Nives Meroi

alpinista e scrittrice italiana (1961-)

Nives Meroi (Bonate Sotto, 17 settembre 1961) è un'alpinista italiana. Tra le maggiori alpiniste donne della storia,[1][2][3][4] insieme al marito Romano Benet, anch'egli alpinista, ha scalato tutti i 14 ottomila, senza l'uso di ossigeno supplementare né portatori d'alta quota. I due sono la prima coppia in assoluto a riuscire nell'impresa.[5]

Nives Meroi
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Alpinismo
 

Biografia modifica

«Io sono le montagne che non ho scalato»

Nata e cresciuta nella bergamasca, si trasferisce a Fusine Laghi, Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia, dove nel 1989 sposa Romano Benet, alpinista, che diventa suo compagno fisso di cordata. In coppia, sulle Alpi, compiono la prima invernale al Pilastro Piussi alla parete nord del Piccolo Mangart di Coritenza e quella alla Cengia degli Dei, sullo Jôf Fuârt.[7] Iniziano la carriera alpinistica himalayana negli anni 1990, tentando il K2 e l'Everest. Nel 1998 conquista in coppia col marito il primo ottomila, il Nanga Parbat, prima donna italiana in vetta.

Nel 2003, sempre in coppia col marito, è la prima donna a compiere la traversata dei tre ottomila Gasherbrum I, Gasherbrum II e Broad Peak, mentre la coppia è la seconda cordata al mondo a realizzare l'impresa.[7] Di grande valore la conquista della cima del K2 del 2006 attraverso lo Sperone degli Abruzzi[8]. Meroi e Benet raggiungono la cima da soli, senza l'ausilio di ossigeno supplementare e senza aiuti nel battere la traccia su tutto il percorso.[9] In quell'occasione è la prima donna italiana a conquistare la vetta della montagna, scalata per la prima volta 52 anni prima da una spedizione italiana. Nel 2006 solo altri due giapponesi, ma con l'uso di ossigeno supplementare, raggiungono la vetta della montagna.

Nel 2007 conquistano l'Everest, con Nives Meroi prima donna italiana in vetta senza ossigeno supplementare. L'anno successivo, in stagione invernale, tentano il Makalu senza raggiungere la vetta, mentre nella discesa Meroi si frattura una gamba.[10] Pochi mesi dopo, con la salita in vetta al Manaslu dell'ottobre 2008,[11] la coppia conquista l'undicesimo ottomila. Prima di lei, questo traguardo femminile era stato raggiunto dalla coreana Oh Eun-Sun, dalla spagnola Edurne Pasaban e dall'austriaca Gerlinde Kaltenbrunner.

«Tre alpiniste hanno già scalato undici di quelle immensità e si avvicinano al traguardo. La più forte di loro e di tutti i tempi si chiama Nives Meroi ed è italiana. [...] Perché Nives Meroi ha salito le sue cime asfissianti senza uso di bombole di ossigeno e senza impiego di portatori di alta quota, i climbing sherpa. [...] Le altre due alpiniste intendono diversamente l'impresa, una ha impiegato ossigeno, l'altra adopera portatori di alta quota che si sobbarcano di tutto il peso sulle spalle, scavano la piazzola, montano la tenda e fanno trovare il tè caldo già pronto»

Nella stagione estiva 2009 la coppia abbandona il tentativo di scalata dell'Annapurna I per le condizioni proibitive della neve[13] e il tentativo di scalata del Kangchenjunga per l'improvviso peggioramento delle condizioni fisiche di Benet tra il campo 3 e il campo 4 della montagna. Tornati in Italia, Romano Benet scopre d'essere affetto da un'aplasia midollare severa. I successivi due trapianti di midollo osseo, i trattamenti di chemioterapia e le numerose trasfusioni lo tengono lontano dall'attività per più di due anni.[14][15][16].[17] Ad agosto 2009, in un'intervista all'ANSA[18] e a ExplorersWeb[19], annuncia il proprio ritiro dalla competizione per la prima scalata femminile di tutti gli ottomila della terra.

«L'alpinismo di oggi perde proprio le caratteristiche del gioco come lo intendiamo noi, ovvero esplorazione di sé stessi in contesti diversi. Il fatto che l'alpinismo himalayano femminile sia diventato una corsa con come unico obiettivo il risultato mi ha fatto decidere di non giocare più.»

Dopo la difficile riabilitazione di Benet, tornano all'alpinismo himalayano nel 2012, tentando il Kangchenjunga e conquistandone la vetta poi nel 2014.[20] Il 12 maggio 2016 la coppia raggiunge la cima del Makalu.[21] Giovedì 11 maggio 2017, alle ore 9 locali, raggiunge insieme al marito la vetta dell'Annapurna I, completando così tutte le quattordici vette sopra gli ottomila nel mondo, anche in questo caso senza l'ausilio di ossigeno supplementare né di portatori. Si tratta della seconda donna nella storia a compiere questa impresa senza l'uso di ossigeno supplementare e la terza in assoluto. I due, inoltre, sono i primi in assoluto ad aver compiuto l'impresa in coppia.[5]

Ottomila modifica

Opere modifica

Onorificenze modifica

«Di iniziativa del Presidente della Repubblica. Per gli eccezionali traguardi raggiunti nell'alpinismo di alta quota, un'attività che era rimasta a lungo prerogativa maschile.[23]»
— 1º marzo 2010[24]

Note modifica

  1. ^ Erri De Luca, Sulla traccia di Nives, Feltrinelli, 2016. ISBN 9788807887352. Cit: "[...] Nives Meroi è la più forte alpinista di tutti i tempi"
  2. ^ [1]
  3. ^ [2]
  4. ^ [3]
  5. ^ a b Nives Meroi e Romano Benet, la prima coppia ad aver scalato tutti i 14 Ottomila è italiana, su corriere.it. URL consultato l'11 maggio 2017.
  6. ^ [4]
  7. ^ a b Copia archiviata, su nivesmeroi.it. URL consultato il 12 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2017).
  8. ^ YouTube Video di Nives Meroi e Romano Benet sull'arrivo al K2
  9. ^ Planet mountain K2 2006
  10. ^ [5]
  11. ^ Messaggero Veneto, Nives Meroi conquista l'undicesimo Ottomila
  12. ^ Corriere della Sera, L'intimità domestica sulle cime del mondo Ecco il segreto di Nives, 19 aprile 2009
  13. ^ Montagna.tv, Cambio programma: Nives Meroi torna al Kangchenjunga
  14. ^ Copia archiviata, su nivesmeroi.it. URL consultato il 13 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2017).
  15. ^ Corriere.it, 28 aprile 2010
  16. ^ Sara Sottorornola, Nives Meroi e Romano Benet tornano in Himalaya: dopo la malattia, il Mera Peak Archiviato il 26 agosto 2011 in Internet Archive., MontagnaTV
  17. ^ Montagna.tv, Kangche, la Meroi rinuncia per amore
  18. ^ a b Ansa, Alpinismo: Nives Meroi, mi tiro fuori da corsa a 14 ottomila
  19. ^ ExplorersWeb, Romano comes first, whatever happens, su mounteverest.net. URL consultato il 26 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2009).
  20. ^ Nepal, Meroi e Benet in cima al Kangchenjunga - Cronaca - Messaggero Veneto
  21. ^ La gioia per la 13ª vetta, su simonemoro.gazzetta.it. URL consultato il 12 maggio 2016.
  22. ^ PlanetMountain Annapurna: rinuncia di Meroi, Benet e Vuerich scampati al crollo di un grande seracco
  23. ^ Quirinale.it, Comunicato
  24. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia modifica

  • Erri De Luca, Sulla traccia di Nives, Mondadori (recensione)
  • Erri De Luca, L'intimità domestica tra le cime del mondo. Ecco il segreto di Nives - Corriere della Sera, 19 aprile 2009, pp. 42–43

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN231348403 · ISNI (EN0000 0003 6698 6303 · SBN TO0V580693 · LCCN (ENn2006037587 · GND (DE1094911410 · BNF (FRcb151033922 (data) · J9U (ENHE987007526147505171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2006037587