Niccolò Placido II Branciforte
Nicolò Placido Branciforti del Carretto, Principe di Butera, Principe di Leonforte (1651 – Palermo, 15 marzo 1723), è stato un nobile e politico italiano.
Nicolò Placido Branciforti del Carretto | |
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Nicolò Placido II Branciforti, III° Principe di Leonforte, Ritratto, collezione privata. | |
Principe di Butera Principe di Pietraperzia | |
In carica | 1705-1726 |
Investitura | 11 marzo 1705 |
Predecessore | Giulia Carafa Branciforti |
Erede | Ignazio Branciforti Ventimiglia |
Successore | Caterina Branciforte Ventimiglia |
Principe di Leonforte | |
In carica | 1698-1728 |
Investitura | 1698 |
Predecessore | Giuseppe Branciforti |
Successore | Ercole Branciforti Naselli |
Trattamento | Don |
Altri titoli | Duca di Santa Lucia, Marchese di Barrafranca, Marchese di Licodia, Marchese di Militello, Conte di Mazzarino, Conte di Raccuja, Barone del Biviere di Lentini, di Belmonte, di Radalì, Signore della Torre di Falconara |
Nascita | 1651 |
Morte | Palermo, 15 marzo 1723 |
Dinastia | Branciforti |
Padre | Francesco Branciforti |
Madre | Caterina del Carretto Branciforti |
Consorte | Stefania Ventimiglia Pignatelli |
Figli |
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Religione | Cattolicesimo |
Biografia
modificaNacque probabilmente intorno al 1651 da Francesco, II duca di Santa Lucia, e dalla di lui seconda moglie, la nobildonna Caterina del Carretto Branciforti dei conti di Racalmuto. Succedette al padre nel titolo di Duca di Santa Lucia, di cui prese investitura il 17 febbraio 1685.[1] Lo zio paterno Giuseppe Branciforti, al quale morirono in tenera età gli unici due figli (Melchiorre e Baldassarre), nel 1698 gli lasciò in eredità il Principato di Leonforte, il Principato di Pietraperzia e la Contea di Raccuja, di cui si investì il 18 novembre 1698.[2]
Alla morte della principessa Giulia Carafa Branciforte, avvenuta nel 1703 senza lasciare eredi, il Branciforte ereditò, per testamento fatto redigere dalla medesima quando era ancora in vita, tutti i suoi beni feudali, tra cui il Principato di Butera, il Marchesato di Barrafranca, il Marchesato di Licodia, il Marchesato di Militello, la Contea di Mazzarino, e altri.[3] A seguito di ciò, ebbe luogo una lite giudiziale tra il Principe di Leonforte e i Carafa, che si concluse in favore del primo, per effetto della sentenza emessa dal Tribunale della Gran Corte il 21 febbraio 1705.[4] Branciforte ottenne così investitura reale dei feudi ereditati dalla Carafa l'11 marzo 1705.[5]
Il Principe di Butera fu deputato del Regno di Sicilia nel 1698, 1702, 1707, 1714 e 1720.[6]
Morì a Palermo il 15 marzo 1723.[7]
Matrimoni e discendenza
modificaIl principe Niccolò Placido Branciforte del Carretto sposò la nobildonna Stefania Ventimiglia Pignatelli, figlia di Francesco Rodrigo, V principe di Castelbuono e XII marchese di Geraci, da cui ebbe sette figli, tra cui un solo maschio, Ignazio, morto in tenera età. Nei titoli e nei feudi gli succedette la figlia maggiore Beatrice, che sposò Ercole Branciforti Naselli.[5]
Onorificenze
modificaNote
modifica- ^ Francesco Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile, parte seconda, vol. 2, Stamperia Santi Apostoli, 1757, p. 105.
- ^ Francesco Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Della Sicilia nobile, parte seconda, vol. 1, Stamperia Santi Apostoli, 1757, p. 54.
- ^ Il Cappellone, su comune.mazzarino.cl.it. URL consultato il 29-08-2019 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2017).
- ^ M. Monterosso, Scire volumus Principes nostros, Lulù.com, 2018, p. 77.
- ^ a b Villabianca, p. 16.
- ^ Parlamenti generali del Regno di Sicilia dall'anno 1446 fino al 1748, vol. 2, Stamperia Santi Apostoli, 1749, pp. 436-437.
- ^ Francesco Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, Appendice alla Sicilia nobile, vol. 1, Stamperia Santi Apostoli, 1757, p. 8.
- ^ V. Castelli, principe di Torremuzza, Fasti di Sicilia, vol. 1, Pappalardo, 1820, p. 134.
- ^ Torremuzza, p. 140.
Collegamenti esterni
modifica- Nicolò Placido II Branciforte, su gw.geneanet.org. URL consultato il 29-08-2019.