J-pop
Il j-pop, abbreviazione di japanese pop, è un termine comunemente utilizzato in Occidente per indicare la musica pop giapponese.
J-pop | |
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Origini stilistiche | Pop Teen pop Pop rock Dance Kayōkyoku |
Origini culturali | Primi anni novanta in Giappone |
Strumenti tipici | voce, chitarra, basso, campionatore, tastiere, drum machine |
Popolarità | Dalla sua nascita in tutta l'Asia orientale e più recentemente a livello globale |
Caratteristiche
modificaIl termine "j-pop" ha due tipi di letture: in Giappone i negozi di dischi solitamente dividono la musica in quattro grandi categorie: j-pop, enka, classica e internazionale; questo vuol dire che si definisce "j-pop" tutta la produzione nazionale senza alcuna distinzione di genere dai più soft ai più duri. All'estero, invece, si è soliti distinguere ogni genere musicale giapponese con il suo corrispettivo occidentale, anticipato da una "j-": nascono così il j-rock, il j-jazz, il j-ska, eccetera.
Il j-pop abbraccia molti generi di musica pop, come l'elettronica e la dance, ma anche l'hip hop, il soft rock e il soul. Il termine viene utilizzato per distinguere la musica popolare moderna dal genere classico e tradizionale, conosciuto come enka (alcune canzoni, fra le quali quelle di Miyuki Nakajima e Anzen Chitai, rappresentano una fusione tra i due generi). Nel j-pop sono evidenti le influenze e le contaminazioni della musica occidentale, europea e nordamericana.
La musica j-pop è parte vitale e integrante della cultura popolare giapponese. Le serie televisive, gli spot commerciali, gli anime (che cambiano la propria sigla di apertura e di chiusura più volte), i videogiochi e molte altre forme di intrattenimento televisivo (e non solo) sono lo strumento principale di diffusione della musica, riuscendo così a creare un mercato secondo, nel mondo, solo a quello statunitense.
Artisti di spicco
modificaTra gli artisti di maggior successo del genere spiccano Ayumi Hamasaki (soprannominata "l'imperatrice del j-pop"),[1] Namie Amuro, il gruppo femminile di idol AKB48,[2] le boy band SMAP[3] e Arashi,[4] e la cantautrice Utada Hikaru,[5] che con oltre 10 milioni di copie vendute in tutto il mondo (7 dei quali solo in patria, record assoluto di vendite in Giappone) del suo album di debutto First Love e gli oltre 52 milioni di copie complessive di tutti i suoi album[6] ha portato la sua fama anche in Europa e in Nord America.[7]
Note
modifica- ^ (EN) Empress of J-pop, TIME. URL consultato il 21 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2008).
- ^ (EN) Girl idol group about mass exposure, fans, in The Japan Times, 24 agosto 2010. URL consultato il 7 febbraio 2014.
- ^ (JA) 【オリコン】SMAP新曲が32作目首位 総売上3500万枚突破, su oricon.co.jp, Oricon, 24 febbraio 2015. URL consultato il 21 dicembre 2015.
- ^ (EN) Total number of albums and singles sold by Arashi reaches 30 million copies, su tokyohive.com, Tokyo Hive, 20 maggio 2015. URL consultato il 21 dicembre 2015.
- ^ (EN) Japanese R&B Legend Hikaru Utada officially retired this year, su intunedonline.net, Intunedonline, 28 novembre 2011. URL consultato il 3 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2014).
- ^ (EN) Japanese superstar Utada Hikaru finds her way in the U.S, su seattletimes.com, The Seattle Times, 16 gennaio 2010. URL consultato il 31 gennaio 2014.
- ^ (EN) Utada Hikaru, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 27 ottobre 2013.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul j-pop
Collegamenti esterni
modifica- (EN) J-pop, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) JaME, il più importante portale internazionale sulla musica giapponese, su jmusiceuropa.com.
- (EN, IT, FR, DE) Nippon Project, portale internazionale sulla musica giapponese, su nipponproject.com (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2010).
- Tokyo Noise, portale italiano sulla musica giapponese, su tokyonoise.net.
- J-Music Italia, portale italiano sulla musica giapponese, su jmusicitalia.com.
- Ongaku Universe, portale italiano sulla musica giapponese, su ongakuuniverse.com. URL consultato il 6 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2012).