Horkos ( greco antico: ὅρκος, "giuramento"), nella mitologia greca, è il Dio (o demone) che personifica la maledizione inflitta a colui che giura il falso.[1]

Il giuramento dei sette contro Tebe

Horkos secondo Esiodo modifica

Esiodo, nella sua Teogonia, lo identifica come il figlio di Eris (“Discordia”) e fratello di: [2]

Nelle sue Le opere e i giorni, Esiodo afferma che le Erinni (Furie) hanno assistito Eris alla nascita di Horkos:[3]

Altri autori modifica

Una delle Favole di Esopo racconta la storia di un tale aveva ricevuto un prestito da un amico e contava di non restituirglielo. A tal scopo se ne andò dalla città e in più giurò di non aver ricevuto alcun prestito, ma per questo motivo fu punito da Horkos prima di quanto si aspettasse. [4][5] La favola insegna che non ci son date fisse per la punizione degli empi.

Nelle sue Storie, Erodoto narra di Glauco, figlio di Epicide, interpellò l'oracolo di Delfi per sapere se gli conveniva violare un giuramento per un guadagno immediato, pensando che alla fine tutti devono morire, sia chi li rispetta chi no, ma l'oracolo lo mise in guardia che così la sua progenie sarebbe stata perseguitata dal figlio di Horkos, che, senza nome, senza mani e senza piedi, avrebbe comunque raggiunto e posto fine a tutta la sua discendenza.[6]

Nelle Georgiche, Virgilio parla di Horkos (nominandolo Orco) quale figlio di Gea[7], mentre pseudo-Igino, nella sua Prefazione, quale figlio di Gea ed Etere.[8]

Divinità correlate modifica

Altri usi modifica

Note modifica

  1. ^ Pierre, Mitologia, Le Garzantine, Garzanti Editore, 2001 [1990], p. 250, ISBN 88-11-50482-1.
  2. ^ Esiodo, Versi 226-234, in Teogonia. URL consultato il 16 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  3. ^ Esiodo, Versi 800-804, in Le Opere e i Giorni.
    «Dal quinto guardati, è cattivo e nefasto;
    nel quinto dicono che le Erinni abbian raccolto
    Horkos nascente, che Eris generò, castigo per gli spergiuri.'»
  4. ^ Esopo, Favole - Il depositario e il giuramento.
  5. ^ Favole di Esopo, traduzione di Laura Gibbs, Oxford University Press, 2002, p. 88, ISBN 978-0-19-284050-9.
  6. ^ Erodoto, Libro VI, 86c, in Histories (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2013).
  7. ^ Virgilio, Libro I, dal verso 276, in Georgiche.
    «Tu schiva il quinto, \ In cui la terra con nefando parto \ Creò le furie anguicrinite, e l’orco, \ E il feroce Tifeo, Iapeto e Ceo, \ E i congiurati ad espugnar del cielo \ Le mura empii fratelli»
  8. ^ Pseudo-Igino, Prefazione.