Oratorio di San Martino (Albiolo)
L'oratorio di San Martino,[1][2] noto anche come chiesa di Sant'Anna,[3][2] è un edificio di culto cattolico situato nel territorio comunale di Albiolo, in corrispondenza di un crocevia di strade che collegano lo stesso comune a Valmorea e Cagno.
Oratorio di San Martino Chiesa di Sant'Anna | |
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Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Albiolo |
Indirizzo | via per Caversaccio - 22070 - Albiolo (CO) e Via per Caversaccio |
Coordinate | 45°48′30.38″N 8°56′05.42″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Martino di Tours, Sant'Anna |
Storia e descrizione
modificaOriginariamente dedicato a San Martino di Tours, venerato come protettore degli agricoltori, l'oratorio cambia il suo nome in occasione di un voto fatto a Sant'Anna, durante la peste[4] del 1630. Santuario mariano meta di pellegrinaggi, da allora la chiesa è attualmente adibita al culto di Sant'Anna, in onore della quale da oltre cent'anni si organizza una sagra, nel mese di luglio, in occasione della memoria liturgica della santa.[2]
L'edificio, che costituisce uno dei monumenti più antichi di Albiolo,[2] risale almeno al XII secolo, ma venne ampliato nel corso del XV secolo[4].
La chiesa è una delle testimonianze d'arte romanica[3] minore[5] nell'ambito della pieve di Uggiate; dispone di abside a semicerchio con archetti, di fronte a campana e di soffitto a capriate lignee. Il presbiterio, leggermente rialzato, è sovrastato da un arco di pietre comacine (precisamente, in sasso di Moltrasio).
La chiesa è inoltre dotata di un portico[4] che in passato veniva usato come luogo per assemblee comunitarie dei capofamiglia ma fungeva anche come cimitero. La tradizione racconta che in occasione delle pestilenze, il portico e l'intera chiesa venissero utilizzati come lazzaretto.
L'alto campanile, di recente restaurato, venne invece edificato tra il 1671[4] e il biennio 1735-1736[2]: sproporzionato rispetto alle modeste dimensioni della chiesa, è stato eretto in occasione della commemorazione del trentennio di un miracolo avvenuto in chiesa[2]. In precedenza, il campanile aveva una campana sola.[4]
La chiesetta custodisce molti affreschi ben conservati di scuola lombarda del XIV e XV secolo, tra cui alcuni attribuiti alla scuola luganese dei de Seregno[3] (1568)[4] e altri che si pensa siano stati realizzati da Giovanni Battista Tarilli[6].
Esternamente, la chiesa ospita affreschi quattrocenteschi,[2] raffiguranti, tra gli altri, una Madonna[2] col Bambino,[4] San Martino[4] mentre dona parte del proprio mantello a un povero[7] e una Crocifissione[2][4]. Sempre all'esterno sono dipinti una raffigurazione della morte e un Sant'Antonio Abate eseguito nel 1380.[4] Al Cinquecento risalgono invece gli affreschi che, all'interno dell'abside, raffigurano l'Annunciazione, un Cristo Pantocratore e i Dodici apostoli.[2]
Note
modifica- ^ Chiesa di S. Martino, Via per Caversaccio - Albiolo (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ a b c d e f g h i j Comune di Albiolo, su comune.albiolo.co.it. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ a b c RomaniCOMO, su romanicomo.it. URL consultato il 22 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2020).
- ^ a b c d e f g h i j Albiolo, antica chiesa di San Martino ora dedicata a Sant'Anna, su VaresePress, 11 febbraio 2015. URL consultato il 25 novembre 2023.
- ^ Comune di Albiolo, su comune.albiolo.co.it. URL consultato il 17 aprile 2020.
- ^ TCI, Guida d'Italia [...], p. 283.
- ^ Antichi Ospedali Como – Ospedale di San Martino, su antichiospedalicomo.it. URL consultato il 25 novembre 2023.
Bibliografia
modifica- Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-1325-5.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Martino
Collegamenti esterni
modifica- Oratorio di San Martino, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.
- Oratorio di San Martino, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.