Halley è un film del 2012 diretto da Sebastián Hofmann.

Halley
Una scena del film
Paese di produzioneMessico
Anno2012
Durata80 min
Rapporto2,35:1
RegiaSebastián Hofmann
SceneggiaturaSebastián Hofmann, Julio Chavezmontes
ProduttoreJulio Chavezmontes, Jaime Romandia
Casa di produzioneMantarraya Producciones
FotografiaMatías Penachino
MontaggioSebastián Hofmann
MusicheGustavo Mauricio Hernández Dávila
Interpreti e personaggi
  • Alberto Trujillo: Alberto
  • Lourdes Trueba: Luly
  • Hugo Albores: morgue worker

Trama modifica

Alberto lavora come guardia notturna in una palestra di Città del Messico aperta 24 ore su 24. Il suo corpo è clinicamente morto e sta iniziando a decomporsi, ma è ancora cosciente ed è in grado di muoversi e parlare; gli diventa però sempre più difficile celare agli altri la sua vera condizione, cosa che fa profumandosi e truccandosi, e in particolare a Luly, la proprietaria della palestra. Per questo motivo decide di licenziarsi.

Mentre cammina per strada, si accascia improvvisamente; siccome non dà segni di vita, il suo corpo viene chiuso in un sacco e portato all'obitorio, dove si risveglia improvvisamente. L'addetto dell'obitorio non sembra sorpreso per niente e lo invita a restare con lui per fargli compagnia durante il lavoro, anche perché lo ammonisce sul rischio che il suo corpo subisca gravi danni e mutilazioni senza tuttavia che la sua anima se ne distacchi. Alberto però declina l'offerta del medico e accetta di uscire con Luly per sancire la fine del suo rapporto di lavoro. La donna gli fa capire che nutre un certo interesse per lui, ma Alberto finge di non avvedersene; prova a mangiare una fetta di torta che gli ha offerto Luly, ma deve solo fingere di averla ingerita.

Tornato a casa, Alberto si masturba ma l'azione finisce per danneggiare il suo apparato urogenitale. Si trasferisce allora tra i ghiacci polari, fuori del consesso civile, dove le basse temperature possono preservarlo da un'ulteriore decomposizione.

Produzione modifica

A riguardo del titolo del film, il regista Sebastián Hofmann ha dichiarato in un'intervista a Vice Mexico che, quando aveva iniziato a pensare alla storia per il film, si ricordò di quando, da bambino, sua nonna gli chiese di disegnare la cometa di Halley; ciò avvenne nel 1986, all'ultimo passaggio della cometa presso la Terra. Mentre era nello Yucatán a scrivere la sceneggiatura, lesse su un quotidiano di uno sciame meteorico causato dalla polvere cosmica della coda della cometa. Pensò che non potesse essere una semplice coincidenza e chiamò il progetto come la cometa. Per il regista, la cometa di Halley è anche "un simbolo d'immortalità", poiché è conosciuta dagli albori dell'astronomia e impiega circa 75 anni per orbitare attorno al sole.[1] Hofmann sostiene che "è l'eterna testimone della nostra storia, con i suoi cicli di crescita e declino. Lo spazio tra ognuna delle sue visite è la durata di una vita umana."[2]

Distribuzione modifica

Il film fu presentato al Festival Internazionale del Cinema di Morelia a novembre 2012[3] e successivamente al Sundance Film Festival nel 2013. Fu proiettato anche all'International Film Festival Rotterdam il 25 gennaio 2013.

In Italia è stato reso disponibile sulla piattaforma MUBI, in lingua originale con sottotitoli.[4]

Accoglienza critica modifica

Grazie al modo particolare in cui tratta argomenti come la mortalità, la malattia e la solitudine, alla fotografia e all'interpretazione del protagonista,[5] Halley ha ottenute recensioni positive in diversi media. Marc Saint-Cyr ha lodato il film su Senses of Cinema per aver trasportato il genere degli zombie in un territorio originale, con uno "studio del personaggio meditato e composto con esperienza". Ha concluso che "mentre tanti altri cineasti pretendono di volersi piegare o di voler rompere le esagerate convenzioni del genere, Hofmann coraggiosamente se le lascia tutte alle spalle, ed emerge con l'esame del corpo, la mortalità e l'alienazione mostrati mestamente. Preciso e puro, è un risultato artistico virtualmente impeccabile".[6] Mark Adams ha definito il film su Screen Daily "un dramma surrealistico stiloso in modo disturbante", con una "storia stranamente coinvolgente, interpretazioni notevoli e uno strano senso del grottesco".[7]

Riconoscimenti modifica

Note modifica

  1. ^ (ES) Halley, una metáfora de la soledad y la muerte, su Vice.
  2. ^ Halley, su Halleyfilm.com. URL consultato il 3 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2018).
  3. ^ (EN) Morelia Film Fest Announces Official Lineup for its 10th Edition, su Cinema Tropical, 14 settembre 2012. URL consultato il 16 marzo 2023.
  4. ^ Halley, su MUBI. URL consultato il 16 marzo 2023.
  5. ^ (EN) Halley, su Cinepremiere.com.mx, 15 maggio 2013.
  6. ^ (EN) Marc Saint-Cyr, International Film Festival Rotterdam 2013 Review, su Senses of Cinema, marzo 2013. URL consultato il 16 marzo 2023.
  7. ^ (EN) Mark Adams, Halley, su screendaily.com, 19 gennaio 2013. URL consultato il 16 marzo 2023.
  8. ^ (EN) Quality American, Independent and World Cinema, su Visit Films. URL consultato il 4 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2019).
  9. ^ (EN) EEFF Jury and Audience Awards, su East End Film Festival, 11 luglio 2013.
  10. ^ (EN) CineVision Award, su Filmfest München. URL consultato il 9 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2014).
  11. ^ (EN) Awards 2013, su iffr.com, 21 giugno 2016.
  12. ^ Archivos › 2013, su Sitgesfilmfestival.com. URL consultato il 18 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2021).

Collegamenti esterni modifica

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