Psusennes II

faraone egizio

Psusennes II (... – 945 a.C.) è stato un faraone della XXI dinastia egizia.

Psusennes II
Statua regale (in origine di Thutmose III) con dedica a Psusennes II e Shoshenq I, Museo del Cairo, CG 42192
Re dell'Alto e Basso Egitto
In caricaTerzo periodo intermedio
Incoronazione959 a.C.
PredecessoreSiamon
SuccessoreSheshonq I
Morte945 a.C.
Luogo di sepolturaTani (?)
DinastiaXXI dinastia egizia
FigliMaatkara

Biografia

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Manetone (secondo Sesto Africano) lo chiama Psusennēs e gli attribuisce un regno di 14 anni. Non sono noti gli eventuali legami di parentela col suo predecessore, Siamon e non è da escludere la possibilità che sia stato legittimato a regnare grazie ad un matrimonio con una rappresentante della famiglia reale.

È molto probabile che sia stato Psusennes II il sovrano interpellato dal principe libico Sheshonq di Herakleopolis (il futuro Sheshonq I) allo scopo di ottenere il permesso per instaurare un culto funebre, ad Abido, in onore di suo padre Nemrod (o Nimlot). Il sovrano, dopo aver personalmente consultato l'oracolo di Amon presso il tempio di Karnak, diede il permesso, confermando anche a Sheshonq l'ereditarietà dei titoli paterni. Questo avvenimento conferma l'importanza ed il potere che detenevano i principi di origine libica.

 
Tomba di Psusennes I (NRT III). Il presunto sarcofago di Psusennes II venne ritrovato nell'anticamera.

Una figlia di Psusennes fu Maatkara, che a Karnak ha lasciato una lunga stele elencante i suoi diritti ereditari. Questa principessa venne data in sposa al figlio del principe Sheshonq, Osorkon (il futuro Osorkon I), rafforzando in questo modo la legittimazione di Sheshonq stesso a salire al trono. Fu infatti lui a succedere a Psusennes, del quale non mancò di onorare la memoria.
Un'altra principessa, sempre figlia di Psusennes, andò in sposa a Salomone, re di Giuda e Israele.

Non si sa dove Psusennes II intendesse essere sepolto, ma potrebbe appartenere a lui un sarcofago reale contenente una mummia, ritrovato nell'anticamera della tomba tanita di Psusennes I (NRT III).

Sovrapposizione con Psusennes III

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La corretta identificazione e collocazione storica di questo sovrano è stata resa più difficile ed anche controversa dall'esistenza di uno Psusennes III tra i Primi Profeti di Amon discendenti da Herihor.
L'egittologo Karl Jansen-Winkeln rileva che in un graffito proveniente dal tempio di Abido è contenuta la titolatura di questo sovrano che è simultaneamente chiamato Primo Profeta di Amon e supremo comandante militare[1] Questo suggerirebbe che il sovrano sia stato re a Tani e sacerdote a Tebe nello stesso tempo, riunificando di fatto nelle sue mani il controllo su tutto l'Egitto.

Titolatura

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Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
 
G16
nbty (nebti) Le due Signore
G8
ḥr nbw Horo d'oro
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
 
N5D17L1Z3N5
U21
n
 
tjt ḫpr w r՚ stp.n r՚ Titkheperura setepenra Immagine della trasformazione di Ra, scelto da Ra
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
 
M17Y5
N35
N36
G40N14
N28
n
O49
 
p3 sb3 ḫ՚j njwt mr imn[2] Pasebakhaienniut meriamon La stella che appare sulla città di Tebe, amato da Amon
  1. ^ Ancient Egyptian Chronology (Handbook of Oriental Studies), Brill, 2006 - Krauss & Warburton, pp. 221-223
  2. ^ A. Mariette - Karnak (1875), p. 41

Bibliografia

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  • Federico Arborio Mella, L'Egitto dei faraoni, Milano, Mursia, 1976, ISBN 88-425-3328-9.
  • Jaroslav Černý Egypt: from the death of Ramesses III to the end of the twenty-first dynasty, in The Cambridge Ancient History vol 2 part 2: History of the Middle East and the Aegean region c. 1380–1000 B.C., 1975 (2008), Cambridge, University Press, pp. 646, ISBN 0-521-08691-4.
  • Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Milano, Bompiani, 2003, pp. 318-326, ISBN 88-452-5531-X.
  • Alan Gardiner, La civiltà egizia, (Einaudi, Torino, 1997), Oxford University Press, 1961, pp. 288-292, ISBN 88-06-13913-4.
  • Nicolas Grimal, Storia dell'antico Egitto, 9ª ed., Roma-Bari, Biblioteca Storica Laterza, 2011, pp. 408-410, ISBN 978-88-420-5651-5.

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