Maria Taglioni
Maria Taglioni (Stoccolma, 23 aprile 1804 – Marsiglia, 22 aprile 1884) è stata una ballerina italiana, considerata la prima grande ballerina romantica.

"Madame Taglioni" è citata nel romanzo "L'età dell'innocenza" di Edith Wharton.
Biografia modifica
Nata Mariana Sophie Taglioni, proveniente da una dinastia di danzatori (anche il fratello Paul fu eminente ballerino) e figlia di un padre coreografo, Marie studiò danza a Parigi con Jean-François Coulon, finché il padre, Filippo Taglioni, non prese personalmente la direzione della sua formazione, infliggendole sessioni massacranti, ma dagli strepitosi risultati.
Dopo il debutto sulle scene a Vienna nel 1822, arrivò a Parigi nel 1827. Il trionfo parigino all'Opéra di Parigi arrivò nel 1832, con La Sylphide, coreografia creata per lei da suo padre nella quale, sulla base della tecnica ballettistica italiana che associava il rapido gioco delle gambe a movimenti lenti del busto e delle braccia, comparivano insieme le due grandi innovazioni del balletto romantico - il tutù e la danza sulle punte. Fu lei ad introdurre anche l'acconciatura à bandeaux che divenne poi tipica della danzatrice classica.
Nello stesso anno si sposò con il conte Gelbeit de Voisins, ma il matrimonio fu soltanto di facciata, costellato da numerosi tradimenti e durò soltanto tre anni. Il conte figura comunque come padre ufficiale dei tre figli della coppia, due maschi e una femmina, Marie Eugenie, detta Edwige. Osannata in tutta Europa (fu tra il 1837 e il 1839 l'étoile del Teatro di San Pietroburgo), ottenne consensi anche alla Scala di Milano, dove debuttò il 20 maggio 1841 con grande successo, e continuò a danzare fino ad un'età, per l'epoca, molto avanzata: quando si ritirò, nel 1848, aveva 44 anni.
All'apice della sua popolarità, arrivò a diventare, grazie alle generose donazioni di diversi suoi ammiratori-spasimanti, proprietaria di diversi importanti palazzi di Venezia: Palazzo Barzizza, Palazzo Giustinian Businello, Palazzo Giustinian Lolin, Palazzo Corner Spinelli e addirittura la celebre Ca' d'Oro.
Il padre, che era stato l'artefice della sua fortuna artistica, fu anche il responsabile della sua rovina economica, mandandola in bancarotta con le sue speculazioni sbagliate effetto anche della guerra franco-prussiana. La Taglioni dovette così riprendere a guadagnarsi la vita dando lezioni di danza e portamento, a Parigi e a Londra alle signorine di buona famiglia .
Morì in miseria, ottantenne, a Marsiglia, e là fu sepolta, finché il figlio Georges Gilbert Des Voisins non la fece trasferire nella tomba di famiglia al Père-Lachaise. Marie è l'antenata di numerose famiglie dell'aristocrazia francese e italiana.
Le è stato dedicato un cratere di 31 km di diametro sul pianeta Venere[1].
Note modifica
- ^ (EN) Venus: Taglioni
Bibliografia modifica
- Marie Taglioni, Souvenirs. Le manuscrit inédit de la grande danseuse romantique, édition établie, présentée et annotée par Bruno Ligore, Gremese, 2017.
- Madison U. Sowell, Debra H. Sowell, Francesca Falcone, Patrizia Veroli, Icônes du ballet romantique. Marie Taglioni et sa famille, Gremese, 2016.
- Marcello Brusegan, I palazzi di Venezia, Roma, Newton & Compton, 2007, pp. 183-184, ISBN 978-88-541-0820-2.
- Incorporare il fantastico: Marie Taglioni di Elena Cervellati.
- Arnaldo Bonaventura, TAGLIONI, Maria, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.
Altri progetti modifica
- Wikiquote contiene citazioni di o su Maria Taglioni
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Maria Taglioni
Collegamenti esterni modifica
- Taglióni, Marìa, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Marie Taglioni, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Maria Taglioni, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
- (DE) Maria Taglioni (XML), in Dizionario biografico austriaco 1815-1950.
- (EN) Opere di Maria Taglioni, su Open Library, Internet Archive.
- Maria Taglioni, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C..
Controllo di autorità | VIAF (EN) 22408351 · ISNI (EN) 0000 0000 8101 6477 · SBN MUSV063422 · CERL cnp01385712 · LCCN (EN) n50047856 · GND (DE) 117197408 · BNE (ES) XX1263325 (data) · BNF (FR) cb148440497 (data) · J9U (EN, HE) 987007460103505171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n50047856 |
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