L'RPG-40 (ruchnaya protivotankovaya - granata a mano anticarro) fu una bomba a mano anticarro sovietica impiegata dall'Armata Rossa durante la seconda guerra mondiale.

RPG-40
TipoBomba a mano anticarro
OrigineBandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica
Impiego
UtilizzatoriVedi utilizzatori
ConflittiSeconda guerra mondiale
Produzione
ProgettistaM.I. Puzyrev
Data progettazione1940
Entrata in servizio1940
Descrizione
Peso1,2 kg
Lunghezza213 mm
Diametro95 mm
Tiro utileCirca 25 m
CaricaTritolo
Peso della carica760 g
Sviluppi successiviRPG-43
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Storia modifica

La granata è stata progettata da M.I. Puzyrev nel 1940. L'RPG-40 era progettata per distruggere veicoli corazzati, ma anche fortificazioni nemiche; entrò in servizio nello stesso anno e fu utilizzata durante la seconda guerra mondiale, inizialmente si rivelò molto efficace contro la prima generazione di carri armati tedeschi, ovvero il Panzer I e il Panzer II e anche contro il più corazzato Panzer III, ma con l'arrivo dei nuovi carri tedeschi come il Panzer IV e il Panzer V "Panther" meglio corazzati, la granata divenne inefficace e venne sostituita dalla più efficiente RPG-43 che entrò in servizio nel 1943.[1]

Nel dopoguerra l'arma venne utilizzata da diversi paesi aderenti al patto di Varsavia.[2]

Caratteristiche tecniche modifica

La forma della granata era molto semplice, era costituita da un manico e un corpo circolare nel quale era contenuta la carica esplosiva, la granata era dotata di una miccia ad impatto istantaneo, che serviva a far partire la detonazione al contatto con un bersaglio solido. La granata doveva essere lanciata dal soldato da una distanza ravvicinata rispetto all'obiettivo, a causa dell'elevato peso dell'ordigno. Veniva principalmente utilizzata per distruggere i punti deboli del veicolo come i cingoli.[1]

Utilizzatori modifica

Note modifica

  1. ^ a b RPG-40 Manual, su tankarchives.ca. URL consultato il 17 marzo 2024.
  2. ^ a b c d e f g RPG-40 Anti-Tank Stick Grenade, su www.militaryfactory.com. URL consultato il 17 marzo 2024.

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