Incidente ferroviario di Calino

incidente ferroviario sulla Brescia-Iseo-Edolo

L'incidente ferroviario di Calino fu un incidente ferroviario avvenuto il 30 dicembre 1996 lungo la Brescia-Iseo-Edolo nei pressi del passaggio a livello di via Torre a Calino, frazione di Cazzago San Martino.

Incidente ferroviario di Calino
incidente ferroviario
La scena dell'incidente: a destra il Regionale 4, proveniente da Brescia, e a sinistra il Diretto 255, proveniente da Capodiponte
Tipocollisione
Data30 dicembre 1996
circa 11:35 (UTC+1)
InfrastrutturaFerrovia Brescia-Iseo-Edolo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
Provincia  Brescia
ComuneCazzago San Martino
Mezzi coinvoltiTreno regionale 4
Treno diretto 255
CausaSalto d'incrocio
Conseguenze
Morti5
Feriti43

Dinamica

modifica

Attorno alle 11:35 del 30 dicembre 1996, il treno regionale 4 Brescia-Marone, composto dalla sola automotrice ALn 668-147, si scontrò con il treno diretto 255 Breno-Brescia[1], avente in testa l'automotrice ALn 668-123, nei pressi di una curva sul tracciato a binario semplice tra le stazioni di Borgonato-Adro e di Bornato-Calino[2][3].

Secondo l'orario feriale, in vigore dal 29 settembre 1996[4], entrambi i treni si sarebbero dovuti incrociare presso la stazione di Bornato-Calino. Il Regionale 4 arrivò con forte anticipo e avrebbe dovuto attendere l'arrivo del Diretto 255 prima di poter immettersi sulla linea in direzione della stazione successiva di Borgonato-Adro[2].

In assenza di un sistema di blocco automatico[5], era responsabilità del capotreno del Regionale 4 attuare le procedure per agevolare l'ingresso del Diretto presso il piazzale binari della stazione di Bornato-Calino, tuttavia il personale viaggiante seguì le procedure previste per le fermate senza incroci[6] e il treno ripartì, provocando l'incidente[2].

A causa della velocità dell'unica automotrice di cui era composto il Regionale 4, i maggiori danni furono subiti dal Diretto 255. Le prime vittime si trovarono in quest'ultimo convoglio: il macchinista, Roberto Romele, il capotreno, Giuseppe Alberti, e un passeggero, Omar Maffeis[7]. Inizialmente, i feriti furono quarantacinque[8]. A gennaio, a seguito delle ferite riportate, venne a mancare anche Maria Lorenzano, un'altra passeggera del Diretto 255[9]. Più avanti si aggiunse un altro ferito, Antonio Voltolini[10], nonostante fosse stato dimesso a fine gennaio[11].

Processo

modifica

A seguito del processo, Lorenzo Barucchelli, capotreno del Regionale 4, patteggiò la condanna di un anno e dieci mesi di reclusione, mentre Ermanno Scaramuzza, addetto alla stazione di Bornato-Calino, fu condannato in primo grado a due anni di carcere. Furono assolti Fausto Cominelli, Dirigente Unico sulla linea all'epoca del fatto, e Angelo Bino, addetto presso la stazione di Passirano[10].

Conseguenze

modifica

Le due automotrici coinvolte dall'incidente, la 123 e la 147, furono ricoverate nella stazione di Bornato-Calino a disposizione degli inquirenti. In seguito, la Ferrovie Nord Milano Esercizio (FNME), che gestiva la ferrovia e il materiale rotabile, decise di demolirle[12].

Da tempo si erano stanziati nuovi finanziamenti per ammodernare gli apparati di sicurezza della ferrovia ed eliminare i passaggi a livello privi di barriere. L'incidente accelerò le procedure per completare i lavori nel giro di pochi anni: si posarono i nuovi impianti di segnalamento luminoso, mentre le stazioni furono dotate di banco ACEI[13].

Vittime

modifica
  • Giuseppe Alberti, 46 anni, di Iseo, capotreno del Diretto 255;
  • Roberto Romele, 30 anni, di Pisogne, macchinista del Diretto 255;
  • Maria Lorenzato, 66 anni, del Villaggio Sereno di Brescia, passeggera del Diretto 255;
  • Omar Maffeis, 18 anni, di Cedegolo, passeggero del Diretto 255;
  • Antonio Voltolini, 73 anni, di Borgosatollo[14].
  1. ^ A causa di uno smottamento, il servizio tra Capo di Ponte e Breno era coperta da un autoservizio sostitutivo. Si veda Ferrovia interrotta a Capodiponte, in Giornale di Brescia, 28 dicembre 1996, p. 16.
  2. ^ a b c A metà di quella curva, ecco l'inferno, in Giornale di Brescia, 31 dicembre 1996, p. 6.
  3. ^ Una tragica scia di lacrime lungo la valle, in Giornale di Brescia, 31 dicembre 1996, p. 7.
  4. ^ Si veda Quadro orario 409. Brescia-Bornato Calino-Iseo-Edolo, in In treno - L'orario ufficiale delle Ferrovie dello Stato - Inverno 1996-97, settembre 1996, p. 22/F. e Quadro orario 409. Brescia-Bornato Calino-Iseo-Edolo, in In treno - L'orario ufficiale delle Ferrovie dello Stato - Inverno 1996-97, settembre 1996, p. 26/F.
  5. ^ Dolore e rabbia sui binari insanguinati, in Giornale di Brescia, 31 dicembre 1996, p. 7.
  6. ^ Giuseppe Antonioli, Un inspiegabile, tragico errore, in Giornale di Brescia, 2 gennaio 1997, p. 11.
  7. ^ Giuseppe, Roberto ed Omar, uniti in un destino crudele, in Giornale di Brescia, 31 dicembre 1996, p. 6.
  8. ^ Quarantacinque feriti, emergenza in corsia, in Giornale di Brescia, 31 dicembre 1996, p. 7.
  9. ^ S., Quarta vittima, lunedì l'addio, in Giornale di Brescia, 11 gennaio 1997, p. 7.
  10. ^ a b Matteo Trebeschi, Treni a binario unico: 20 anni fa lo scontro di Calino, su Corriere della Sera, 14 luglio 2016.
  11. ^ Un mese fa, il disastro, in Giornale di Brescia, 30 gennaio 1997, p. 17.
  12. ^ Bicchierai (2004), p. 24.
  13. ^ Gian Mario Martinazzoli, Miliardi per la ferrovia in pericolo, in Giornale di Brescia, 8 gennaio 1997, p. 15. Antonio Lamanna, Ecco cosa faremo sulla BS-Edolo, in Giornale di Brescia, 19 gennaio 1997, p. 16. Si veda anche Bicchierai (2004), pp. 24-25 e p. 28.
  14. ^ Disastro ferroviario, la perizia sul macchinista 16 anni dopo, in Bresciaoggi, 13 dicembre 2012. URL consultato il 19 maggio 2024 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2019).

Bibliografia

modifica
  • Mario Bicchierai, Da Brescia a Edolo da SNFT a FNME, in I quaderni di Mondo Ferroviario Viaggi, vol. 1, ottobre 2004, pp. 3-50.