Paolo Toffanin

avvocato italiano

Paolo Toffanin (Padova, 9 marzo 1890Padova, 9 novembre 1971) è stato un avvocato italiano.

Paolo Toffanin

Biografia modifica

Figlio di Domenico Toffanin (1861-1920) e di Maria Rodella (1868-1962), era fratello di Giuseppe e di Anna (che sposò il fisiologo antifascista Enoch Peserico).

Legato a Roberto Farinacci[1], fu amico di Cesare Musatti che di lui scrisse:

«Egli, pur non essendo per nulla fascista, e neppure uomo di chiesa era amico di tutti: di Roberto Farinacci, di padre Agostino Gemelli, di Francesco Carnelutti, di Novello Papafava (ultimo rappresentante di un certo liberalismo illuminato esistente a Padova), ed anche amico mio (lo conoscevo da molti anni sopra tutto attraverso il fratello, che insegnava letteratura italiana nell'Università di Padova"[2]»

Durante l'occupazione nazista Cesare Musatti fu tratto in salvo dal Toffanin[3] che lo aiutò a trasferirsi a Ivrea, ospite dell'amico Adriano Olivetti. Nel 1944 gli fu impedita la difesa di Galeazzo Ciano nel processo di Verona, anche se partecipò al tentativo di Roberto Farinacci di intervenire per convincere la corte marziale a seguire una "linea morbida"[4]. La Gestapo lo svegliò all'alba per intimargli l'ordine di non presentarsi e per comunicargli che la difesa di Ciano sarebbe stata assegnata d'ufficio all'Avv. Paolo Tommasini. Per la difesa del suo assistito il Toffanin era riuscito a convincere Roberto Farinacci a testimoniare a rischio della sua stessa vita. La testimonianza di Farinacci era infatti rischiosa in quanto pendeva su di lui un procedimento avanti allo stesso Tribunale speciale.

Anche se non riuscì a salvare Ciano, Farinacci parlò comunque agli otto giudici in aula e al ristorante dell'albergo Colomba di Verona.[4] Sempre nello stesso anno, in aprile a Parma, Toffanin difese Carlo Scorza, ultimo Segretario del Partito Nazionale Fascista, ottenendone la scarcerazione; nel corso del processo fece anche testimoniare Farinacci, e quest'intervento risultò a quanto pare determinante per l'assoluzione (come risulta da una lettera di Toffanin ad Adriana Farinacci)[5]. Difese anche l'ammiraglio Luigi Mascherpa di fronte al tribunale speciale, in un clima di forte intimidazione:

«Tocca poi all'avvocato Toffanin difendere Mascherpa. Dimostrò lucidamente che l'ammiraglio non poteva non attuare gli ordini ricevuti dal Comando supremo, riconfermati poi dal governatore dell'Egeo, e cioè da Campioni, da cui direttamente dipendeva. Era un soldato, che da due anni combatteva nella sperduta isola di Lero, all'oscuro di tutti i travagli politici della capitale. Come tale doveva obbedire agli ordini del re e dei governi in carica. Il Pubblico ministero intervenne energicamente contro l'avvocato, prospettando alla Corte la possibilità di una sua incriminazione per apologia di reato

Nel 1945, dopo la caduta del fascismo, fu incarcerato ma subito liberato anche per i buoni uffici di mons. Carlo Agostini, vescovo di Padova[7]. Una volta liberato, Toffanin si preparò a difendere il Ministro dell'Educazione Nazionale Carlo Alberto Biggini[8], nascosto nella basilica antoniana di Padova, difesa resa vana dalla morte dello stesso Biggini per un cancro al pancreas, mentre, sotto falso nome, era ricoverato in una clinica milanese.

La storica Maria Bocci, nel suo libro dedicato ad Agostino Gemelli, afferma che Paolo Toffanin apparteneva a una famiglia "imparentata ad alcuni dei più rinomati casati padovani, famiglia che era al centro di una trama di rapporti e di conoscenze che la rendevano un punto di riferimento importante della borghesia cittadina della prima metà del Novecento"[9].

Note modifica

  1. ^ Jennifer Pudney, Suzanne Dingee, Lorenzo Benadusi, Suzanne Dingee, Jennifer Pudney, 2012 University of Wisconsin Press; Pardini 2007 p.435
  2. ^ Bocci 2003 p.465
  3. ^ Maria Bocci, Agostino Gemelli rettore e francescano: chiesa, regime, democrazia, Morcelliana, 2003, p.552
  4. ^ a b Farinacci e il tentativo non riuscito di salvare Ciano al processo di Verona, su lanostrastoria.corriere.it. URL consultato il 17 aprile 2023.
  5. ^ Alfredo De Marsico, 25 luglio 1943: memorie per la storia, Laterza, 1983, p.XII; Toffanin scrive che Farinacci "parlò per «due ore con coraggio e generosità» guadagnandosi gli applausi da parte di «fascisti e antifascisti che erano nelle tribune»" (Roberto Festorazzi, ilgiornaledivicenza.it[collegamento interrotto])
  6. ^ Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli, Mondadori ed., 1987, p.7
  7. ^ Pierantonio Gios, Un vescovo tra nazifascisti e partigiani, Istituto per la Storia Ecclesiastica Padovana, 1986, p.50
  8. ^ Luciano Garibaldi, La pista inglese: chi uccise Mussolini e la Petacci?, Ares, 2002, p.146
  9. ^ Maria Bocci, Agostino Gemelli rettore e francescano: chiesa, regime, democrazia, Morcelliana, 2003, ISBN 978-88-372-1917-8. URL consultato il 17 aprile 2023.

Bibliografia modifica

  • Lettera inedita di Paolo Toffanin, Padova, a Giovanni Semeria, 24 luglio 1919
  • "Sentenza nella causa contro il Conte Ettore Arrigoni degli Oddi fu Oddo" Bottaro 1926
  • Dino Campini, "Strano gioco di Mussolini", PG, 1952
  • Tiziano Tessitori, "Storia del movimento cattolico in Friuli: 1858-1917", Del Bianco, 1964
  • Concetto Pettinato, "Bandiera a mezz'asta", G. Volpe, 1970
  • Dino Campini, "Piazzale Loreto", Edizioni del Conciliatore, 1972
  • Giuseppe Toffanin jr., "Cent'anni in una città", Rebellato 1973
  • Cesare Musatti, "Il pronipote di Giulio Cesare", Mondadori, 1979
  • Giovanni Artieri, "Mussolini e l'avventura repubblicana", A. Mondadori, 1981
  • Silvio Lanaro, "Il Veneto", Einaudi, 1984
  • Luigi Russo "Belfagor, Volume 41,Edizioni 1-3", L.S. Olschki, 1986
  • Pierantonio Gios, "Un vescovo tra nazifascisti e partigiani, Istituto per la Storia Ecclesiastica Padovana", 1986
  • Renzo De Felice, "Mussolini l'alleato: 1940-1945, Volume 2", Einaudi, 1990
  • Massimiliano Griner, "La Banda Koch: il reparto speciale di polizia, 1943-44", Bollati Boringhieri, 2000
  • Luciano Garibaldi, "La pista inglese: chi uccise Mussolini e la Petacci?", Ares, 2002
  • Maria Bocci, "Agostino Gemelli rettore e francescano: chiesa, regime, democrazia", Morcelliana, 2003
  • Roberto Festorazzi "Farinacci: l'antiduce", Il Minotauro, 2004
  • Lorenzo Benadusi "Il nemico dell'uomo nuovo: l'omosessualità nell'esperimento totalitario fascista", Political Science 2005
  • Francesca Garello, "Le carte di Concetto Pettinato tra giornalismo e politica", Fondazione Ugo Spirito, 2006
  • Roberto Roggero, "Oneri e onori: le verità militari e politiche della guerra di liberazione in Italia", Greco & Greco Editori, 2006
  • Emma Fattorini, "Pio XI, Hitler e Mussolini: la solitudine di un papa", G. Einaudi, 2007
  • Giuseppe Pardini "Roberto Farinacci, ovvero, Della rivoluzione fascista", Le Lettere, 2007
  • Roberto Festorazzi "Farinacci cercò di salvare Ciano e rischiò la vita", Avvenire 20/06/2012