Guerra civile in Tagikistan
La guerra civile in Tagikistan (in tagico Ҷанги шаҳрвандии Тоҷикистон?, Çangi şahrvandiji Toçikiston) iniziò nel marzo del 1992 quando i gruppi etnici delle regioni del Garm e della Regione Autonoma di Gorno-Badachshan insorsero contro il presidente del Consiglio Supremo Emomalī Rahmon, che rappresentava le città di Chujand e Leninabad, ovverosia le regioni di Suǧd e Chatlon. Dal punto di vista politico, gli scontenti erano i liberal democratici riformisti[2] e gli islamisti; entrambi i movimenti si organizzarono per formare l'Opposizione Unita tagica[3].
Guerra civile in Tagikistan | |||
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Due tagiki osservano un T-72 andato distrutto | |||
Data | 5 maggio 1992 - 27 giugno 1997 | ||
Luogo | Tagikistan | ||
Esito | Le Nazioni Unite promossero un armistizio e la firma di un trattato di pace; Rahmon vinse le elezioni presidenziali del 1999 e l'IRP ottenne il 30% dei voti alle elezioni politiche diventando di fatto il secondo partito della Nazione. | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
Effettivi | |||
Perdite | |||
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50.000 - 100.000 morti | |||
Voci di guerre presenti su Wikipedia | |||
Il presidente Rahmon, il leader dell'opposizione unita Sayid Abdulloh Nuri e il rappresentante speciale del segretario delle Nazioni Unite Gerd Merrem posero fine alla guerra civile firmando, il 27 giugno 1997, il "trattato sul mantenimento della pace e dell'accordo in Tagikistan" e il "protocollo di Mosca"[4].
Note
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