Perseo (piroscafo)

Il Perseo è stato un piroscafo mercantile italiano affondato nel corso della prima guerra mondiale con la perdita di 227 tra militari e membri dell'equipaggio.[1]

Perseo
Descrizione generale
TipoPiroscafo
CantiereR. Napier & Sons, Glasgow
Impostazione1883
Varo16 novembre 1883
Completamento1884
Entrata in servizio15 febbraio 1884
Destino finaleaffondato il 4 maggio 1917
Caratteristiche generali
Stazza lorda4.158 tsl
Lunghezza116 m
Larghezza12,8 m
Pescaggio7,6 m
Velocità14 nodi (25,93 km/h)
Note
dati tratti da SS Perseo (+1917)[1]
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Storia modifica

Il piroscafo Perseo fu costruito presso il cantiere navale R. Napier & Sons di Govan,[N 1] su ordine della Società Italiana di Trasporti Marittimi Raggio & Co. di Genova.[2] Lo scafo, realizzato in ferro, venne costruito nel corso del 1883 e varato il 16 novembre dello stesso anno.[2]

La lunghezza della nave era di 116 m, la larghezza massima di 12,8 m, il pescaggio di 7,6 m, la stazza lorda era di 4158 tonnellate.[3] L'apparato propulsore era basato su una macchina a vapore a duplice espansione che garantiva una potenza di 750 n.h.p. ed azionava una singola elica.[1] La velocità massima era di 14 nodi.[4] Prua verticale, era armato con tre alberi e vele ausiliarie di taglio: fiocchi, randa, controranda e strallo.[4] Due fumaioli.[4] Il 15 febbraio 1884 il Perseo salpò per il suo viaggio inaugurale per raggiungere Las Palmas, Montevideo e Buenos Aires.[3][2] Nel 1885 la nave fu venduta alla Navigazione Generale Italiana (NGI) di Genova, continuando ad operare sulle rotte per il Sud America.[5] Rimase bloccato in porto, messo in quarantena, a causa dello scoppio a bordo di una epidemia di colera, che una volta partito da Genova lo fece arrivare a destinazione con sette settimane di ritardo.[5] Nel 1891 gli fu sostituito l'apparato motore al fine di aumentarne la velocità a 15 nodi al fine di ricevere le sovvenzioni dal governo argentino che le elargiva a chi avesse garantivo collegamenti rapidi con l'Europa.[5] Il 19 dicembre 1899 entrò in collisione con la nave francese Meuse nelle vicinanze di Alicante, e dovette rientrare a Genova per le opportune riparazioni.[5]

Dopo aver subito lavori di miglioramento, nel 1906 fu venduto alla Società Nazionale di Servizi Marittimi di Genova che lo impiegò sulla rotta con la Siria.[5] il 12 febbraio 1908 affondò nel porto di Napoli a seguito di una collisione, ma fu recuperato e riparato.[5][2] Nel 1911 venne requisito dalla Regia Marina per essere adibito al trasporto truppe a Tripoli nel corso della guerra italo-turca.[5] Nel 1913 fu venduto alla Società Italiana di Servizi Marittimi di Venezia.[2]

Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia fu nuovamente requisito dalla Regia Marina.[6] Il piroscafo Perseo salpò il 3 maggio da Taranto con a bordo diverse compagnie di sussistenza e di fanteria dirette a Milo, per un totale di circa 500 militari. Alle 5:45 del 4 maggio venne intercettato nel Mare Ionio, tra Cefalonia e Messina, ed affondato con un siluro dal sommergibile austro-ungarico U-4[N 2] al comando di Rudolf Singule.[6] Nel naufragio persero la vita 227 persone, tra cui circa 123 fanti del 63º Reggimento fanteria della Brigata Cagliari.[1]

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Un sobborgo industriale di Glasgow posto lungo il corso del fiume Clyde.
  2. ^ L’anno precedente lo stesso sommergibile aveva affondò vicino alla costa croata l’incrociatore corazzato italiano Giuseppe Garibaldi.

Fonti modifica

  1. ^ a b c d Wrecksite.
  2. ^ a b c d e Clydeship.
  3. ^ a b Peluso 2007, p. 11.
  4. ^ a b c Agenzia Bozzo.
  5. ^ a b c d e f g Peluso 2007, p. 16.
  6. ^ a b Fronte Macedone.

Bibliografia modifica

Periodici
  • Giuseppe Peluso, Società Marittima Raggio & Co., in Notiziario CSTN, n. 59, Napoli, Centro Studi Tradizioni Nautiche-Lega Marittima Italiana, luglio 2017, p. 9-16. URL consultato il 21 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2022).

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica