Maurizio Bianconi

avvocato e politico italiano

Maurizio Bianconi (Arezzo, 22 luglio 1946) è un avvocato e politico italiano.

Maurizio Bianconi

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato2008 –
2018
LegislaturaXVI, XVII
Gruppo
parlamentare
XVI:
- Popolo della Libertà

XVII:
- Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente (Da inizio legislatura al 19/11/2015)

- Gruppo misto - componente: Direzione Italia (Dal 19/11/2015 al 17/07/2017)

- Gruppo misto (Dal 17/07/2017 a fine legislatura)

CoalizioneXVI:
Coalizione di centro-destra del 2008

XVII:
Coalizione di centro-destra del 2013

CircoscrizioneToscana
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoMSI (fino al 1991)
Unione dei Cittadini (1991-1995)
AN (1995-2009)
PdL (2009-2013)
Indipendente (2013-2015)
CoR (2015-2017)
DI (2017)
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
ProfessioneAvvocato Penalista e di Diritto Commerciale

Biografia modifica

Carriera professionale modifica

Aretino di nascita, studi classici, si laurea in Giurisprudenza, con il prof. Italo Mereu e dedica all'avvocatura, professione esercitata ininterrottamente dal 1971.

Attività politica modifica

Dirigente nazionale della associazione giovanile del MSI, Giovane Italia, viene eletto consigliere comunale di Arezzo alla prima tornata utile dopo la maggiore età.

Profondamente laico (avrà per alcuni anni la tessera doppia del partito radicale) si schiera a favore del divorzio, in modo tanto energico da rendere impossibile la sua permanenza nei quadri dirigenti del MSI e così si allontana dalla vita politica attiva, pur continuando nel suo impegno.

Nel 1991 fonda il movimento politico Unione dei Cittadini e nel 1995 aderisce poi ad Alleanza Nazionale.

Consigliere regionale della Toscana modifica

Alle elezioni regionali in Toscana del 1995 viene eletto consigliere in provincia di Arezzo nelle liste di Alleanza Nazionale con 5.573 preferenze, venendo poi riconfermato alle successive regionali del 2000 e del 2005.

Durante i tre mandati in Consiglio regionale è stato il primo rappresentante della destra a far parte dell'Ufficio di presidenza della Regione Toscana, è stato capogruppo per 13 anni, ha presieduto la Commissione di Controllo e quella per la legge elettorale ed è stato vicepresidente della prima commissione.

Alle elezioni comunali del 1999 ad Arezzo è stato eletto Presidente del Consiglio Comunale, facendo approvare all'unanimità il nuovo Statuto, unico comune capoluogo a farlo nei termini di legge; fu poi eletto Consigliere provinciale nelle consultazioni elettorali del 2004.

Elezione a deputato (2008, 2013) modifica

Alle elezioni politiche del 2001 è candidato alla Camera dei Deputati, nel collegio uninominale di Arezzo, sostenuto dalla Casa delle Libertà (in quota AN), venendo tuttavia sconfitto dal candidato de L'Ulivo Giuseppe Fanfani; viene ricandidato anche alle successive elezioni politiche del 2006, nella circoscrizione Toscana, nelle liste di Alleanza Nazionale (in settima posizione), risultando tuttavia il secondo dei non eletti.

Alle elezioni politiche del 2008 è nuovamente candidato alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione Toscana, nelle liste del Popolo della Libertà (in tredicesima posizione), venendo eletto deputato della XVI Legislatura. Alla Camera diviene vice-presidente del gruppo parlamentare del PdL, e dal 2009 è stato anche vice segretario amministrativo vicario del PdL e rappresentante legale del partito.

Alle elezioni politiche del 2013 è nuovamente candidato alla Camera dei deputati, nella circoscrizione Toscana, nelle liste del Popolo della Libertà (in terza posizione), venendo rieletto deputato della XVII Legislatura.

Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, non aderirà mai a Forza Italia (come da lui stesso dichiarato più volte)[1], ma rimarrà comunque come indipendente nel gruppo parlamentare di Forza Italia.

Da parecchio tempo fermamente contrario alle scelte politiche di Silvio Berlusconi (in particolare alle politiche tremontiane, all'appoggio al governo Monti, all'ingresso nel governo Letta, al Patto del Nazareno ed al voto favorevole di Forza Italia all'Italicum ed alla Riforma costituzionale Renzi-Boschi), il 30 maggio 2015 aderisce a Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto.

Il 19 novembre 2015, assieme agli altri deputati di CoR abbandona il gruppo parlamentare di Forza Italia (di cui Bianconi faceva parte come indipendente) e passa al Gruppo misto, aderendo alla componente "Conservatori e Riformisti".

Il 28 gennaio 2017, a seguito dello scioglimento di Conservatori e Riformisti, confluisce in Direzione Italia, naturale proseguimento del percorso politico di CoR.[2]

Il 15 luglio 2017 abbandona Direzione Italia, rimanendo quindi come indipendente nel Gruppo misto della Camera dei Deputati.[3]

Nel 2018 abbandona la vita politica e non si ricandida alle elezioni politiche. ”Non ho casa - dichiara - e il livello ha raggiunto limiti allarmanti’. Torna a tempo pieno all'attività forense e continua a pubblicare saggi di politologia, fino a che nel marzo 2020 la Italic pequod pubblica la sua opera ‘Un graffio al peggio - 25 consigli ai nuovi politici tra europeismo sovranismo e nuovi orizzonti”. Nel maggio del 2020 fonda e dirige la rivista on line di cultura politica “la vocina” (lavocina.it).Nell'agosto 2021 Italic pequod pubblica la sua opera 'l'uomo del Mondo di Sotto -tra democrazia postdemocrazia neodemocrazia".Nel luglio 2023 sempre per Italic Pequod pubblica ' Combattere la postdemocrazia - da Lucky Luciano alla banda del Pil".Collabora dal marzo 2022 al periodico on line destra.it .Dal 2023 la sua attovità pubblicistica di saggista e commentatore politico si amplia e prendono vita le collaborazioni con adhocnews.it,ildifforme.it,e con CasaradioItalia diretta da Giovanni Lacagnina.Partecipa alla trasmissione radiofonica Uno nessuno 100milan di Alessandro Milan a Radio 24, con commenti periodici e risposte alle domande degli ascoltatori.

Polemica con il Quirinale modifica

Il 16 agosto 2010 nel pieno dello scontro politico all'interno del Popolo della Libertà tra Silvio Berlusconi e il cofondatore del partito Gianfranco Fini, espulso da pochi giorni dal PdL e avendo formato gruppi autonomi alla Camera e al Senato (con il nome di Futuro e Libertà per l'Italia), Bianconi rilascia una intervista molto dura su Il Giornale (che insieme ad altri quotidiani vicini al centro-destra aveva iniziato una campagna martellante contro Fini riguardo ad un appartamento a Montecarlo di Alleanza Nazionale rientrato nelle disponibilità del cognato del Presidente della Camera) criticando l'atteggiamento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che aveva paventato l'ipotesi di Governo tecnico in caso fosse venuta meno da parte dei finiani la fiducia al governo Berlusconi, escludendo dunque l'ipotesi di voto anticipato. Bianconi ha accusato Napolitano di tradire la Costituzione: "La Costituzione la puoi tradire non rispettandola, oppure fingendo di rispettarla. Napolitano smentisce se stesso, con un atto di incoerenza gravissima, dicendo no al voto anticipato e sì alla ricerca di un governo tecnico".

Lo stesso giorno una nota del Colle afferma che il deputato Bianconi "si è abbandonato ad affermazioni avventate e gravi sostenendo che il Presidente Napolitano 'sta tradendo la Costituzione'. Essendo questa materia regolata dalla stessa Carta (di cui l'on. Bianconi è di certo attento conoscitore), se egli fosse convinto delle sue ragioni avrebbe il dovere di assumere iniziative ai sensi dell'articolo 90 e relative norme di attuazione” (messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica). Bianconi è stato duramente criticato sia dall'opposizione che dalla maggioranza soprattutto da esponenti del suo partito per le gravissime accuse chiedendo di scusarsi con il Capo dello Stato. L'indomani il deputato invitato a chiedere scusa e confermò in tutto e per tutto le proprie affermazioni definendo l'invito del Quirinale alla messa in stato d'accusa nel migliore dei casi una boutade,ma confermativa delle sue buone ragioni.

Note modifica

  1. ^ Forza Italia, Bianconi "sfratta" Berlusconi: "Faccia un partito e se ne vada". Toti: "Ingrato", su Il Fatto Quotidiano, 23 novembre 2014. URL consultato il 19 giugno 2017.
  2. ^ Non chiamateli più Cor. Fitto crea 'Direzione Italia', una casa per la buona politica, in LecceNews24.it. URL consultato il 16 luglio 2017.
  3. ^ Bianconi lascia Direzione Italia: "Le querce non fanno i limoni", in Arezzo Notizie, 14 luglio 2017. URL consultato il 16 luglio 2017.

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