Ivan Michajlovič Charitonov

cuoco e santo russo

Ivan Michajlovič Charitonov (in russo Иван Михайлович Харитонов?; San Pietroburgo, 2 luglio 1870Ekaterinburg, 17 luglio 1918) è stato un cuoco e santo russo. Era capocuoco della corte di Nicola II di Russia. Seguì la famiglia Romanov in esilio dopo la rivoluzione russa del 1917 e venne giustiziato dai bolscevichi il 17 luglio 1918 a Ekaterinburg.

Sant'Ivan Michajlovič Charitonov portatore della Passione
 

Cuoco

 
NascitaSan Pietroburgo, 2 luglio 1870
MorteEkaterinburg, 17 luglio 1918
Venerato daChiesa ortodossa russa
Canonizzazione2000
Santuario principaleChiesa sul sangue
Ricorrenza17 luglio

Come i Romanov, Charitonov venne canonizzato dalla Chiesa ortodossa russa nel 1991 come portatore della passione per la sofferenza subita dai sovietici.[1]

Biografia modifica

Figlio di Michail Charitonovič Charitonov (1837 - 1913), Ivan rimase orfano in giovane età. Suo padre, che era stato funzionario della Corte Imperiale russa e che aveva ottenuto la nobiltà personale dallo zar per i suoi servigi, lo aveva avviato allo studio delle arti culinarie dal 1882. Charitonov perfezionò quindi la sua arte a Parigi.[2] Nel 1888 venne assegnato dapprima come apprendista e poi come vicecuoco a corte.

Dal 1891 al 1895 prestò in servizio presso la marina militare russa, periodo dopo il quale fece ritorno a corte e divenne capo cuoco della cucina imperiale.

Come altri fedeli servitori dello zar, scelse di seguirlo in esilio. La moglie di Charitonov, Evgenija Andreevna Tur, e sua figlia lo seguirono nell'esilio della famiglia imperiale a Tobol-sk, ma vennero separate da lui dai bolscevichi quando questi decisero di spostare i prigionieri a Ekaterinburg nella primavera del 1918.[3]

Il nipote di Сharitonov, il filologo russo Valentin Miсhajlovič Mul'tatuli, partecipò al funerale di tenutosi il 17 luglio 1998 nella Cattedrale di Pietro e Paolo a San Pietroburgo in memoria di suo nonno, dei Romanov, dei membri del loro entourage (Anna Demidova ed Alexej Trupp), e di altre vittime uccise ottant'anni prima.[4] Suo pronipote è lo scrittore Pëtr Valentinovič Mul'tatuli, autore di opere su Nicola II e sulla fine dei Romanov; è inoltre autore di un saggio biografico sul bisnonno.

Onorificenze modifica

Medaglia dell'incoronazione di Nicola II

Note modifica

  1. ^ King, Greg, and Wilson, Penny, The Fate of the Romanovs, John Wiley and Sons, Inc., 2003, pp. 65, 495
  2. ^ к. ф. н. Лукашевский Е. Царские слуги, su 3rm.info. URL consultato il 26 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2013).
  3. ^ King and Wilson, p. 65
  4. ^ 17 July 1998: The funeral of Tsar Nicholas II, in romanovfundforrussia.org, 1998. URL consultato il 28 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2006).

Bibliografia modifica

  • Greg King e Penny Wilson, The Fate of the Romanovs, John Wiley and Sons, 2003, ISBN 0-471-20768-3.
  • Peter Kurth, Peter Christopher e Edvard Radzinsky, Tsar: The Lost World of Nicholas and Alexandra, Little, Brown and Company, 1995, ISBN 0-316-50787-3.
  • Wegner, Armin T. (1930). Fünf Finger über dir. Deutsche Verlags-Anstalt, Stuttgart. Berlin und Leipzig.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN96920315 · ISNI (EN0000 0000 7006 4131 · LCCN (ENno2009136724 · WorldCat Identities (ENlccn-no2009136724
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