Palazzo Bernardo e Giuseppe De Franchi

palazzo di Genova, parte dei Palazzi dei Rolli

Il palazzo Bernardo e Giuseppe De Franchi Toso è un edificio sito in piazza della Posta Vecchia al civico 2 nel centro storico di Genova. L'edificio fu inserito nella lista dei palazzi iscritti ai Rolli di Genova. Fu un’importante sede del Partito Socialista Italiano dal 1952 al 2003.

Palazzo Bernardo e Giuseppe De Franchi
Volta affrescata dal Fiasella
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàGenova
IndirizzoPiazza della Posta Vecchia, 2
Coordinate44°24′37.41″N 8°55′51.64″E / 44.410392°N 8.931011°E44.410392; 8.931011
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo; 1563
InaugurazioneXVI secolo
Usoabitazione/uffici(ex-sede del Partito Socialista Italiano)
Realizzazione
AppaltatoreBernardo e Giuseppe De Franchi

Storia e descrizione modifica

Il palazzo sorge su parte di isolato già degli Spinola e dei Grimaldi poi ricostruito per dimora dei De Franchi Toso. Le diverse proprietà dell'area furono acquistate da Bernardo e Giuseppe De Franchi Toso che nel 1563 ordinarono i lavori di costruzione del palazzo che ospiterà Gerolamo De Franchi Toso - quest'ultimo doge della Repubblica di Genova nel biennio 1581-1583 - e apparterrà alla famiglia fino al 1818. I De Franchi mantennero parzialmente le murature perimetrali preesistenti, in particolare sul vicolo Spinola dove vi sono ancora blocchi di pietra squadrata del portico tardomedievale tamponato nel XVI secolo.

L'edificio, con sopraelevazioni del XIX secolo, ha un portale in stile dorico che, attraverso l'atrio tramezzato da una bottega, introduce su un ampio cortile loggiato[1].

Con i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il palazzo ebbe seri danni alle decorazioni interne. Oggi è possibile ammirare due saloni monumentali con gli affreschi di Bernardo Castello, Scene della Gerusalemme liberata, e di Domenico Fiasella, Sansone che stermina i Filistei. Gli affreschi del Castello furono eseguiti nel primo decennio del Seicento, dopo che il pittore, che aveva lo studio nella stessa piazza della Posta, aveva illustrato l'edizione genovese della Gerusalemme Liberata del 1590[2], essendo stato poco tempo prima a Ferrara per conoscere personalmente il Tasso[3]. Nel salone è raffigurato, al centro, l'assedio di Gerusalemme con l'aiuto della torre d'assedio, e nei sei riquadri circostanti le storie di Goffredo di Buglione. Sul soffitto dell'altro salone, invece, il Fiasella rappresenta il celebre episodio biblico di Sansone che sconfigge i Filistei armato solo di una mascella d'asino[4].

In seguito ad un periodo in cui la proprietà del palazzo fu del conte Amedeo Umberto Alberti, i due piani nobili dello stesso divennero successivamente sede provinciale del Partito Socialista Italiano dal 1952 al 2003, anno in cui la proprietà dei piani nobili dell'edificio è stata ceduta per poco meno di 1 miliardo di lire a privati[5].

Note modifica

  1. ^ Una reggia repubblicana. Atlante dei palazzi di Genova 1576-1664, a cura di Ennio Poleggi, Torino, 1998
  2. ^ Dardi d'amore : Pittura e poesia nel Barocco emiliano, Davide Gasparotto, Carpi, Nuovagrafica, 2013
  3. ^ Castello Bernardo, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 21 (1978), di Giuliana Biavati
  4. ^ P. Donati, D. F. "il Sarzana", Genova 1974
  5. ^ [1]

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