Mariannina Coffa
Mariannina Coffa Caruso (Noto, 30 settembre 1841 – Noto, 6 gennaio 1878) è stata una poetessa italiana.
«Psiche è il mio nome: in questo nome è chiusa |
(Mariannina Coffa, da Psiche[1]) |
BiografiaModifica
Mariannina Coffa nacque a Noto la mattina del 30 settembre 1841 dall'avvocato Salvatore Coffa, un liberale impegnato nelle vicende politiche del Regno di Napoli, e da Celestina Caruso, e fu battezzata in Cattedrale il 3 ottobre.[2]
Dopo aver ricevuto una prima istruzione a Noto, nel 1851 passò al collegio "Peratoner" di Siracusa, dove già compose le prime poesie d'occasione. Considerata un precoce talento poetico, fu affidata al canonico Corrado Sbano (1827-1905), che nel limitato ambiente culturale della cittadina passava per essere un'autorità nel campo delle lettere e un facile verseggiatore,[3] affinché la indirizzasse nelle letture, le suggerisse i temi delle composizioni e le correggesse la tecnica di versificazione.
Naturalmente, don Sbano le consigliava letture cattoliche e sorvegliava che i temi delle sue poesie rifuggissero da quelli tipici degli «autori esagerati e intemperanti»,[4] così da essere poi accusato di aver corrotto e soffocato le naturali tendenze della giovanissima artista, portata a un'effusione sentimentale di matrice schiettamente tardo-romantica, e di averla nutrita di una disordinata miscela di autori classici disparati, senza che questa si fondesse in unità nello spirito della giovane.
I successi poetici della bambina si espressero nelle improvvisazioni tanto apprezzate nella arcadica «Accademia dei Trasformati» di Noto, cui fece parte dal 1857 con il nome di Ispirata - e fece parte dal 1858 anche dell'«Accademia Dafnica» e di quella degli «Zelanti» di Catania - pubblicando nel 1855 la raccolta Poesie in differenti metri, e successivamente i Nuovi canti nel 1859. Nel 1863 con lo stesso titolo Nuovi Canti apparvero in altra edizione a Torino presso la Stamperia dell'Unione Tipografica Editrice.
A completare la sua educazione artistica la famiglia le fece impartire dal 1855 lezioni di pianoforte dal giovane Ascenso Mauceri (1830-1893), del quale finì per innamorarsi fino a progettare il matrimonio, con l'iniziale assenso della famiglia che tuttavia cambiò idea, obbligandola a sposare, l'8 aprile 1860, il ricco proprietario terriero ragusano Giorgio Morana.[5]
Trasferitasi con il marito a Ragusa nella casa del suocero, iniziò una vita fatta di gravidanze annuali - ma due dei quattro figli morirono ancora infanti - e di difficoltà di scrivere a causa dell'ostilità dei parenti a un'attività che essi ritenevano riprovevole, addirittura strumento di perdizione. Scarsa consolazione le venne dalla corrispondenza con l'ex-fidanzato, che le rimproverava di aver subito il matrimonio, al quale descriveva la miseria della sua esistenza: «Se sapeste quanto soffro allorché mi è necessario prendere la penna! Gli occhi severi e maligni di mio suocero mi seguono come per fulminarmi [...] Egli, il mio onorando suocero, non fece apprendere alle sue figlie il leggere e lo scrivere, appunto perché non fossero disoneste o cattive donne di casa».[6]
Intrattenne rapporti epistolari anche con Giuseppe Aurelio Costanzo, Giuseppe Macherione, Mario Rapisardi e Lionardo Vigo Calanna e, per i fibromi all'utero di cui soffriva, conobbe il medico omeopata catanese Giuseppe Migneco, cultore del magnetismo animale e massone come il suo allievo di Noto Lucio Bonfanti, cha la introdusse nella Loggia Elorina: si trovano, nelle poesie di questo periodo, riferimenti ai suoi nuovi credi misteriosofici.
Lasciata la casa del marito, si trasferì a Noto per seguire le cure del medico Bonfanti: fu questi a ospitarla dopo che i genitori la cacciarono dalla loro casa, scandalizzati dal suo comportamento. Nelle sue ultime lettere la Coffa espresse tutta la sua violenta esasperazione nei confronti di quanti, genitori, marito e parenti, imponendole la loro volontà e impedendole la libera manifestazione della sua personalità, le avevano rovinato la vita.
NoteModifica
- ^ da letteraturaalfemminile.it
- ^ Archivio capitolare della cattedrale di Noto, B 18-1, 124.
- ^ «Sbano era sempre pronto a scrivere una lirica, a comporre un discorso quando gli amici lo pregavano»: cfr. Carmelo Sgroi, Cultura e movimenti d'idee in Noto nel secolo XIX, 1930, p. 38.
- ^ «Per letture e per discorsi instillavo al suo cuore grande affetto alla religione, alla famiglia, alla patria, alla virtù in genere; soprattutto l'amore ai miseri, degli sventurati sopra la terra»: cfr. Corrado Sbano, Memorie e giudizj intorno alla poetessa Mariannina Coffa in Morana, 1879, pp. 10 e ss.
- ^ Archivio parrocchiale del Duomo di Siracusa, Matrimoni, 1860, 8.
- ^ Lettera del 17 gennaio 1870, in Marinella Fiume, Sibilla arcana, 2000, p. 296.
OpereModifica
- Poesie in differenti metri, di Mariannina Coffa Caruso da Noto, Siracusa, Stamperia Pulejo 1855
- Nuovi canti, di Mariannina Coffa Caruso da Noto, Noto, Stamperia Spagnoli 1859
- Nuovi canti, di Mariannina Coffa in Morana da Noto, Torino, Stamperia dell'Unione Tipografica Editrice 1863
- Versi inediti, di Mariannina Coffa Caruso in Morana da Noto, pubblicati per cura dell'affezionato ammiratore F. Santocanale, Palermo, Stabilimento Tipografico Lao 1876
- Ultimi versi, di Mariannina Coffa Caruso in Morana, Palermo, Tipografia Virzì 1878
- Un sogno, versi inediti di Mariannina Coffa Caruso, per cura di Giuseppe Conforti, Noto, Zammit 1878
- Lettere ad Ascenso, a cura di G. Raya, Roma, Ciranna, 1957
- Scritti inediti e rari di Mariannina Coffa, a cura di Miriam Di Stefano, Noto, Arti grafiche San Corrado 1996
- Poesie Scelte, a cura di Biagio Iacono, Sicula Editrice-Netum, Noto, 1987.
- L'epistolario amoroso Coffa–Mauceri, in: Marinella Fiume, Sibilla arcana. Mariannina Coffa (1841–1878), Caltanissetta, Lussografica, 2000.
BibliografiaModifica
- Corrado Sbano, Memorie e giudizj intorno alla poetessa Mariannina Coffa in Morana di Noto, Noto, Tipografia Zammit 1879.
- Carmelo Sgroi, Cultura e movimenti d'idee in Noto nel sec. XIX, Catania, Studio editoriale moderno 1930.
- Benedetto Croce, Pagine sparse, III, Napoli, Riccardo Ricciardi Editore, 1943.
- Gino Raya, Mariannina Coffa, la capinera di Noto in Id., Capuana e d'Annunzio, Catania, Giannotta, 1970.
- Rosa Maria Monastra, Coffa Caruso Mariannina, in: «Dizionario Biografico degli Italiani», Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, XXX, 1984.
- Rita Verdirame, Finzione rassegnazione e rivolta. L'immagine femminile nella letteratura dell'Ottocento, Papiro, Enna, 1990.
- Marinella Fiume, Sibilla arcana. Mariannina Coffa (1841–1878), Edizioni Lussografica, Caltanissetta, 2000.
- Narrativa minore del secondo Ottocento in Sicilia, a cura di G. Rando, Messina, Sfameni, 2004.
- Angelo Fortuna, "Mariannina Coffa, l'Incompiuta", Editrice Alveria, Noto, 2002.
- Concetto La Terra (a cura di Biagio Iacono), La Capinera che non sorrise: Mariannina Coffa(1841-1878) Sicula Editrice-Netum, Noto, 2003.
- Angelo Fortuna, Mariannina Coffa nell'appassionata analisi di Anonimo 1905, Fratantonio, Val di Noto Edizioni, 2014.
- AA. VV. (Marinella Fiume, Angelo Fortuna, Nicolò Mineo, Enzo Papa ed altri), Mariannina Coffa. Sguardi Plurali, Armando Siciliano Ed., Messina, 2016.
Altri progettiModifica
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Collegamenti esterniModifica
Biografia su Mariannina Coffa in www.toponomasticafemminile.com
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