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La Nebulosa Granchio vista all'infrarosso dal telescopio spaziale Spitzer.
La Nebulosa Granchio vista all'infrarosso dal telescopio spaziale Spitzer.

La Nebulosa del Granchio (nota anche come Nebulosa Granchio o con le sigle di catalogo M 1 e NGC 1952) è il primo oggetto del catalogo di Charles Messier, scoperta nel 1731 da John Bevis. È un resto di supernova: una nebulosa di gas in espansione, espulsi dall'esplosione di una supernova registrata il 4 luglio 1054 (SN 1054), che fu registrata dagli astronomi cinesi e arabi dell'epoca. La nebulosa è oggi larga più di sei anni luce, si sta espandendo alla velocità di 1500 km/sec e ha una massa totale di circa 4,6 ± 1,8 M. La supernova che la produsse fu abbastanza brillante da essere visibile ad occhio nudo durante il giorno, sorpassando la luminosità di Venere. La Nebulosa del Granchio si trova a circa 6.500 anni luce di distanza, nella costellazione del Toro. Perciò l'evento cosmico che l'ha prodotta è in realtà avvenuto 6.500 anni prima di essere visibile, cioè circa nel 5400 a.C.

Al centro della nebulosa si trova la pulsar del Granchio (nota anche come PSR B0531+21), una stella di neutroni con un diametro di circa 10 chilometri, scoperta nel 1968: fu la prima osservazione di un'associazione tra pulsar e resti di supernova, una scoperta fondamentale per l'interpretazione delle pulsar come stelle di neutroni.

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