Gianni Monnet

Artista, architetto e grafico italiano

Giovanni Monnet (Torino, 12 maggio 1912Lugano, 15 dicembre 1958) è stato un artista, architetto e grafico italiano.

Attivo anche come critico e operatore culturale, contribuì a fondare il Movimento arte concreta di Milano. Architetto di formazione, ha sviluppato fin dall’inizio una pittura attenta alle esperienze astratte e concrete, per poi dedicarsi a una ricerca a tutto campo, nel segno della “sintesi delle arti” teorizzata da Le Corbusier, operando nell’ambito della grafica editoriale, della decorazione parietale e dell’arredo [1]. Nell’immediato secondo dopoguerra ha preso parte al dibattito sui rapporti fra arte e industria e si è schierato a favore delle avanguardie non figurative, in sintonia con il rinnovamento delle arti in ambito internazionale e in opposizione alle correnti realiste dominanti in Italia. Nel corso del tempo si è dedicato alla divulgazione attraverso l’attività giornalistica, la collaborazione con riviste specializzate e la promozione di mostre e iniziative culturali.

Biografia modifica

Giovanni (Gianni) Monnet[2], figlio di Eugenio, un ingegnere elettrotecnico, e di Elisa Thöni, trascorse l’infanzia nella sua città natale, a Torino, dove dopo la scuola dell’obbligo frequentò il liceo artistico e in seguito la Facoltà di Architettura del Politecnico. Trasferitosi a Roma nel 1938, si diploma presso la Scuola superiore di architettura. Collabora con gli architetti Antonio Valente e Guido Fiorini alla realizzazione di alcune scene di film, nonché con lo scenografo russo Andreij Andreev per l'opera La principessa Tarakanova. Nel 1939, rientrato a Torino, ha un incarico nell’ambito della costruzione di alcuni edifici per lo Stabilimento Breda e per allestimenti di mostre. L’attività artistica e la partecipazione alla vita culturale assumono per lui sempre più importanza, accanto alla professione di architetto, e nel 1944 tiene la sua prima mostra a Lugano, presso il Circolo ticinese di Cultura, dove si era frattanto trasferito, dopo aver sposato Antonietta Manzoni, cittadina svizzera, figlia dello psichiatra e umanista Bruno Manzoni.

Nel 1946 si stabilisce con la moglie a Milano, senza interrompere i legami con Lugano, dove per molti anni collaborerà con il Corriere del Ticino e con i programmi culturali diretti da Felice Filippini per Radio Monteceneri. Condivide lo studio di architettura con l’amico Ettore Sottsass e svolge parallelamente un’attività didattica come insegnante presso l’Istituto Tecnico per geometri. Nel 1947, in collaborazione con Avetta, Romano e gli architetti Sottsass, vince un premio con un progetto di case a schiera per il quartiere progettato da Piero Bottoni denominato QT8 (le abitazioni destinate ai reduci furono inaugurate nel 1948). Partecipa a diverse mostre sull’arte non figurativa in Italia e nel 1948 fonda insieme a Gillo Dorfles, Bruno Munari e Atanasio Soldati il Movimento arte concreta (MAC), un gruppo che catalizza esperienze artistiche eterogenee, aperto all’integrazione e agli scambi fra le diverse arti, in sintonia con le avanguardie europee[3]. Sede del gruppo è la storica Libreria Salto di via Santo Spirito, a Milano, importante luogo di incontro fra artisti e architetti decisi a superare i provincialismi dominanti. In questo ambito, e in particolare mediante l’attività editoriale del MAC, la ricerca artistica di Monnet si lega strettamente a quella di divulgatore e teorico, di promotore di mostre e iniziative culturali che permettono di portare nel contesto milanese altre esperienze di arte concreta europea e al tempo stesso di riscoprire i pionieri dell’arte moderna. Particolarmente attivo è il suo ruolo nella riscoperta di Giacomo Balla. L’opposizione al Realismo lo lega anche ai giovani astrattisti romani, come Piero Dorazio, Mino Guerrini, Achille Perilli, Ettore Colla.

Dal 1950 espone anche a Parigi e attraverso nuovi contatti approfondisce la sua attività teorica. Frequenta in particolare Alberto Magnelli e Nina Kandinsky con cui svilupperà anche in seguito un legame epistolare [4]; inizia una collaborazione incentrata sull’arte italiana per la rivista Art d'aujourd'hui (Arte di oggi), diretta da André Bloc, che porterà nel 1955 alla fusione fra il MAC e il Gruppo Espace. Nel 1953 inizia la collaborazione con lo Studio b24 di Milano. Nel 1954 lavora con gli architetti Mario Ravegnani e Antonello Vincenti per un progetto di “casa sperimentale” per la X Triennale di Milano. Nel 1956 realizza quattro grandi specchiere per la pellicceria Livio Levi di Milano, un significativo intervento di decorazione di interni, con la collaborazione dell’architetto Tito Bassanese Varisco [5]. Muore a Lugano il 15 dicembre del 1958.

Opere e pubblicazioni modifica

  • Costruzione, olio su tela, Gallarate, MAGA Museo Arte Gallarate (1946)
  • Interno, olio su tela, Milano, Intesa Sanpaolo (1947)
  • Senza titolo, olio su tela, Milano, Intesa Sanpaolo (1949)
  • Squilibrio-Stati d’animo, rhodoid su tela, Lugano, MASI
  • Progetto di case a schiera per il quartiere QT8 di Milano (1947-1949)
  • Parete animata, Milano, Galleria Annunciata (1949) e Libreria Salto (1950)
  • Con Bruno Munari grafica editoriale del “Bollettino” del Movimento Arte Concreta (1949-1954), di “Documenti d’arte d’oggi” (1954-1958), di “Sintesi delle arti” (1955-1956)
  • L’arte moderna dall’A alla Z, volumetto che riprende una serie di puntate per Radio Monteceneri, Edizione Libreria Salto (1955)
  • Specchiere e arredo per la Pellicceria Livio Levi, Milano (1956)
  • Geometria percettiva, saggio pubblicato con Tito Bassanese Varisco (1958)

Note modifica

  1. ^ "Sono architetto e non ho mai fatto alcuna differenza tra l’architettura, la pittura e la scultura": Tristan Sauvage, Pittura Italiana del dopoguerra (1945 – 1957), Milano, Schwarz Editore, 1957, pp. 331-332.
  2. ^ Per le informazioni biografiche:https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-monnet_(Dizionario-Biografico)/https://www.studiodabbeni.ch/artists/53/Gianni_MonnetEnciclopedia Tre Archiviato il 17 gennaio 2022 in Internet Archive.ccani. Dizionario Biografico degli Italiani, volume 75, 2011
  3. ^ "Esperimenti di sintesi delle arti. André Bloc e Gianni Monnet in un percorso tra esponenti dell’arte concreta", giornale pubblicato da Archive Books, Berlino-Milano, e Studio Dabbeni, Lugano, pp. 56-62.
  4. ^ Corrispondenza epistolare con Alberto Magnelli e Nina Kandinsky: Archivio Gianni Monnet, Studio Dabbeni, Lugano
  5. ^ Gianni Monnet and the Livio Levi’s Store, esposizione allo Studio Dabbeni, Lugano (21.10 – 19.12. 2020)

Bibliografia modifica

  • Tristan Sauvage, Pittura italiana del dopoguerra (1945-1957), Milano, Schwarz Editore, 1957
  • Paolo Fossati, Il movimento arte concreta (1948-1958), Torino, Martano editore,1980
  • Marco Meneguzzo, IL MAC (Movimento Arte Concreta), Ascoli Piceno, D’Auria Editrice, 1981
  • Luciano Caramel, Movimento Arte Concreta, Modena, Galleria Fonte d’Abisso Edizioni, 1987
  • Luciano Caramel, MAC Movimento Arte Concreta, Parma, Galleria d’Arte Niccoli, 1996
  • Luciano Caramel, Il Mac. Movimento arte concreta nella collezione della Banca commerciale Italiana, Milano, Banca commerciale Italiana, 1996
  • Martina Corgnati, MAC e Dintorni. Concretismo, sintesi delle arti, problemi di percezione visiva, Sondrio, Credito Valtellinese, 1997
  • “temporale” (rivista dello Studio Dabbeni, Lugano), 1998, 44-45
  • Luciano Berni Canani e Giorgio Di Genova, MAC/ESPACE Arte Concreta in Italia e Francia 1948 – 1958, Bologna, Bora Edizioni, 1999
  • Enrico Crispolti, Movimento Arte Concreta 1942 – 1952, Roma, EdiEuropa – De Luca Editori, 2003
  • Giorgio Maffei, M.A.C. Movimento arte concreta. Opera editoriale, Milano, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2004
  • Barbara Drudi, Giacomo Marcucci, Arti Visive, Pistoia, Gli Ori – Anastatica, 2011
  • Maria Antonietta Pelizzari, 1910s-1950s Painting in Italy Futurism Abstraction Concrete Art, Torino, Umberto Allemandi Editore, Sperone Westwater Gallery New York, 2015
  • Annalisa Viati Navone, a cura di, "Esperimenti di sintesi delle arti. André Bloc e Gianni Monnet in un percorso tra esponenti dell’arte concreta", giornale pubblicato da Archive Books, Berlino-Milano, e Studio Dabbeni, Lugano, in occasione dell’esposizione allo Studio Dabbeni (4.11 – 31.12.2016) e della giornata del convegno internazionale di studi Sintesi delle arti e Unità di creazione. Vite di André Bloc, promosso il 4.11.2016 dall’Archivio del Moderno di Mendrisio (Accademia di architettura – Università della Svizzera Italiana) e dal LéaV – Ecole nationale supérieur d’architecture di Versailles in collaborazione con il MASI (Museo d’arte della Svizzera Italiana di Lugano).

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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