Publio Sestio Baculo

militare romano

Publio Sestio Baculo (in latino Publius Sextus Baculus; I secolo a.C. – ...) è stato un centurione romano, di grado Primus pilus durante la conquista della Gallia.

Riproduzione dell'armamentario di un centurione

Vita e ruolo militare modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Conquista della Gallia.

Publio Sestio Baculo (Publius Sextius Baculus) è stato un centurione primipilo[1] nella XII legione romana di stanza in Gallia sotto Gaio Giulio Cesare al tempo della sua conquista.[2] Le fonti storiche disponibili e gli stessi scritti del De bello gallico lo dipingono come un grande eroe pronto a battersi fino alla morte sotto l'insegna di Cesare. Si racconta anche che gli salvò la vita, uccidendo un guerriero nemico in procinto di colpire il grande condottiero romano[senza fonte]. Inoltre, nel De bello gallico si racconta nello scontro con i Nervi del 57 e poi ancora contro i Sugambri nel 52 dei suoi sforzi sul campo di battaglia nonostante ferite sanguinose:[2]

«[...]Cesare, che dopo la sua arringa alla decima legione si era diretto verso il fianco destro, quando vide che i suoi erano schiacciati e i soldati della dodicesima legione, premuti nel punto dove avevano radunato le insegne, si ostacolavano l'un l'altro nell'azione e tutti i centurioni della quarta coorte erano caduti, il vessillifero era stato ucciso e s'era persa l'insegna, anche nelle altre coorti quasi tutti i centurioni erano stati feriti o uccisi, e fra essi il primo centurione Publio Sestio Baculo, valorosissimo combattente, stremato da molte e gravi ferite al punto di non poter più reggersi in piedi, ma anche gli altri fiaccati, e alcuni della retroguardia, abbandonati a se stessi,uscivano dalla mischia e scansavano i proiettili, mentre sul davanti non cessavano le ondate dei nemici dal basso e si ripetevano i loro assalti ai fianchi, la situazione era critica e non c'erano rincalzi da far intervenire: allora strappò lo scudo ad un soldato delle ultime file, essendo egli arrivato senza scudo; si spinse fino al fronte e là, chiamando per nome i centurioni e animando la truppa, diede ordine di avanzare dietro le insegne allargando i manipoli per poter usare più agevolmente le spade. Il suo arrivo infuse fiducia ai soldati e li rincuorò; ciascuno desiderò di compiere il suo dovere sotto gli occhi del comandante anche al momento estremo, e la pressione del nemico fu momentaneamente allentata.»

«...Si combatteva da più di sei ore senza sosta e ormai ai nostri mancavano non solo le forze ma anche i proiettili, mentre il nemico incalzava più violento e già, al cedere dei nostri, cominciava ad aprire varchi nella palizzata e a colmare i fossati. La situazione era giunta allo stremo. Allora il primo centurione Publio Sestio Baculo... insieme a Gaio Voluseno, un tribuno, guerriero di grande accortezza e valore, accorrono da Galba e gli spiegano che rimane una sola speranza di scampo: tentare l'estrema risorsa di una sortita. Dai centurioni convocati egli fa avvertire rapidamente i soldati che interrompano per un attimo il combattimento, limitandosi solo a ripararsi dal lancio dei proiettili, a ristorarsi dalla fatica per poi, a un segnale dato erompere dall'accampamento e riporre ogni speranza di salvezza nel proprio valore.»

Molti lo chiamavano "il bastone"[senza fonte], nomignolo affibbiatogli per il suo cognomen,(questo infatti il significato di Baculus nella lingua latina), e per il bastone di vite che portavano i centurioni a simbolo del loro grado. Sono ignote le circostanze della sua morte come quelle della sua nascita. C'è chi ha ipotizzato che avesse intrapreso il suicidio dopo l'assassinio di Cesare a Ostia o che fosse morto in battaglia a Filippi, nello scontro decisivo, militando nelle file antoniane, contro i cesaricidi[senza fonte]. Comunque sia, ipotesi così discordanti sono poco affidabili e, spesso, frutto di racconti leggendari. Sestio svolse per molto tempo il ruolo di uomo fidato di Giulio Cesare e di sua spia personale (speculator, infatti, stava ad indicare gli informatori regi nella Lingua latina)[senza fonte].

Diede un contributo eccezionale nella battaglia contro i Nervi, come racconta Cesare stesso in questo brano tratto dal De bello gallico:[3]

«Tra i malati lasciati con il presidio ad Atuatuca, c'era Publio Sestio Baculo, che era stato centurione primipilo con Cesare, già ricordato in altre battaglie. Da quattro giorni egli non toccava cibo; ma, disperato della salvezza sua e di tutti, esce dalla sua tenda disarmato, vede i nemici che si avventano e l'estremo pericolo che incombe, prende le armi dai compagni più vicini e si pianta in mezzo ad una porta. Lo seguono i centurioni della coorte di guardia e per qualche tempo resistono. Ma Sestio sviene per le gravi ferite ricevute e in quello stato viene salvato a stento, trasportato di mano in mano.»

Romanzi storici modifica

La figura dell'eroe Publio Sestio Baculo è stata frutto di nuove interpretazioni da parte di Valerio Massimo Manfredi nel suo libro Idi di marzo, nel quale Sestio svolge un ruolo cardine per la vicenda.

Note modifica

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica