Giuseppina Vadalà

patriota italiana

Giuseppina Vadalà (Messina, 1824Santiago del Cile, 7 ottobre 1914) è stata una patriota italiana.

Biografia modifica

«Due eroiche donzelle oprano collo esempio più che quegli colle parole. Giuseppina e Paolina Vadalà col moschetto nel pugno percorrono le vie, accese nel volto e scaldate dal più energico amore di patria. Il sesso più forte le segue. A quell'onda impetuosa i regii non possono resistere, e di corsa cercano riparo sotto i cannoni del bastione di Don-Blasco, d'onde non osarono muover passo pel resto della giornata e per la notte seguente.»

Giuseppina Vadalà[2] combatté insieme alla sorella Paolina[2] durante l'assedio di Messina la sera del 5 settembre 1848, nel corso della Rivoluzione siciliana del 1848.[3][4].

Messinese di nascita, era la figlia del patriota Pietro Vadalà e moglie di Orazio Nicosia, altro combattente che si unì alla rivolta contro i Borbone di Napoli. Giuseppina ebbe tre figli; Totò, Orazio e Bianca. Il figlio maggiore quando crebbe volle trasferirsi a Napoli e qui si prodigò per la causa dell'Unità d'Italia[5]. La figlia femmina invece andò in sposa a Giovanni Bovio, noto filosofo e politico repubblicano[5].

Il governo italiano le donò una medaglia al valor militare per la sua partecipazione ai combattimenti pro-unitari durante gli anni 1848, 1849 e 1860.

Secondo il racconto storico che descrive la tradizione della festa religiosa messinese del Cristo Lungo a Castroreale, Giuseppina si trovava in quel comune in data 1854, perché lì vi lavorava suo marito Orazio Nicosia. In quel periodo vi era una grave epidemia di colera e Giuseppina si ammalò, arrivando allo stremo delle forze. Fu allora che suo marito si pose sul balcone della loro abitazione e si inginocchiò in preghiera davanti al simulacro che recava l'immagine di Gesù crocifisso; subito dopo quell'avvenimento Giuseppina Vadalà si riprese in salute e per gli abitanti di Castroreale fu un miracolo. Il signor Nicosia donò venti onze per l'allestimento del simulacro e da quel 25 agosto nella cittadina venne consacrata la festa del SS. Crocifisso[6].

In seguito Giuseppina Vadalà si trasferì in Sud America, nello Stato del Cile. Morì il 7 ottobre del 1914 a Santiago del Cile. Le cronache lamentano un troppo esiguo interesse onorario dimostrato dal municipio di Messina in quell'occasione, il quale si limitò a ricordarne la persona in un bollettino cronologico del mese di novembre[5]. In terra sudamericana invece Giuseppina ebbe grandi onoranze funebri, celebrate dalla comunità italiana residente in Cile e con la presenza di membri politici e diplomatici dei due paesi. Le sue spoglie vennero riposte nel mausoleo cileno della società italiana[5].

Onorificenze modifica

Medaglia al valor militare
— Governo Italiano[5]

Note modifica

  1. ^ Candido Augusto Vecchi, pag. 279.
  2. ^ a b Bernard A. Cook, pag. 732.
  3. ^ In altre fonti l'intervento di Giuseppina e della sorella Paolina è attestato in data 6 settembre 1848:

    «Alla disperata resistenza di Messina concorsero parecchie altre donne, tra cui ricordiamo le sorelle Giuseppina e Paolina Vadalà, che si copersero di gloria nella giornata del 6 settembre 1848.»

  4. ^ Archivio Storico Messinese, pag. 237 e 301.
  5. ^ a b c d e Messina Iero e Oggi.it - Nel buio e nella polvere, su messinaierieoggi.it. URL consultato il 2 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2016).
  6. ^ Comune di Castroreale - Arte - La Città, su comune.castroreale.me.it (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2014).

Bibliografia modifica

  • Candido Augusto Vecchi, La Italia: storia di due anni, 1848-1849, Tipografia scolastica di Sebastiano Franco, 1856.
  • (EN) Bernard A. Cook, Women and War: A Historical Encyclopedia from Antiquity to the Present, ABC-CLIO, ISBN 978-1-85109-770-8.
  • Archivio Storico Messinese Volume I, ISBN 9781270728771.
  • Santi Correnti, Donne di Sicilia: la storia dell'isola del sole scritta al femminile, Società Editrice Internazionale, 2001, ISBN 8887432570.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica