Chanukkah

festività ebraica
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Chanukkah, Hannukkah, Chanukkà[1], o Channukah, (in ebraico חנוכה o חֲנֻכָּה, ḥănukkāh) è una festività ebraica, conosciuta anche con il nome di Festa delle luci o Festa dei lumi.

Chanukkà
Festeggiamenti di Chanukkah al kibbutz di Gan Shmuel, distretto di Haifa (1952)
Nome originaleחנוכה
Tiporeligiosa
Periodo25 di kislev-2 o 3 di tevet
ReligioneEbraismo
Oggetto della ricorrenzaFesta dell'Inaugurazione
Oggetti liturgiciHanukkiah

In ebraico la parola chanukkah significa «inaugurazione» o «dedica»: infatti la festa ricorda il miracolo della durata dell'olio della Menorah dopo la riconquista del Tempio di Gerusalemme e la riconsacrazione dell'altare nel Tempio di Gerusalemme avvenute nel 164 a.C., nelle prime fasi della rivolta dei Maccabei contro l'Impero seleucide.

I seleucidi avevano infatti tentato di distogliere gli ebrei dalla Torah e in particolare da alcuni precetti come lo Shabbat (riposo sabbatico) ed il Brit Milah (circoncisione). Gli ellenici ritenevano di poter cancellare la specificità giudaica proibendo la pratica della Legge, ma solo una minoranza di ebrei venne religiosamente "corrotta": secondo Zaccaria Zc 4.6[2] una rivolta armata guidata da un anziano sacerdote dell'antica famiglia degli Asmonei, Mattatia, permise «la vittoria dello spirito sulla forza brutale, che minacciava Israele nella sua vita religiosa e spirituale».

La festività dura 8 giorni e la prima sera, chiamata Erev Chanukkah, inizia al tramonto del 24 del mese di kislev (dicembre). Secondo il procedere del calendario ebraico, quindi, il primo giorno della festa cade il 25 di kislev. È l'unica festività religiosa ebraica che si svolge a cavallo di due mesi: inizia a kislev e finisce in tevet. In particolare, se kislev dura 29 giorni, finisce il 3 tevet, mentre, quando kislev ha 30 giorni, finisce il 2 tevet. È, assieme a Purim, la seconda delle feste stabilite per decreto rabbinico, ovvero delle feste "stabilite" dopo il dono della Torah.

Ebraismo

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La storia di Chanukkàh non è inclusa esplicitamente nel libro del Tanakh però è stretta al comandamento dell'accensione della Menorah nel Tabernacolo prima e poi nel Tempio di Gerusalemme appunto.

Etimologia

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La parola Chanukkah significa inaugurazione o consacrazione, perché il 25 di Kislev venne inaugurato il nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme, dopo la liberazione della Giudea dall'occupazione Siriana ellenica di Antioco IV Epifane. I Maccabei dovettero ripulire il Tempio dagli idoli e costruire un nuovo altare perché quello precedente era stato profanato.

Origine della data

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Seconda notte di Hannukah, Muro Occidentale a Gerusalemme

Quando fu terminato il Tabernacolo all'epoca di Mosè, Dio aveva stabilito che venisse inaugurato il primo del mese di Nissan, data della nascita di Isacco, ma poi, per le lamentele del popolo riguardo a Mosè che si fondavano su un ingiusto sospetto sulla conformità dello stesso Mishkan, venne inaugurato proprio il 25 di kislev; inoltre, col ritorno da Babilonia, le fondamenta del Tempio vennero poste il 24 Kislev ed il 25 avvenne[senza fonte] la celebrazione. Si conclude che queste date coincidono ancora con quella del miracolo dell'olio di Chanukkah.

Fonti ebraiche

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  • Talmud, Shabbat 21b
  • Meghillat Taanit cap. 9
  • Meghillat Setarim (Rabbenu Nissim)
  • Yalkut Shimoni, Melakhim 164
  • Hilkhot Chanukkah (Rambam)
  • Nell'Amidah si recita che Al tempo di Mattatià, figlio Yochanan, Sommo Sacerdote Chashmonay...

Nella Torah orale

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Il miracolo di Chanukkà è narrato nel Talmud. La festività, durante gli otto giorni, è caratterizzata dall'accensione dei lumi di un particolare candelabro a nove bracci chiamato chanukkià.

La storia, riportata nel Talmud, racconta che, dopo la riconquista del Tempio di Gerusalemme devastato in parte dagli ellenici, secondo il rituale la menorà del Tempio doveva essere illuminata permanentemente con olio di oliva puro, ma si trovò olio sufficiente solamente per una giornata. I sacerdoti asmodei prepararono una menorà di ferro e stagno ed accesero comunque i lumi: miracolosamente quel poco olio durò il tempo necessario a produrre l'olio puro, otto giorni, da questo episodio deriva l'usanza di accendere la chanukkià.

Gli ebrei accendono ogni giorno della festa un'ulteriore candela, queste vanno posizionate a partire da destra, ma accese da sinistra verso destra, quella centrale (chiamata Shammash) serve ad accendere le altre e va quindi sempre accesa. Nel Talmud sono presenti due opinioni: una indica che nel primo giorno si accendano tutte le luci della chanukkiah e ogni giorno se ne accenda una in meno rispetto al precedente; l'altra opinione, quella Halakhica, al contrario, prescrive di accendere solo la prima candela nel primo giorno e aumentare di una candela ogni giorno successivo. I seguaci di Shammai seguivano il primo parere, quelli di Hillel il secondo (Talmud, trattato dello Shabbath 21b).

Chanukkah, con lode, gioia, vittoria e salvezza, è un riflesso della festa di Sukkot e Sheminì Azeret.

Origine del sevivon: sconforto o gioia?

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La vetrina di una pasticceria con le sufganiot esposte

Il sevivon (o dreidel), una sorta di trottola, veniva utilizzato dai bambini ebrei che, quando studiavano di nascosto la Bibbia ebraica della tradizione, non appena colti dai soldati ellenici che ne avevano impedito in parte l'adempimento, improvvisamente fingevano di giocare per non essere catturati.

Questa trottola, con cui i bambini ebrei giocano ancora oggi, presenta sulle facce le lettere dell'alfabeto ebraico Nun (נ), Ghimel (ג), Hei (ה) e Pe (פ): queste sono le iniziali della frase dei Maestri ebrei "nes gadol hayà po", "un grande miracolo è avvenuto qui" (in Diaspora si sostituisce la lettera ebraica Pe con la Shin (ש), iniziale per sham, : così la frase, tradotta, diviene "un grande miracolo è avvenuto lì [in Eretz Israel]").

Da un momento non noto ai più, si iniziò a cucinare le sufganiot, anche dette Krapfen[3], cotte nell'olio: buona infatti la consuetudine di preparare cucinati con olio appunto in ricordo dell'olio di oliva della Menorah del Tempio di Gerusalemme e del suo miracolo in Chanukkah.

Fonti cristiane

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Appare nel primo e nel secondo libro dei Maccabei . I libri, sebbene non facciano parte della Canone biblico ebraico ufficiale, sono parte del complesso deuterocanonico e quindi, pur non essendo stato codificato per l'ebraismo come parte del testo sacro, lo divenne per la Chiesa cattolica e per la Chiesa ortodossa.

In questi libri si narra che, dopo aver ripulito il Tempio, portato via le pietre profanate e distrutto l'altare profanato e costruito uno nuovo secondo la legge, ripristinarono il candelabro d'oro, l'altare degli incensi, la tavola dei pani e accesero le luci del candelabro (vedi 1 Mac 4, 38-51). Poi, il 25 del nono mese, cioè il mese di Chiseu, nell'anno 165 a.C., si radunarono tutti e offrirono il sacrificio sul nuovo altare degli olocausti (1 Mac 4, 53). Infine Giuda, i suoi fratelli e tutta l'assemblea d'Israele, stabilirono che si celebrassero i giorni della dedicazione dell'altare nella loro ricorrenza, ogni anno, per otto giorni, cominciando dal venticinque del mese di Chisleu, con gioia ed esultanza (1 Mac 4, 59)

Storia tradizionale

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Intorno al 200 a.C., gli ebrei vivevano già in terra di Israele, a quel tempo sotto il controllo della dinastia seleucide stabilitasi in Siria[4]. Il popolo ebraico pagava le tasse alla "Siria" e ne accettava l'autorità legale e per lungo tempo fu libero di seguire la propria fede, di mantenere i propri lavori e di prendere parte ai commerci.

Antioco IV ascese al trono. Sotto il suo regno, alcuni ebrei vennero gradualmente forzati o sedotti a violare alcuni precetti della propria fede.

Parte del Tempio di Gerusalemme fu profanata e venne parzialmente utilizzato per un momento per il culto pagano e le cerimonie degli assiro-ellenici che Antioco fece organizzare.

La forzatura alla trasgressione dei precetti, le profanazioni e la pretesa di ellenizzare la cultura portò alla resistenza ed alla difesa di una parte della popolazione ebraica guidata da alcuni sacerdoti, gli asmonei.

In particolare Antioco vi introdusse una statua di Zeus Olimpio e un altare costruito nel Tempio di Gerusalemme. Mattatiahu, un sacerdote ed i suoi cinque figli Giovanni, Simone, Giuda, Elazar e Jonatan guidarono la ribellione contro Antioco ed i soldati a quest'ultimo subordinati. Giuda divenne noto come Giuda Maccabeo (in ebraico significa Giuda il martello)[senza fonte].

Alla vittoria del popolo ebraico, sia spirituale sia militare, seguì però la morte dei sacerdoti asmonei. Nel 165 a.C. la rivolta ebraica giunse a successo. Il Tempio di Gerusalemme venne liberato e riconsacrato.

Con gli asmonei la festa di Chanukkàh venne istituita proprio da Giuda Maccabeo e dai suoi fratelli per celebrare questo evento. Dopo la riconquista di Gerusalemme e del Tempio, Giuda ordinò che il Tempio fosse reso nuovamente puro, che le luci del Candelabro venissero riaccese e venisse ripristinata l'Arca dell'alleanza[non chiaro].

Quando la luce venne riaccesa sul Candelabro, la riconsacrazione dell'altare venne celebrata per otto giorni e venne ricostituita l'Avodah del Korban.

Alcuni storici medievali ritenevano che il motivo per gli 8 giorni di durata della festa fosse da riferirsi ad un tardivo festeggiamento dei Sukkot in quanto durante la guerra gli ebrei non sarebbero stati in condizione di celebrare Sukkot come prescritto. Anche Sukkot dura otto giorni ed è una festività nella quale l'uso delle luci ha un ruolo preminente durante l'era del Secondo Tempio. Questa opinione è stata però accantonata dopo le analisi delle tradizioni parallele dei Falashà operate a partire dal 1995 presso l'università di Gerusalemme[senza fonte]

 
Un abitante di Brooklyn mentre accende le candele come da tradizione durante Chanukkah 2008: i lumi della Chanukkah devono essere accesi da sinistra, posizionati a destra (cfr comunque Shammai ed Hillel).

Chanukkà oggi

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Prima del XX secolo questa veniva considerata una festa minore. Con la crescente popolarità del Natale come maggiore festività del mondo occidentale e l'istituzione delle accensioni pubbliche della chanukkià, Chanukkà cominciò a rappresentare sia una celebrazione della volontà di sopravvivere del popolo ebraico, sia una festività che segnasse il dominio della luce sull'oscurità, ciò che acquista un significato particolare in corrispondenza con l'inizio dell'inverno e durante il periodo dell'anno in cui le giornate sono più corte. Al giorno d'oggi, durante le sere di Chanukkà, vige l'uso, promosso dal movimento Chabad presso numerose comunità in tutto il mondo, di celebrare l'accensione delle candele in maniera pubblica. Numerose persone si ritrovano in una piazza centrale della città dove è stata installata una grande chanukkià. Il presidente della comunità o il rabbino capo, tengono un breve discorso, recitano la benedizione (beracha) delle candele e inaugurano la festa. I presenti solitamente intonano inni gioiosi ed eseguono tipici balli ebraici. Dolce tipico della festa è una sorta di bombolone chiamato sufganiyah che, essendo fritto nell'olio, vuole ricordare l'olio consacrato che tenne in vita la luce del Tempio. Oggetto ludico tipico di questa festa è una trottola, il sevivon.

Cronologia

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  • 198 a.C.: L'esercito del re seleucide Antioco III (Antioco il grande) estromette Tolomeo V dalla Giudea e dalla Samaria.
  • 180 a.C.: Antioco IV (Epifane) ascende al trono seleucide.
  • 168 a.C.: Sotto il regno di Antioco IV, il Tempio viene sconsacrato, gli ebrei vengono massacrati e l'ebraismo viene messo fuorilegge.
  • 167 a.C.: Antioco ordina la costruzione di un altare consacrato a Zeus nel Tempio. Mattatia, con i suoi cinque figli, guida la rivolta contro Antioco. Suo figlio Giuda viene conosciuto come Giuda Maccabeo (Giuda il martello)
  • 166 a.C.: Mattatia muore e Giuda ne prende il posto alla testa della rivolta. Inizia il regno ebraico Asmoneo che avrà fine nel 63 a.C.
  • 165 a.C.: La rivolta ebraica contro la monarchia seleucide ha successo. Il Tempio viene liberato e riconsacrato (Chanukkà)[senza fonte]
  1. ^ Sira Fatucci (a cura di), Glossario, su moked.it, Moked. URL consultato il 24 dicembre 2016.
  2. ^ Zc 4.6, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ In Sicilia e in particolare a Catania sono chiamate "graffe". Alcuni, in lingua italiana, li definiscono "bomboloni".
  4. ^ Saverio Di Bella, Dario Tomasello (a cura di), L'Islam in Europa tra passato e futuro, collana Incontri mediterranei, VI, Pellegrini Editore, 2003, p. 380, ISBN 9788881011599.
    «c. 201 a.C. Dominazione dei seleucidi in Palestina»

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Collegamenti esterni

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