Onanismo

pratica sessuale
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Onanismo è un termine coniato nel Settecento, dal nome del personaggio biblico di Onan, per indicare la pratica del coito interrotto in funzione contraccettiva.

L'onanismo, Tissot (1785), custodito nel museo dell'erotismo di Venezia

Onan era ricorso alla pratica anticoncezionale del coitus interruptus per vanificare la legge ebraica del levirato ed evitare la nascita di un figlio che non avrebbe potuto portare il suo nome:

« Giuda scelse per il suo primogenito Er una moglie, che si chiamava Tamar. Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso agli occhi del Signore e il Signore lo fece morire. Allora Giuda disse a Onan "Va' con la moglie di tuo fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità a tuo fratello". Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva il seme per terra, per non dare un discendente al fratello. Ciò che egli faceva era male agli occhi del Signore, il quale fece morire anche lui. »   ( Gn 38,6-10, su laparola.net.)

Onanismo, quindi, è propriamente il tentativo di impedire il concepimento mediante coito interrotto e, nella teologia morale cattolica, anche mediante altre pratiche antifecondative[1].

L'effetto finale dell'atto consiste nella dispersione del seme maschile. Nell'uso corrente – ma talvolta anche nella terminologia medico-psicologica – alla parola onanismo resta accostato, impropriamente, il significato di masturbazione, mentre il significato originario è rimasto in uso, ad esempio, nella teologia morale.

Talvolta viene utilizzato, in senso figurato, per riferirsi ad un comportamento narcisistico, all'attività anche se improduttiva e priva cioè di risultati pratici[2].

  1. ^ Onanismo, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Onanismo, su Garzanti Linguistica, Garzanti.

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