio contro i Veienti, affidando al proconsole Servio Furio il compito di contrastare gli Equi, permettendo poi a Cesone Fabio Vibulano di portare rinforzi, con la carica di proconsole, al fratello Marco Fabio Vibulano, impegnato nella contesa privata tra Fabii e Veio[1].

Ognuno di loro era al comando di due legioni e di truppe alleate di Latini ed Ernici; ma mentre il proconsole Servio Furio sbaragliava in breve tempo gli Equi, costringendoli a rientrare nelle loro città, Gaio Servilio subiva numerose perdite nella campagna contro i Volsci, tanto che si trovò costretto ad evitare le battaglie campali e a portare avanti una guerra di posizione[1].

L'altro console Lucio Emilio, che nel frattempo aveva sconfitto i Veienti, si rifiutò poi di portare aiuto a Gaio Servilio, come chiesto dal Senato, perché questo non gli aveva concesso l'onore del trionfo per la vittoria su Veio[3].

Gaio Servilio morì prima del termine del suo mandato[4] e venne sostituito dal consul suffectus Opitero Verginio Tricosto Esquilino[5].

  1. ^ a b c Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro IX, 16.
  2. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, Libro II, 49
  3. ^ Dionigi, Antichità romane, Libro IX, 17.
  4. ^ (EN) Ahala, su perseus.tufts.edu. URL consultato l'8-aprile-2020.
  5. ^ Nella sua Storia di Roma, Tito Livio non menziona Opitero come suffectus nel 478 a.C.; gli attribuisce invece, sempre insieme a Lucio Emilio, il consolato del 473 a.C., anche se riporta che su alcuni Annales il console in carica per quell'anno risulta essere invece Vopisco Giulio Iullo. È in realtà possibile che Livio faccia confusione tra i consolati del 478 a.C. e del 473 a.C., dato che hanno in comune un mandato, il secondo ed il terzo, di Lucio Emilio Mamercino.

Bibliografia

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Fonti primarie
Fonti secondarie

Voci correlate

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