La Pantàsema è un'antica figura femminile legata ai riti agricoli dell'antica cultura pagana del centro Italia, particolarmente presente nei territori marchigiano, laziale e abruzzese. Pantàsema, Pantàsima, Fantàsima, Mammoccia, Pupazza e Signoraccia sono solo alcune delle varianti regionali del nome di questa antica figura, simbolo di fertilità, spesso legata ai riti di passaggio.

La Pantàsema nel centro Italia

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Marzanello, Vairano Patenora (CE)

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A Marzanello, frazione di Vairano Patenora, nel primo trentennio del XX secolo, insieme al mazzamauriègli (gnomi e folletti che popolavano le campagne), le ianàare (streghe) e gli spiriti inquieti delle persone decedute per morte violenta, tra le presenze occulte e malvagie dell'immaginario popolare viene annoverata anche la Pantàsema come personaggio maligno indefinito.

Grotti di Cittaducale (RI)

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A Grotti di Cittaducale, frazione dell'omonimo comune posta nella bassa Valle del Salto, tra le regioni storiche della Sabina e del Cicolano in Provincia di Rieti, viene chiamata Pantàsima, accanto alle varianti Pantàrma e Pupazza, così come nelle zone circostanti al paese. Durante i festeggiamenti serali delle ricorrenze religiose in onore del patrono San Vittorino di Amiterno e della Madonna dei Balzi (entrambe nella prima metà di settembre), la Pantàsima di cartapesta, adornata di fuochi d'artificio installati sulle spalle e sul capo, fa il suo ingresso nella piazza del paese fra le danze e a turno viene 'indossata' dagli astanti, che ballano al centro della folla.

Il termine Pantàsema nei dialetti del centro Italia

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Torre Cajetani (FR)

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A Torre Cajetani, nel dialetto del paese, si una ancora oggi il termine Pantàsema: fantasma

Valmontone (RM)

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A Valmontone, nel dialetto locale il termine Pantasima sta a indicare una donna che, calata in un contesto solitamente pubblico, risulta inutile, inespressiva e la cui presenza non altera le sorti dell'azione in corso. Dunque, il termine ha una connotazione negativa.

Jenne (RM)

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A Jenne, nel dialetto Jennese il termine Pantàsema indica: fantasma; donna inespressiva; donna immobile. Accr. pantasemòna; Masch. pantasemòne; Plu. pantasimuni.

Civitella Roveto (AQ)

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A Civitella Roveto il termine Pantàsema indica: donna invadente.

Canepina (VT)

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Un tratto fonetico che colpisce per la sua vitalità nei Cimini è senza dubbio la sonorizzazione della fricativa sorda che giustifica forme quali a Canepina vaggi “faggi”, vasióli “fagioli”, vronchèllo “fringuello” e a Vallerano i vvòchi “i fuochi”, vilo, viume, vièno. Il tipo pantàsima “fantasma” [CARB, CC, CCA, CNP, F, FAL, R, S, VAS], pantàsimu [SOR], d'origine greca, rappresenta invece uno sviluppo isolato di tipo meridionale.[1]

  1. ^ L. Cimarra - F. Petroselli, Contributo alla conoscenza del dialetto di Canepina, Civita Castellana, Amministrazione Comunale di Canepina, 2008.

Bibliografia

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  • L. Cimarra - F. Petroselli, Contributo alla conoscenza del dialetto di Canepina, 2008
  • L. Martini, Il caro volo: momenti di vita castrocielese, 2003
  • A. Panarello, Terra filiorum Pandulfi, maggio 2002
  • G. Tardio, Fantocci nei rituali festivi - TESTI DI STORIA E DI TRADIZIONI POPOLARI, Edizioni SMiL 2008