Parapolydora H.Rob, 2005 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

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Parapolydora
Parapolydora fastigiata
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaVernonioideae
TribùVernonieae
SottotribùCentrapalinae
Genere Parapolydora
H.Rob, 2005
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Specie
(Vedi testo)

Etimologia

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Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dal botanico Harold Ernest Robinson (1932-2020) nella pubblicazione " Phytologia; Designed to Expedite Botanical Publication. New York" ( Phytologia 87(2): 78) del 2005.[3]

Descrizione

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Il portamento
Parapolydora fastigiata
 
Infiorescenza
Parapolydora fastigiata
 
I fiori
Parapolydora fastigiata

Le specie di questa voce sono erbacee perenni alte al massimo 0,2 - 1 metro. Gli steli sono snelli, prostrati o eretti con pochi o molti rami. La pubescenza è formata da peli semplici o multisettati a forma di L. Gli organi interni di queste piante contengono lattoni sesquiterpenici.[4][5][6][7][8]

Le foglie lungo il caule normalmente sono a disposizione alternata. La forma della lamina è semplice e varia da lineare a strettamente ellittico-lanceolata. I bordi sono continui e dentati finemente. La superficie superiore è verde, quella inferiore è più scura. Le venature in genere sono pennate con corte venature secondarie. Le stipole sono assenti.

Le infiorescenze sono composte da capolini lungamente peduncolati terminali raccolti in formazioni informali. I capolini, discoidi, sono formati da un involucro persistente a forma da campanulata a subglobosa composto da brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tubulosi. Le brattee (110 - 130) sono disposte in circa 6 serie in modo embricato e scalato ed hanno delle forme da lineari a lanceolate; i bordi sono dentati; il colore è più o meno verde. Il ricettacolo, a forma piatta e alveolato, è privo di pagliette. Lunghezza delle brattee: 2 – 12 mm.

I fiori (da 45 a 50) sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono di tipo tubuloso (actinomorfi). In genere i fiori sono ermafroditi (bisessuali) e fertili.

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[9]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla dei fiori tubulosi ha un profondo tubo con 5 lobi finali glabri. La base del tubo è strettamente imbutiforme. Il colore è lavanda.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, glabri o papillosi e distinti. Le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo ed hanno in genere hanno una forma sagittata e senza code. Le appendici apicali delle antere (con forme ovato-lanceolate) non sono ghiandolose. Nell'endotecio sono presenti delle zone più spesse. Il polline normalmente è tricolporato, "lophato" (a creste e lacune) e echinato a forma sferica o schiacciata ai poli (diametro circa 50 micron).
  • Gineceo: lo stilo è filiforme con due stigmi. La base dello stilo ha dei distinti nodi anulari; l'apice ha dei lunghi peli a forma di spazzola. Gli stigmi sono lunghi e divergenti; sono sottili, pelosi e con apice acuto; la superficie stigmatica è interna (vicino alla base). L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. L'ovulo è unico e anatropo.

I frutti sono degli acheni con pappo. La forma dell'achenio in genere è subcilindrica con 8 - 10 coste e superficie pubescente per peli ispidi. Nell'achenio, privo di fitomelanina, sono presenti dei rafidi corti o allungati e idioblasti. Il pericarpo può essere di tipo parenchimatico, altrimenti è indurito (lignificato) radialmente. Il carpoforo (o carpopodium - il ricettacolo alla base del gineceo) è anulare. I pappi sono formati da due serie di setole: quella interna ha delle setole bianche e barbate (non sono ampie all'apice); quella esterna da numerose corte scaglie lineari. I pappi sono direttamente inseriti nel pericarpo o connati in un anello parenchimatico posto sulla parte apicale dell'achenio.

Biologia

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  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante può avvenire anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini (se presenti) delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat

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Le specie di questo gruppo si trovano principalmente nell'Africa meridionale.[2]

Tassonomia

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La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[10], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[11] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[12]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][7][13]

Filogenesi

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Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Centrapalinae H. Rob, descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[14] Dagli ultimi studi filogenetici sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. Centrapalinae occupa una posizione centrale e appartiene al clade del Vecchio Mondo; in particolare è inclusa nel subclade africano più vicino alle specie tropicali americane.[15]

La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[13]

  • il portamento delle specie di questo gruppo è erbaceo perenne o subarbustivo;
  • la pubescenza degli steli è fatta di peli semplici o irregolarmente da peli a forma di "T";
  • le appendici delle antere talvolta hanno delle pareti cellulari ispessite;
  • gli acheni possono avere fino a 10 coste.

All'interno della sottotribù questo genere, da un punto di vita filogenetico, occupa una posizione abbastanza recente (ossia si è diviso più o meno per ultimo dal resto del gruppo) e con il genere Centrapalus Cass. forma un "gruppo fratello".[16]

I caratteri distintivi per questo genere sono i seguenti:[16]

  • la base degli steli è eretta;
  • le setole del pappo sono bianche;
  • le setole degli acheni hanno una sola cellula allungata e solitaria.

In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[7]

Elenco delle specie

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Questo genere ha 2 specie:[2]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 25 settembre 2021.
  3. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 25 settembre 2021.
  4. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  5. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  6. ^ Judd 2007, pag.517.
  7. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 444.
  8. ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 25 settembre 2021.
  9. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  10. ^ Judd 2007, pag. 520.
  11. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  12. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  13. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 171.
  14. ^ Susanna et al. 2020.
  15. ^ Funk & Susanna 2009, pag.449.
  16. ^ a b Robinson et al. 2011.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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