Museo di san Massimiliano Kolbe "Fu l'Uomo"

Museo di Niepokalanów (Polonia)

Il museo di san Massimiliano Kolbe "Fu l'Uomo" (in polacco: Muzeum św. Maksymiliana "Był Człowiek") è situato all'interno del convento polacco di Niepokalanów. Inaugurato nell'agosto del 1998, il museo è dedicato alla vita e all'opera di san Massimiliano Kolbe, alla storia del monastero di Niepokalanów (fondato nel 1927) e alle attività missionarie francescane in tutto il mondo[1].

Museo di san Massimiliano Kolbe "Fu l'Uomo"
Muzeum św. Maksymiliana "Był Człowiek"
Ubicazione
StatoBandiera della Polonia Polonia
LocalitàNiepokalanów
Coordinate52°12′15.84″N 20°25′14.88″E
Caratteristiche
TipoMuseo biografico
Istituzioneagosto 1998

Fondazione

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Il primo museo dedicato a san Massimiliano Kolbe (chiamato Sala dei Ricordi)[2] si trovava nella cappella di legno (dagli anni 1927-1929). Quando la cappella fu restaurata alla sua funzione originale (1998), il museo fu trasferito in uno degli edifici vecchi di Niepokalanów, dove in passato si trovavano una lavanderia e una falegnameria[3]. L'esposizione, che si estende su tre reparti, è stata realizzata da personale del museo della città di Pabianice. Le fotografie con didascalie e altri cimeli raccontano la vita e l'opera del fondatore del monastero e lo sviluppo di Niepokalanów stesso[2].

Il 6 agosto 1998, due primi sezioni del museo (reparto storico e quello kolbiano) vennero aperte al pubblico dal cardinale Józef Glemp[3]. Poco dopo, il 20 settembre 1998, il museo è stato ampliato con una terza sezione, quella missionaria, inaugurata da Jan Wilk, vescovo francescano missionario in Brasile. Attualmente il museo è aperto al pubblico tutti i giorni dalle 8:00 alle 17:00.

Esposizioni

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La statua di bronzo di s. Massimiliano, realizzata da Roberto Joppolo

Nella prima sala, i visitatori vengono accolti dalla statua di san Massimiliano, realizzata in bronzo dallo scultore italiano Roberto Joppolo[4] di Viterbo. Questa statua venne benedetta da papa Giovanni Paolo II nell'ottobre del 1982 durante la cerimonia di canonizzazione di Massimiliano Kolbe. Più tardi la statua viene riprodotta in 4 esemplari (per Polonia, Giappone e America).

Nella seconda sezione si può conoscere la vita di Massimiliano Kolbe[5], dall'infanzia alla giovinezza e agli studi, fino all'attività in Polonia e in Giappone in ambito editoriale e missionario. Le riproduzioni di fotografie d'epoca con didascalie illustrano anche come si è sviluppato e ha funzionato il grande monastero-casa editrice noto come Niepokalanów. È presente anche una replica del suo secondo appartamento[2] all'interno del monastero, dove visse dal meta 1936 (dopo il ritorno dal Giappone) fino al febbraio 1941 (quando venne arrestato)[1].

La terza sezione espone una collezione proveniente dalle missioni francescane nel mondo, donata principalmente dai missionari che operano in Giappone, Brasile, Zambia, Perù, Kenya o Tanzania. Tra gli oggetti peculiari di questa collezione troviamo: un'immagine della Madonna intessuta con chicchi di grano, piranha essiccate e pelle di serpente esotico, un ritratto di san Massimiliano realizzato con francobolli[2]. Sono presenti anche cimeli che raccontano la fama postuma e la canonizzazione del Martire di Auschwitz.

Galleria d'immagini

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  1. ^ a b (PL) Muzeum św. Maksymiliana (Museo di san Massimiliano Kolbe), su niepokalanow.pl. URL consultato il 27 aprile 2024.
  2. ^ a b c d a cura di fr. Roman Soczewka OFMConv., Niepokalanów. Guida religioso-turistica, Wrocław, Wydawnictwo ZET, 2004 (versione italiana), pp. 8-9, 29, 43-45.
  3. ^ a b Grzegorz Gałązka, o. Roman Soczewka, Con l'Immacolata verso il terzo millennio. Niepokalanów ieri e oggi, Niepokalanów (Teresin), Casa editrice Niepokalanów OFMConv, 1999, pp. 76-77.
  4. ^ Viterbo – E’ morto il grande artista e scultore Roberto Joppolo, su etrurianews.it, (Nel 1983 riceve l’incarico di realizzare la statua in bronzo di S. Massimiliano M. Kolbe). URL consultato il 25 aprile 2024.
  5. ^ La vita di san Massimiliano Maria (Rajmund) Kolbe, sacerdote francescano, martire, su santiebeati.it. URL consultato il 1º maggio 2024.

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