Palazzo Serbelloni

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Palazzo Serbelloni è uno storico palazzo neoclassico di Milano, situato in corso Venezia n. 16[1].

Palazzo Serbelloni
Palazzo Serbelloni
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMilano
Indirizzocorso Venezia, 16
Coordinate45°28′07.86″N 9°11′59.75″E / 45.46885°N 9.19993°E45.46885; 9.19993
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVII secolo
RicostruzioneXVIII - XIX secolo
StileNeoclassico
Realizzazione
ArchitettoSimone Cantoni (facciata)
AppaltatoreFamiglia Serbelloni

Storia e descrizione modifica

Palazzo Serbelloni fu uno dei primi palazzi patrizi costruiti sul corso[1] che, a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, mutò radicalmente aspetto, per passare da strada suburbana, perlopiù circondata di orti e boschetti, ad elegante corso delle carrozze[2]. Sul posto era già presente un palazzo seicentesco[3], e taluni corpi di fabbrica medioevale[4]: la facciata viene radicalmente mutata da Simone Cantoni, che progetta il loggiato neoclassico che caratterizza la facciata, finito nel 1793[1].

Tale loggiato costituisce l'elemento di spicco della facciata: un grandioso timpano corona la loggia, in cui si possono notare i bassorilievi in stucco, realizzati da Francesco Carabelli, raffiguranti episodi della vita di Federico Barbarossa[5]. Visibile dall'esterno è l'atrio del palazzo, affrescato a trompe-l'œil, mentre non è più possibile trovare lo scalone monumentale, distrutto dai bombardamenti assieme al salone da ballo. Il palazzo attualmente ospita convegni e altre manifestazioni nel salone napoleonico, adeguatamente ristrutturato dopo i bombardamenti[6].

 
Dettaglio della loggia centrale

Il palazzo, residenza della famiglia Serbelloni, divenne meta di visite e incontri degli esponenti della cultura illuminista milanese dell'epoca, come Pietro Verri, Giuseppe Parini e Paolo Frisi, mentre più tardi divenne noto come ritrovo di feste più prodighe[5]. Successivamente il palazzo, per i suoi fastosi interni, ospitò Napoleone e il suo seguito, il principe di Metternich[7], e come ricorda una lapide sul palazzo, Vittorio Emanuele II assieme a Napoleone III, di ritorno vittoriosi dalla battaglia di Magenta[5].

Il palazzo fino alla fine dell'Ottocento comprendeva, come del resto molti degli altri palazzi nobiliari della zona, un vasto giardino che si estendeva dal retro del palazzo fino all'attuale corso Monforte: il giardino fu per la prima volta diviso nel 1890 per realizzare l'Istituto dei Ciechi, e in seguito per la lottizzazione del terreno e l'apertura e l'edificazione delle nuove vie Mozart, Serbelloni e Barozzi tra il 1907 ed il 1926.

Note modifica

  1. ^ a b c Attilia Lanza, Milano e i suoi palazzi: Porta Orientale, Romana e Ticinese, Libreria Meravigli Editrice, 1993, pg. 30.
  2. ^ Così veniva chiamato corso Venezia, dato che per i suoi eleganti palazzi, e il giardino all'italiana a fianco, veniva scelto come meta di passeggio dalla nobiltà milanese
  3. ^ di cui si può ancora vedere l'ala su via San Damiano
  4. ^ Enrico Colosimo, Palazzo Serbelloni, restauro conservativo dei prospetti esterni, lato via san Damiano e via Mozart, su milanoneicantieridellarte.it.
  5. ^ a b c Attilia Lanza, Milano e i suoi palazzi: Porta Orientale, Romana e Ticinese, Libreria Meravigli Editrice, 1993, pg. 32.
  6. ^ Attilia Lanza, Milano e i suoi palazzi: Porta Orientale, Romana e Ticinese, Libreria Meravigli Editrice, 1993, pg. 33.
  7. ^ allora cancelliere di stato austriaco

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