Precetti coniugali
I Precetti coniugali (o Coniugalia praecepta) sono un'opera di Plutarco, nella quale egli indica quali azioni si devono compiere per mantenere un perfetto matrimonio.
Precetti coniugali | |
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Titolo originale | Γαμικὰ παραγγέλματα |
Busto moderno di Plutarco nella sua Cheronea. | |
Autore | Plutarco |
Periodo | I-II secolo |
Genere | saggio |
Lingua originale | greco antico |
Serie | Moralia |
Struttura
modificaRivolgendosi agli amici Polliano ed Euridice, Plutarco inizia dando alcuni veloci riferimenti eruditi sui costumi nuziali in Grecia e afferma, poi, che il matrimonio migliore si fonda sulla comunanza di intenti e sull'emulazione, sicché uno sposo di condizione inferiore alla moglie dovrà sentirsi spinto a migliorare se stesso, non a umiliare la sposa[1], mentre la donna saprà discretamente prendere esempio dal marito, senza esagerare[2].
Plutarco non era solo teorico in queste materie, in quanto egli stesso era felicemente sposato, come si nota dalla sua lettera alla moglie[3].
Il breve saggio[4], ricco di aneddoti e citazioni per i due giovani sposo, è incluso nel Catalogo di Lampria ed è citato frequentemente da scrittori successivi, come Stobeo, ad esempio, nel suo Florilegio[5] e San Girolamo[6].
Note
modificaBibliografia
modifica- Plutarco, Introduzione e traduzione integrale di: Amatorius, Praecepta Coniugalia, Amatoriae Narrationes (dai Moralia), a cura di G. Tentorio, Milano, BUR, 2006..
Voci correlate
modificaControllo di autorità | VIAF (EN) 185579304 · BAV 492/86752 · LCCN (EN) nr94000783 · GND (DE) 1088068618 · BNE (ES) XX5059512 (data) · BNF (FR) cb14645606h (data) · J9U (EN, HE) 987007592864705171 |
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