Pierre Jeanneret

architetto, designer e urbanista svizzero

Pierre Jeanneret (Ginevra, 22 marzo 1896Ginevra, 4 dicembre 1967) è stato un architetto, designer e urbanista svizzero naturalizzato francese[1].

Pierre Jeanneret

Biografia modifica

 
Panjab University di Pierre Jeanneret

Il suo nome ed il suo lavoro sono indissolubilmente legati a quello del celeberrimo cugino Charles-Edouard Jeanneret-Gris, alias Le Corbusier, con cui condivise molteplici esperienze. La sua fortuna critica si sviluppa all'ombra del ben più famoso cugino, uno degli accreditati maestri dell'architettura contemporanea, e, sebbene il suo nome sia sempre riconosciuto come coautore di molti edifici di Le Corbusier, si fatica ad attribuirne la piena paternità a opere come Villa Savoye (1928-1931) - edificio emblematico del movimento moderno. Il suo reale contributo a queste opere rimane ancora oscuro, nonostante i rari approfondimenti degli storici.[2]

Si diplomò all'École des Beaux-Arts di Ginevra, lavorò in seguito con i Perret e iniziò la stabile collaborazione con il cugino nel 1922 nell'atelier di rue de Sèvres 35. Co-firmò gran parte i progetti anteriori alla seconda guerra mondiale.[3] Portano la sua paternità anche le abitazioni, in Square du Docteur Blance a Parigi, del banchiere La Roche e del comune cugino Albert Jeanneret, 1923-1925, oggi sede della Fondazione Le Corbusier. Ebbe un ruolo preminente anche nelle opere di design: co-firmò, assieme anche a Charlotte Perriand le più note opere di Le Corbusier (tra cui la chaise-longue LC4 e la poltroncina LC3). Nel 1922 partecipò al primo CIAM e successivamente ad altri congressi CIAM, come il quarto ad Atene.

Con l'inizio della seconda guerra mondiale ci fu l'interruzione forzata del sodalizio con Le Corbusier - lo studio chiuse i battenti a seguito dell'invasione nazista. A guerra conclusa, iniziò a lavorare da solo costruendo poche opere e dedicandosi al design di mobili, collaborando anche con altri designer noti quali Jean Prouvé e Charlotte Perriand. Nel 1951 ebbe una nuova opportunità di collaborazione con Le Corbusier come capo progetto della nuova città di Chandigarh, in India, coadiuvato da Edwin Maxwell Fry e Jane Beverly Drew. Si trasferì in India dove, oltre a seguire il progetto urbanistico, dirigendo uno studio formato da molti architetti, si dedicò alla realizzazione dei principali edifici del Campidoglio, in collaborazione con il cugino. Oltre a ciò costruì edifici a sua esclusiva firma, quali il "Gandhi Bhawan", e mobili a basso costo, destinati agli edifici stessi, oggi oggetto di modernariato.

Jeanneret rimase a Chandigarh dopo la sua costruzione, consigliando il governo locale nella sua qualità di capo architetto della città. Per commemorare la sua eredità, l'amministrazione di Chandigarh ha restaurato la sua residenza, House No. 57, Sector 5 (Type 4J), e l'ha trasformata in un museo dedicato ai suoi contributi alla città, il 22 marzo 2017, 121º anniversario della sua nascita.[4] Tornò in Europa nel 1965 gravemente ammalato e si spense nel 1967. Nel 1970, a memoria del suo volere testamentario, le sue ceneri furono riportate a Chandigarh e sparse nel lago Sukhna.[5][6]

Galleria d'immagini modifica

La casa dell'architetto svizzero Pierre Jeanneret trasformata in un museo, Chandigarh, India:

Note modifica

  1. ^ Pierre Jeanneret, in Dizionario storico della Svizzera.
  2. ^ René Herbst, Union des Artistes Modernes, Paris. 25 années UAM,1930 - 1955, Paris, Editons du salon des Arts Ménagers, 1956.
  3. ^ Pierre Jeanneret, su Historisches Lexikon der Schweiz. URL consultato il 20 maggio 2016.
  4. ^ Badnore opens Pierre Jeanneret museum, su Tribuneindia.com. URL consultato il 14 ottobre 2017.
  5. ^ Jacques Sbriglio, Apartment Block 24 N. C. and LeCorbusier's Home, Springer Science & Business Media, 1º gennaio 1996, pp. 98–, ISBN 978-3-7643-5432-9.
  6. ^ Richard A. Etlin, Frank Lloyd Wright and Le Corbusier: The Romantic Legacy, Manchester University Press, 1994, pp. 7–, ISBN 978-0-7190-4061-0.

Bibliografia modifica

  • (FRENDE) Oeuvre complete di Le Corbusier
    • Oscar Stonorov, Willy Boesiger, Volume 1: 1910-1929 - Le Corbusier et Pierre Jeanneret;
    • Willy Boesiger, Volume 2: 1929-1934 - Le Corbusier et Pierre Jeanneret;
    • Max Bill, Volume 3: 1934-1938 - Le Corbusier et Pierre Jeanneret
  • (FR) Tim Benton, Les villas de Le Corbusier et Pierre Jeanneret 1920-1930, Parigi, P. Sers, 1984; Parigi, Ed. de la Villette, 2007, ISBN 978-2-915456-06-6.
  • (FR) Hélène Cauquil, Pierre Jeanneret (1896-1967). Un architecte dans son siècle, Paris, BRA, Ministere de l'environnement et du cadre de vie, Direction de l'architecture, Secretariat de la recherche architecturale, 1986.
  • (FR) Charlotte Perriand, 'Un art de vivre', Paris, Flammarion, 1985 (trad. it. 'Io, Charlotte. Tra Le Corbusier, Léger e Jeanneret', Roma-Bari, Laterza, 2006).
  • (EN) Edwin Maxwell Fry, Kiran Joshi, Jane Beverly Drew, Documenting Chandigarh: The Indian Architecture of Pierre Jeanneret, Edwin Maxwell Fry, Jane Beverly Drew, Grantha Corporation, 1999, ISBN 189020613X.
  • (EN) Volker Fischer, LC4 Chaise Longue by Le Corbusier, Pierre Jeanneret and Charlotte Perriand, The (Broché), Basel, Birkhauser, 2005, ISBN 3764367857. ISBN 978-3764367855
  • Architektenlexicon, 297.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN47554080 · ISNI (EN0000 0001 2131 4816 · ULAN (EN500004442 · LCCN (ENn82232821 · GND (DE118557246 · BNF (FRcb119749222 (data) · J9U (ENHE987007273231305171 · CONOR.SI (SL92473699 · WorldCat Identities (ENlccn-n82232821