Nativi hawaiani

gruppo etnico di origine polinesiana

I nativi hawaiani (hawaiano: kānaka, kānaka ʻōiwi, kānaka maoli e Hawaiʻi maoli), sono gli indigeni polinesiani delle isole hawaiane.

Nativi hawaiani
Nativi che ballano la danza tradizionale hula
 
Nomi alternativiKānaka maoli
Luogo d'origineHawaii, Stati Uniti
Popolazione24 000 (solo locutori)[1]
LinguaHawaiano
ReligioneCristianesimo, animismo

Le isole Hawaii furono colonizzate almeno 800 anni fa da navigatori polinesiani dalle Isole Marchesi o dalle Isole della Società. I coloni si sono gradualmente staccati dalla loro isole di origine e hanno sviluppato una distinta cultura e identità hawaiana nel loro nuovo arcipelago isolato. Ciò includeva la creazione di nuove strutture religiose e culturali, principalmente in risposta al nuovo ambiente di vita e alla necessità di un sistema di credenze strutturato attraverso il quale trasmettere la conoscenza.[2]

Popolazione

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Le Hawaii hanno una popolazione di nativi hawaiani che è diminuita considerevolmente dal contatto iniziale con l'Occidente, di solito datato dall'arrivo di James Cook nel 1778. Da una stima che va da 300 000 a 683 000 quell'anno, la popolazione nativa era scesa a 71 019 nel 1853.[3] In tutto l'arcipelago, nel 2020, 156 456 persone si identificano come "nativi hawaiani", senza contare gli hawaiani che risiedono nel continente americano.[4]

La storia dei nativi hawaiani, sul modello della storia delle relative isole, è comunemente divisa in quattro periodi:

  • il periodo pre-unitario (fino al 1800 d.C.)
  • La monarchia unificata e la repubblica (dal 1800 al 1898 d.C.)
  • L'US territorial period (dal 1898 al 1959 d.C.)
  • l'US statehooh period (dal 1959 ad oggi)

Le origini

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I nativi hawaiani arrivarono nelle Hawai, in due ondate: la prima proveniente dalle Isole Marchesi, probabilmente intorno al 400 d.C. e concomitante con l'espansione e la colonizzazione dell'Oceania da parte delle popolazioni austronesiane[5]; la seconda da Tahiti nel IX o X secolo.

Rappresentativi del primo periodo di sviluppo (600-1100) sono rispettivamente i siti di Halawa, Waiahukini e Bellows Dune, mentre per il periodo successivo, il Periodo di Espansione, vide il sorgere di ulteriori insediamenti come Anahulu, Makaha e Anaehoomalu.

La scoperta europea

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Sebbene già avvistato in precedenza probabilmente dagli spagnoli, l'arcipelago delle Hawaii fu scoperto ufficialmente dagli europei insieme ai suoi abitanti il 18 gennaio 1778 dal capitano James Cook, il quale ribattezzò le isole come Isole Sandwich[6]. Al momento dell'incontro con gli europei, gli abitanti delle Hawaii si presentarono divisi in quattro regni distinti (Hawaii, Maui, Oahu, Kauai), sebbene fossero già dotati di un sistema sociale fortemente gerarchico e caratterizzato dalla presenza di guerrieri, sacerdoti, sovrani e capi locali.

Nel 1779 il ritorno di Cook sulle isole coincise con la celebrazione di un festival religioso della durata di quattro mesi, chiamato Makahiki, dedicato al ritorno del dio Lono (dio dell'agricoltura, della fertilità, delle piogge, della musica e della pace). Successivamente il capitano rimase ucciso in uno scontro con i nativi[7][8][9].

Contando più 300 000 (e forse quasi 680 000) al momento dell'arrivo del capitano James Cook nelle isole nel 1778, gli hawaiani purosangue erano meno di 10 000 alla fine del XX secolo (sebbene ci siano un gran numero di meticci hawaiani).

Dall'unificazione all'annessione agli Stati Uniti

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Il regno hawaiano si formò nel 1795, quando Kamehameha il Grande, dell'isola indipendente di Hawai'i, conquistò le isole indipendenti di O'ahu, Maui, Moloka'i e Lāna'i e le unificò. Nel 1810, l'intero arcipelago hawaiano fu unificato quando Kaua'i e Ni'ihau si unirono al regno. Alla fine del XIX secolo, il regno ha visto un afflusso di immigrati dagli Stati Uniti e dall'Asia. Nel 1893, il regno divenne una repubblica dopo il suo rovesciamento, e fu annessa agli Stati Uniti nel 1898. Esiste un movimento di sovranità hawaiana in corso che cerca l'autonomia o l'indipendenza per lo stato delle Hawaii.[10]

Religione

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Dotati di una vago credo sulla possibilità dell'esistenza della vita dopo la morte, i nativi hawaiani annoveravano quattro divinità principali: Kanaloa, Kana, Lu e Lono, oltre a numerose altre divinità minori e spiriti protettivi legati alle forze della natura. Fortemente legati all'uso dei cerimoniali religiosi per numerosi aspetti della vita, i nativi hawaiani abbondavano nell'uso di idoli di legno e pietra. Praticavano inoltre sacrifici umani rituali, come testimoniato dai diversi siti nell'isola[11] e dagli stessi europei.

  1. ^ (EN) Hawaii, su ethnologue.com, Ethnologue. Languages of the World. URL consultato il 3 gennaio 2014.
  2. ^ (EN) Hawaiian, Britannica, 1º gennaio 2023.
  3. ^ Questa drastica diminuzione è stata in gran parte dovuta all'introduzione di malattie (tra cui colera, varicella, influenza, morbillo, parotite e sifilide), per le quali il sistema immunitario e la competenza medica degli indigeni erano del tutto impreparati, ma anche con l'introduzione delle armi da fuoco.
  4. ^ Nel 2020, tra gli individui censiti negli Stati Uniti come NHPI (ossia Native Hawaiians and Pacific Islanders, da soli o in combinazione), c'erano circa 620 000 identificati come "nativi hawaiani", 212 000 come samoani, 156 000 come chamorro, 65 000 come tongani e circa 50 000 come figiani. Anche se non si sa con esattezza quante di questi hawaiani siano di razza mista: probabilmente oltre il 90% lo sarebbero, anche se nelle Hawaii il 33% del totale censito si dichiara di sola razza hawaiana. (EN) Sara Kehaulani Goo, After 200 years, Native Hawaiians make a comeback, su Pew Research Center, 6 aprile 2015. URL consultato il 3 febbraio 2023. · (EN) Elaine Winters e Mark Swartz, Hawaiians, su Everyculture, 6 aprile 2015. URL consultato il 3 febbraio 2023.
  5. ^ Hawaii nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 20 febbraio 2023.
  6. ^ (EN) Cook Landing Site, HI (U.S. National Park Service), su www.nps.gov. URL consultato il 20 febbraio 2023.
  7. ^ √ Hawaii - Storia dello stato delle Hawaii, su www.cittacapitali.it. URL consultato il 20 febbraio 2023.
  8. ^ History.com, 20 febbraio 2023.
  9. ^ (EN) Maev Kennedy, arts e heritage correspondent, Brutal truth of Cook's final minutes, in The Guardian, 13 luglio 2004. URL consultato il 20 febbraio 2023.
  10. ^ [1]
  11. ^ Dipartimento degli Interni, Stati Uniti, su npgallery.nps.gov.

Bibliografia

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  • Kirch, Patrick Vinton; Roger Green (2001). Hawaiki, ancestral Polynesia: an essay in historical anthropology. Cambridge York: Cambridge University Press. ISBN 9780521783095. OCLC 57218655.
  • Beckwith, Martha Warren (1976). Hawaiian mythology. Honolulu: University Press of Hawaii. ISBN 0-8248-0514-3. OCLC 5773353.

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Collegamenti esterni

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