Porta Picaloca
Porta Picaloca (o Porta dell'Ospitale) era un tempo una delle porte di accesso alla fortezza di Castel Goffredo, per chi proveniva da est. È l'unica rimasta (ricostruita) tra le quattro antiche porte di accesso alla città.
Porta Picaloca Mura di Castel Goffredo | |
---|---|
Porta Picaloca e ospedale vecchio (a destra), agli inizi del '900. | |
Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Lombardia |
Città | Castel Goffredo |
Indirizzo | Piazzale della Vittoria ‒ 46042 Castel Goffredo (MN) |
Coordinate | 45°17′51.31″N 10°28′37.91″E |
Informazioni generali | |
Tipo | porta cittadina |
Materiale | marmo bianco |
Condizione attuale | restaurata |
Visitabile | sì |
[1] | |
voci di architetture militari presenti su Wikipedia | |
Storia
modificaIn epoca medievale, per accedere alla città da est bisognava percorrere un ponte che attraversava il fossato a difesa della città-fortezza e quindi per Porta Picaloca, edificio a due piani.
All'inizio del Quattrocento, sotto il marchesato di Alessandro Gonzaga, il primo nucleo abitato costruito a ridosso di "Castelvecchio" fu circondato da un secondo ordine di mura.[2] Tutto attorno alle mura si estendeva un fossato originato dal corso dei torrenti Fuga e Tartarello.[3]
L'accesso al borgo era controllato da quattro porte:
- Porta Picaloca, a est, all'ingresso dell'attuale via Mantova (unica a oggi rimasta);
- Porta di Sopra, a nord, all'ingresso dell'attuale via Manzoni, a ridosso della quale nel 1460 fu costruito a maggiore difesa il rivellino;[4]
- Porta del Povino, a sud, all'ingresso dell'attuale via Botturi;
- Porta di Poncarale, a ovest, all'ingresso dell'attuale via Poncarali.
Nel 1817 prese avvio la demolizione della seconda cinta muraria[5] che progressivamente venne conclusa nel 1920.[6]
Il 24 giugno 1859, giorno della battaglia di Solferino, attraverso Porta Picaloca, difesa solo da un cancello in ferro sorretto da due pilastri, e Porta di Sopra penetrarono gli uomini del 3º corpo d'armata francese al comando del generale François Certain de Canrobert che, dopo alcune scaramucce, cacciò gli austriaci dal paese.[7]
Davanti alla Porta e nelle zone adiacenti agli inizi del Novecento si svolgeva il mercato del bestiame del paese.
Ciò che rimane dell'antica Porta Picaloca è rappresentato dai due pilastri in marmo bianco all'ingresso di Via Mantova.
Note
modifica- ^ Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005.
- ^ Bonfiglio (2005), p.62.
- ^ Bonfiglio (2005), p.61.
- ^ Berselli, p.107.
- ^ Bonfiglio (2005), p.89.
- ^ Bonfiglio (2005), p.91.
- ^ Castel Goffredo dalla civiltà contadina all'era industriale (1848-1900). (PDF), su accademianazionalevirgiliana.org. URL consultato il 23 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2018).
Bibliografia
modifica- Costante Berselli, Castelgoffredo nella storia, Mantova, 1978.ISBN non esistente
- Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005, ISBN 88-7495-163-9.
- Enzo Boriani, Castelli e torri dei Gonzaga nel territorio mantovano, Brescia, 1969.
Altre fonti
modifica- 1999 – Immagina. Castel Goffredo: l'evoluzione di un territorio, CD-ROM, a cura del Comune di Castel Goffredo
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta Picaloca