Il leptadapi (gen. Leptadapis) è un primate estinto, appartenente agli adapidi. Visse tra l'Eocene medio e l'Oligocene inferiore (circa 40 - 32 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Europa.

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Leptadapis
Cranio di Leptadapis magnus
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineEuarchontoglires
(clade)Euarchonta
OrdinePrimates
SottordineStrepsirrhini
FamigliaAdapidae
GenereLeptadapis

Descrizione

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Questo animale doveva essere molto simile ad Adapis, un primate arcaico dell'Eocene affine alle attuali proscimmie (almeno come aspetto). Leptadapis era più grosso di Adapis e poteva raggiungere gli 8 chilogrammi di peso, anche se la maggior parte degli individui non dovevano superare i 4. Il cranio di Leptadapis era lungo circa 12 centimetri, e possedeva una sviluppatissima cresta sagittale, che serviva da punto d'inserzione per i possenti muscoli temporali. L'arcata zigomatica, similmente, era alta e robusta per contrastare le forze esercitate dalla muscolatura masticatoria. I denti, come quelli di Adapis, erano muniti di creste. I canini inferiori erano meno sviluppati di quelli di Adapis, mentre le orbite erano più grandi.

Lo scheletro postcranico robusto era paragonabile a quello dell'attuale vari (Varecia variegata), mentre quello di Adapis era più simile a quello dei lori (Dagosto, 1983). Gli omeri di Leptadapis mostrano una notevole rigidità meccanica, ad indicare arti anteriori molto potenti.

Classificazione

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Il genere Leptadapis è stato descritto per la prima volta da Gervais nel 1876, sulla base di fossili descritti un paio di anni prima da Filhol e attribuiti a una nuova specie di Adapis, A. magnus. Oltre alla specie tipo Leptadapis magnus sono note altre specie: L. leenhardti, L. filholi e L. priscus. Quest'ultima specie, più antica delle altre, è stata attribuita a un sottogenere a sé stante, Paradapis (Godinot, 1998). Molti fossili di Leptadapis sono stati ritrovati in Francia, ma anche in Spagna, Inghilterra e Svizzera.

 
Cranio di Leptadapis sp. e mandibola di Leptadapis magnus

Leptadapis è parte di una radiazione evolutiva di antichi primati, gli adapidi, che per molti aspetti richiamano le proscimmie attuali. In particolare, Leptadapis è ascritto al gruppo degli adapini, una sottofamiglia tipicamente europea che, in confronto alle forme nordamericane (come Notharctus e Smilodectes) possedeva un corpo più robusto.

Paleobiologia

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Il cranio e la dentatura di Leptadapis indicano che questo animale era ben adattato a una dieta a base di foglie. Le notevoli differenze tra alcuni crani di Leptadapis hanno fatto ipotizzare a un accentuato dimorfismo sessuale (caso quasi unico tra le proscimmie), con maschi dai crani più grandi e canini più lunghi, ma è anche possibile che queste differenze siano dovute all'appartenenza a diverse specie di Leptadapis.

Bibliografia

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  • J.-L. Hartenberger. 1970. Les mammiferes d'Egerkingen et l'histoire des faunes de l'Eocene d'Europe. Bulletin de la Societe geologique de France 12(5):886-893
  • M. Crusafont-Pairo and J. M. Golpe Posse. 1975. Les prosimiens de l'Eocene de la region preaxiale pyrenaique. II. Adapidae. Colloque international CNRS. Problemes actuels de paleontologie-evolution des vertebres (218)851-860
  • J.-Y. Crochet, J.-L. Hartenberger, J.-C. Rage, J.A. Remy, B. Sige, J. Sudre, and M. Vianey-Liaud. 1981. Les nouvelles faunes de vertebres anterieurs a la "Grande Coupure" decouvertes dans les phosphorites du Quercy. Bulletin du Museum national d'Histoire Naturelle de Paris 3(3):245-266
  • M. Dagosto. 1983. Postcranium of Adapis parisiensis and Leptadapis magnus (Adapiformes, Primates). Folia Primatologica - FOLIA PRIMATOL 01/1983; 41:49-101. DOI:10.1159/000156119
  • J. J. Hooker. 1986. Mammals from the Bartonian (middle/late Eocene) of the Hampshire Basin, southern England. Bulletin of the British Museum (Natural History) 39(4):191-478
  • M. Godinot. 1998. A summary of adapiform systematics and phylogeny. Folia Primatologica 69(Suppl. 1):218-249
  • M. Godinot and S. Couette. 2008. Morphological diversity in the skulls of large adapines (Primates, Adapiformes) and its systematic implications. in E. J. Sargis and M. Dagosto (eds.), Mammalian Evolutionary Morphology: A Tribute to Frederick Szalay 285-313

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