Museo Richard-Ginori della manifattura di Doccia

museo italiano

Il Museo Richard-Ginori della manifattura di Doccia si trova a Sesto Fiorentino (FI) in via Pratese ed espone un'eccellente selezione delle opere prodotte dalla Manifattura Ginori a Doccia poi Richard-Ginori dalla fondazione ai giorni nostri.

Museo Richard-Ginori della manifattura di Doccia
Entrata del museo
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàSesto Fiorentino
IndirizzoVia Pratese 31
Coordinate43°50′13.84″N 11°11′20.86″E / 43.837178°N 11.189128°E43.837178; 11.189128
Caratteristiche
TipoPorcellana
CollezioniPorcellana
Istituzione1764
Apertura1965
ProprietàStato Italiano
GestioneFondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia
DirettoreTomaso Montanari
VisitatoriAttualmente chiuso per restauro completo (2024)
Sito web

Il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite la Direzione regionale Musei.

Storia modifica

Sin dai primi anni di attività, il marchese Carlo Ginori destinò alcuni locali al pianterreno della villa Ginori di Doccia per la raccolta di modelli, ceramiche e terre, formatasi nel primo periodo di vita della fabbrica. A questo scopo nel 1754 fu creata un'apposita Galleria in cui esporre i prodotti migliori della fabbrica.

Dopo l'acquisizione (1896) della Ginori da parte della milanese Soc. Ceramica Richard, la famiglia Ginori-Lisci mantenne la proprietà delle raccolte storiche ma le lasciò in deposito nei locali storici della villa di Doccia, dove erano esposte fin dalle origini.

A questa collezione Ginori-Lisci si aggiunsero via via nuovi oggetti di proprietà Richard-Ginori.

Nel 1950, venne stipulato un accordo tra la famiglia Ginori-Lisci e la Richard-Ginori: la famiglia riacquisì un terzo della propria raccolta, lasciando i restanti due terzi alla Richard-Ginori.

Il Museo attuale venne appositamente costruito su progetto di Pier Niccolò Berardi e Fabio Rossi e inaugurato nel 1965, conservando il lascito Ginori oltre a tutti gli oggetti raccolti dopo la fusione con la Richard.

Il 27 novembre 2017 il Museo viene comprato dallo Stato Italiano attraverso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. La collezione viene ceduta attraverso una legge che permette il pagamento delle tasse attraverso opere d'arte.[1]

Descrizione modifica

La raccolta inizia dagli oggetti in maiolica, porcellana e terraglia, realizzati dalla Manifattura Ginori dal 1737 al 1895, fino poi agli oggetti della Richard-Ginori. L'ordinamento segue le fasi storiche dell'attività della manifattura, nella successione dei marchesi Ginori che ne furono i proprietari: Carlo Ginori (1737-1757), Lorenzo Ginori (1758-1791), Carlo Leopoldo Ginori (1792-1837), Lorenzo Ginori (1838-1878), Carlo Benedetto Ginori (1879-1896) e della Società ceramica Richard-Ginori (dal 1896).

I pezzi esposti sono di notevole qualità e evidenziano il connubio tra le forme dell'arte tradizionale fiorentina aggiornate via via agli sviluppi delle arti decorative europee. Spiccano il vasellame decorato del primo periodo, o il camino in porcellana con copie di statue michelangiolesche, le copie di statue classiche di Gaspero Bruschi e dei quadri del Rinascimento fiorentino, o ancora i modelli e i calchi per sculture presi da opere di Giovan Battista Foggini e Massimiliano Soldani Benzi. Tra le ultime opere, le raffinate ceramiche disegnate da Giò Ponti.

Una sezione è dedicata a ceramiche prodotte da altre manifatture nell'Ottocento e Novecento (come la Manifattura Palme di Pisa e altre acquisite in epoche successive dalla Richard).

Il museo è dotato anche di una sezione ludico-didattica per i bambini, una biblioteca, una fototeca e un archivio che permettono di acquisire una documentazione completa della produzione storica della manifattura.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Musei e gallerie di Firenze e del suo territorio, Apt, Firenze 1999.
  • Guida d'Italia, Firenze e provincia ("Guida Rossa"), Edizioni Touring Club Italiano, Milano 2007.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN131122830 · ISNI (EN0000 0001 0816 7786 · ULAN (EN500242257 · LCCN (ENn84090193 · GND (DE10031909-9 · WorldCat Identities (ENlccn-n84090193