Ordinazione presbiterale nel rito romano
L'ordinazione presbiterale o ordinazione sacerdotale, nel rito romano della Chiesa cattolica, è un rito solenne che si svolge durante la celebrazione eucaristica con il quale si conferisce all'ordinando il secondo grado dell'ordine sacro; con esso, quindi, quest'ultimo diviene presbitero.

Ordinazione presbiterale e tradizione cristianaModifica
Secondo la tradizione cristiana, Gesù ha arricchito gli apostoli con una speciale effusione dello Spirito Santo e, conformati pienamente alla sua figura, gli ha dato il potere di agire in sua persona e sono divenuti veri e autentici maestri della fede, pontefici e pastori. Questi ultimi, quindi, mediante l'imposizione delle mani sul capo degli eletti all'episcopato, hanno trasferito questo dono dello Spirito ai loro collaboratori, il quale è stato trasmesso fino ai nostri giorni nella consacrazione episcopale.[1] I vescovi, dunque, successori degli apostoli, hanno legittimamente affidato, secondo diversi gradi, l'ufficio del loro ministero a vari soggetti nella Chiesa. La loro funzione ministeriale è stata trasmessa in grado subordinato ai presbiteri, affinché questi, costituiti nell'ordine del presbiterato, fossero cooperatori dell'ordine episcopale, per il retto assolvimento della missione apostolica affidata da Gesù Cristo.[2][3][4] Così il ministero ecclesiastico di istituzione divina viene esercitato in diversi ordini, da quelli che già anticamente sono chiamati vescovi, presbiteri e diaconi. I presbiteri, pur non possedendo la pienezza del sacerdozio e dipendendo dai vescovi nell'esercizio della loro potestà,[3][5] sono tuttavia a loro congiunti nella dignità sacerdotale.[3][5] I presbiteri, pertanto, in virtù dell'ordinazione sacerdotale, partecipano alla dimensione universale della missione affidata da Cristo agli apostoli[6] e sono in grado di celebrare l'eucarestia[7], di esercitare il ministero della riconciliazione dei fedeli penitenti[8] e del conforto degli ammalati,[9] di amministrare il battesimo[10] e il matrimonio[11], come anche di pregare per speciali necessità dei fedeli e di svolgere mansioni pastorali nei luoghi dove sono inviati. Nel rito latino, il ministro ordinario della confermazione è il vescovo, ma, qualora se ne presenti la necessità, quest'ultimo può concedere ai presbiteri la facoltà di amministrare la confermazione.[12][13] Nel rito orientale, invece, i presbiteri battezzano e conferiscono subito anche la cresima in una sola e medesima celebrazione; tuttavia lo fanno con il sacro crisma consacrato dal patriarca o dal vescovo.[14]
I presbiteri, costituiti nell'ordine del presbiterato mediante l'ordinazione presbiterale, sono tutti tra loro uniti dalla fraternità sacramentale; ma in modo speciale essi formano un unico presbiterio nella diocesi sotto la guida del proprio vescovo. L'unità del presbiterio trova un'espressione liturgica nella consuetudine secondo la quale, durante il rito dell'ordinazione, i presbiteri, dopo il vescovo, impongono anch'essi le mani.[15][16]
I presbiteri, nelle singole comunità locali di fedeli rendono, per così dire, presente il vescovo, cui sono uniti spiritualmente, e con il quale condividono in parte le sue funzioni e la sua sollecitudine. I sacerdoti non possono esercitare il loro ministero se non in dipendenza dal vescovo e in comunione con lui: la promessa di obbedienza che gli rivolgono al momento dell'ordinazione e il bacio di pace tra ordinante e ordinando al termine della liturgia dell'ordinazione significano, infatti, che il vescovo considera i presbiteri come suoi collaboratori, e che, in cambio, essi gli devono obbedienza.[16]
Rito liturgico attualeModifica
Il rito si struttura in tre parti: fase introduttiva; ordinazione vera e propria; riti esplicativi.
Legenda
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S | Sacerdote |
O | Ordinando |
V | Vescovo |
T | tutti |
Fase introduttivaModifica
La prima fase, quella introduttiva, è a sua volta composta da tre momenti, così articolati.
Presentazione ed ElezioneModifica
- Diacono: Si presentino coloro che devono essere ordinati Presbiteri.
- Ordinandi (chiamati per nome, uno alla volta, rispondono): Eccomi.
- Rettore del Seminario (O un altro presbitero): Reverendissimo Padre, la Santa Madre Chiesa chiede che questi nostri fratelli siano ordinati presbiteri.
- Vescovo: Sei certo che ne siano degni?
- Rettore: Dalle informazioni raccolte presso il popolo cristiano e secondo il giudizio dato da coloro che ne hanno curato la formazione, posso attestare ne siano degni.
- Vescovo Con l'aiuto di Dio e Gesù Cristo nostro Salvatore noi scegliamo questi figli per l'ordine del Presbiterato
- Assemblea: Rendiamo grazie a Dio.
Omelia del Vescovo
Interrogazioni e Promessa di ObbedienzaModifica
Gli Ordinandi si alzano in piedi e si pongono dinnanzi al Vescovo che li interroga:
- V: Figli carissimi prima di ricevere l'Ordine del Presbiterato dovete manifestare davanti al popolo di Dio la volontà di assumerne gli impegni. Volete esercitare il Ministero Sacerdotale per tutta la vita nel grado di Presbitero come fedeli cooperatori dell'ordine dei Vescovi nel servizio del popolo di Dio, sotto la guida dello Spirito Santo?
Tutti gli Ordinandi rispondono insieme, ma al singolare
- O: Sì lo voglio
- V: Volete adempiere degnamente e sapientemente il ministero della Parola nella Predicazione del Vangelo e nell'insegnamento della Fede Cattolica?
- O: Si lo voglio
- V: Volete Celebrare con devozione e fedeltà i misteri di Cristo secondo la tradizione della Chiesa, specialmente nel sacrificio eucaristico e nel sacramento della riconciliazione, a lode a Dio e per la santificazione del popolo cristiano?
- O:Si lo voglio
- V: Volete insieme con noi implorare la divina misericordia per il popolo affidatovi dedicandovi assiduamente alla preghiera come comandato dal Signore?
- O: Si lo voglio
- V: Volete essere sempre più uniti strettamente a Cristo Sommo Sacerdote che come vittima pura si è offerto al Padre per noi consacrando voi stessi a Dio insieme a lui per la salvezza degli uomini?
- O: Con l'aiuto di Dio lo voglio.
Il Vescovo domanda a ciascuno dei candidati
- V: Prometti a me e miei successori filiale rispetto e obbedienza?
- O: Lo prometto
- V: Dio che ha iniziato in te la sua opera la porti a compimento
La formula di obbedienza cambia nel caso l'ordinando sia un membro degli ordini religiosi.
Litanie dei SantiModifica
Con la preghiera litanica, la Chiesa chiede a Dio che, per l'intercessione di Maria Vergine e di tutti i Santi, benedica e ricolmi dei suoi doni i candidati chiamati al ministero sacerdotale. Durante il canto delle Litanie i fedeli si inginocchiano, mentre gli ordinandi si prostrano a terra in segno di umiltà e di consegna totale della propria vita a Dio.
«V: Preghiamo, fratelli carissimi, Dio Padre onnipotente, perché colmi dei suoi doni questi suoi figli che ha voluto chiamare all’ordine del Presbiterato.» |
- D: In ginocchio
Si cantano le Litanie dei santi
Terminate le litanie il Vescovo, a mani giunte, dice:
«V: Ascolta, o Padre, la nostra preghiera; effondi la benedizione dello Spirito Santo e la potenza della grazia sacerdotale su questi tuoi figli, noi li presentiamo a te Dio di Misericordia, perché siano Consacrati e ricevano l'inesauribile ricchezza del tuo dono. Per Cristo nostro Signore.» |
- T: Amen
- D: Alzatevi
Ordinazione vera e propriaModifica
Si compone di due semplici momenti espressi da GESTI e PAROLE. Gesto= imposizione delle mani; Parole= preghiera di Ordinazione.
Imposizione delle ManiModifica
Senza dire nulla il Vescovo impone le mani sul capo di ogni candidato inginocchiato dinnanzi a lui. Dopo il vescovo il gesto viene ripetuto dai sacerdoti presenti. Secondo il rito, con questo gesto dell'imposizione delle mani e con le parole della preghiera di Ordinazione, viene comunicato il dono dello Spirito Santo per la santificazione interiore, l'impressione del carattere che conforma l’anima dell’ordinando a quella di Cristo capo e buon pastore e riceve l'abilitazione per compiere gli uffici propri del grado presbiteriale dell’Ordine Sacro. L'assemblea partecipa a questo momento in silenzio orante e raccoglimento.
Preghiera ConsacratoriaModifica
Questa Preghiera (pronunciata solo dal Vescovo) ha una struttura trinitaria. La I parte (anamnesi) esprime l'opera compiuta da Dio nella Storia della Salvezza in riferimento all'Ordine. La II parte (epiclesi) è l'invocazione dello Spirito Santo sui candidati. La III parte è un'intercessione per gli ordinati per mezzo di Cristo.
«V: Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno, artefice della dignità umana, dispensatore di ogni grazia, che fai vivere e sostieni tutte le creature, e le guidi in una continua crescita: assistici con il tuo aiuto. Per formare il popolo sacerdotale tu hai disposto in esso diversi ordini, con la potenza dello Spirito Santo, i ministri del Cristo tuo Figlio. Nell’antica alleanza presero forma e figura i vari uffici istituiti per il servizio liturgico. A Mosè ed Aronne, da te prescelti per reggere e santificare il tuo popolo, associasti collaboratori che li seguivano nel grado e nella dignità. Nel cammino dell’esodo comunicasti a settanta uomini saggi e prudenti lo spirito di Mosè tuo servo, perché egli potesse guidare più agevolmente con il tuo aiuto il tuo popolo. Tu rendesti partecipi i figli di Aronne della pienezza del loro padre,perché non mancasse mai nella tua tenda il servizio sacerdotale previsto dalla legge per l’offerta dei sacrifici, che erano ombra delle realtà future. Nella pienezza dei tempi, Padre santo, hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Gesù, Apostolo e pontefice della fede che noi professiamo. Per opera dello Spirito Santo egli si offrì a te, vittima senza macchia, e rese partecipi della sua missione i suoi apostoli consacrandoli nella verità. Tu aggregasti ad essi dei collaboratori nel ministero per annunziare e attuare l’opera della salvezza. Ora, o Signore, vieni in aiuto alla nostra debolezza e donaci questi collaboratori di cui abbiamo bisogno per l’esercizio del sacerdozio apostolico. Questa parte della preghiera in genere viene fatta in canto Dona, Padre onnipotente, a questi tuoi figli la dignità del presbiterato. Rinnova in loro l’effusione del tuo spirito di santità; adempiano fedelmente, o Signore, il ministero del secondo grado sacerdotale da te ricevuto e con il loro esempio guidino tutti a un’integra condotta di vita. Siano degni cooperatori dell’ordine episcopale, perché la parola del vangelo mediante la loro predicazione, con la grazia dello Spirito Santo, fruttifichi nel cuore degli uomini, e raggiunga i confini della terra. Siano insieme con noi fedeli dispensatori dei tuoi misteri, perché il tuo popolo sia rinnovato con il lavacro di rigenerazione e nutrito alla mensa del tuo altare; siano riconciliati i peccatori e i malati ricevano sollievo. Siano uniti a noi, o Signore, nell’implorare la tua misericordia per il popolo a loro affidato e per il mondo intero. Così la moltitudine delle genti, riunita a Cristo, diventi il tuo unico popolo, che avrà il compimento nel tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli del secoli.» |
Al termine della preghiera, tutto il popolo presente esprime la sua partecipazione proclamando l'«Amen» finale che ha significato di approvazione, corresponsabilità, solidarietà nella scelta di coloro che sono stati ordinati e approva quanto è avvenuto.
- A:Amen.
Riti esplicativiModifica
Dopo il Rito Centrale (1.2) gli eletti sono «Ordinati». Ora la Liturgia significa con altri gesti ciò che è avvenuto Questi gesti servono a simboleggiare ed esplicitare i compiti, le funzioni, la dignità dei nuovi ordinati.
Vestizione degli abiti sacerdotaliModifica
L'ordinato veste la stola al modo presbiterale e la casula, abiti celebrativi sacerdotali.
Unzione CrismaleModifica
L'unzione esprime la conformità a Cristo; come Egli è stato unto dal Padre con lo Spirito Santo (cf At 10,38) ed è stato consacrato sommo sacerdote, così i presbiteri che nell'imposizione delle mani hanno ricevuto una partecipazione al sacerdozio del Signore e sono resi simili a Lui nel dono dello Spirito, ricevono anche l'UNZIONE ESTERNA, rituale visibile che manifesta quella interiore invisibile. Le parole che accompagnano l'unzione esprimono questa dottrina.
Il Vescovo unge con il sacro Crisma le palme delle mani di ciascun ordinato (inginocchiato davanti a lui) dicendo:
- V: "Il Signore Gesù Cristo che il Padre ha consacrato in Spirito Santo e potenza, ti custodisca per la santificazione del suo popolo e per l'offerta del sacrificio."
Consegna del Pane e del VinoModifica
Il Vescovo consegna a ciascun ordinato, genuflesso davanti a lui, il Pane con la Patena e il Calice con il Vino che saranno consacrati nell'azione eucaristica e dice:
V: "Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico. Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai. Conforma la tua vita al mistero della Croce di Cristo Signore."
Abbraccio di PaceModifica
Quindi il Vescovo scambia con ciascun ordinato l'abbraccio e il bacio della pace dicendo:
V: "La Pace sia con te."
O: "E con il tuo spirito."
I nuovi presbiteri scambiano l'abbraccio di pace con tutto il presbiterio presente, per significare l'entrata a far parte di esso e la loro accoglienza in esso. È tradizione che tutti i presbiteri (e dunque anche il vescovo) bacino le mani appena consacrate del nuovo presbitero, dopo aver scambiato la pace. Con il bacio delle mani e alle solite condizioni sancite dalla Chiesa è annessa l'Indulgenza Plenaria.
Termina la Liturgia di Ordinazione. I nuovi presbiteri concelebrano l'Eucaristia.
NoteModifica
- ^ CCC 1558
- ^ CCC 1562
- ^ a b c Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 28
- ^ Il ministro dell'ordinazione presbiterale è, dunque, il vescovo. (cfr. Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 26)
- ^ a b CCC 1564
- ^ CCC 1565
- ^ CCC 1348
- ^ CCC 1461
- ^ CCC 1519
- ^ CCC 1256
- ^ CCC 1623
- ^ CCC 1313
- ^ I vescovi sono i successori degli apostoli, essi hanno ricevuto la pienezza del sacramento dell'Ordine. Il fatto che questo sacramento venga amministrato da loro evidenzia che esso ha come effetto di unire più strettamente coloro che lo ricevono alla Chiesa, alle sue origini apostoliche e alla sua missione di testimoniare Cristo. (cfr. CCC 1313)
- ^ CCC 1312
- ^ CCC 1568
- ^ a b CCC 1567