La valle del rio Tassaro è un'area protetta situata nell'Appennino Reggiano.

Rio Tassaro
La valle del rio Tassaro
Class. internaz.IT4030022
StatiBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Emilia-Romagna
Province  Reggio Emilia
ComuniVetto
Superficie a terra586 ettari ha
Sito istituzionale

Descrizione modifica

Il rio Tassaro nasce in corrispondenza della confluenza del rio di Volvata (che ha origine nei pressi di M.te Piano a circa 755 m s.l.m.) e del Fosso Tassarolo (che ha origine nei pressi di Ronchelvetro a circa 760 m s.l.m.) che ha luogo appena a monte dell’ex opificio “il Mulinaccio” a circa 545 m s.l.m. Questo rio insiste quasi interamente nel territorio del comune di Vetto d'Enza ed è alimentato da numerose sorgenti di acqua limpida che scaturiscono dai fianchi dei monti. Lungo il suo corso si unisce al rio Riolco in corrispondenza del "Mulino della Piagna”. Nel tratto più basso scorre incassato fra ripide pareti rocciose originatesi dall’erosione del substrato geologico costituito in prevalenza da areniti grossolane e medie a componente litica e rappresentato dalla Formazione di Antognola (Membro di Iatica). Poco a valle dell’abitato di Scalucchia dà, inoltre, origine ad una suggestiva cascata tra le più belle dell’Appennino Reggiano. Dopo poco meno di 5 km di percorso, il rio Tassaro si immette nel torrente Tassobbio in prossimità del Mulino del Chichino (307 m s.l.m.). Designata quale Zona Speciale di Conservazione (ZSC), e già proposta alla Commissione europea quale Sito di importanza comunitaria (SIC) ai sensi dell’art. 4 paragrafo 1 della direttiva 92/43/CEE, l’area del bacino idrografico del rio Tassaro ricade interamente nel Paesaggio naturale protetto “Collina reggiana - Terre di Matilde”.

Geografia modifica

Il Rio Tassaro è situato nel comune di Vetto nella provincia di Reggio Emilia. Il confine dell'area tutelata è determinato da elementi fisici quali le cime dei monti intorno alla Val Tassaro.

Fauna modifica

 
Esemplare di rana appenninica (Rana italica) del rio Tassaro
 
Esemplare di tasso (Meles meles): specie alquanto comune nel Rio Tassaro.
 
Esemplare di geotritone italiano (maschio adulto)
 
Esemplari adulti di gambero di ruscello
 
Maschio di Gheppio (Falco tinnunculus)

La notevole differenziazione ambientale di questa pregevole area si ripercuote positivamente sulla biodiversità: all'interno di una superficie relativamente piccola, come quella della Zona Speciale di Conservazione Rio Tassaro, è possibile incontrare una fauna straordinariamente ricca e diversificata con alcune componenti molto rare e preziose dal punto di vista biogeografico e zoologico. . Ad esempio non è raro incontrare la rana appenninica (Rana italica), endemita italiano che predilige come habitat ruscelli con fondo roccioso e boschi ombrosi. Sempre tra gli anfibi, sono comuni in quest'area la rana agile (Rana dalmatina) e il tritone alpestre (Mesotriton alpestris); recentemente è stata rinvenuta anche una piccola popolazione della rara e piccola Salamandrina di Savi (Salamdrina perspicillata). Anche il raro geotritone italiano (Hydromantes italicus) è stato recentemente rinvenuto in una vallecola attigua al Rio Tassaro; questo anfibio privo di polmoni è anch'esso testimone del grande valore naturalistico di quest'area. I serpenti più comuni in questo luogo sono il saettone, dalla livrea giallo-verdognola, e il versatile biacco; non rara è anche la vipera che per vivere predilige ambienti ricchi di vegetazione arbustiva come ad esempio i ginepreti. La fauna erpetologica di questo luogo si fregia anche di alcuni rettili molto rari e difficili da osservare in natura come l'elusiva coronella austriaca, il raro colubro del Riccioli e l'agilissima luscengola (Chalcides chalcides); più comune è invece l'orbettino (Anguis fragilis), una lucertola che nel corso dell'evoluzione, per motivi adattativi, ha perduto completamente gli arti. Nei boschi che quasi ininterrottamente ricoprono le sponde del rio Tassaro vivono e si riproducono numerose specie di mammiferi come il cervo, il daino, il capriolo, il cinghiale, il lupo, la volpe, il tasso, l'istrice, la puzzola, la faina, il riccio, lo scoiattolo, il ghiro, il moscardino e numerose altre specie di roditori e micromammiferi come ad esempio le crocidure, il toporagno appenninico o il piccolissimo mustiolo. Straordinariamente diversificata è anche l'avifauna che si compone in particolare di specie adattatesi a vivere in ambienti forestali come l'astore, lo sparviere, la beccaccia, la tordela o il tordo bottaccio. Nelle fresche acque del rio Tassaro non è raro imbattersi nel merlo acquaiolo o nella ballerina gialla; tra i rapaci notturni comuni sono l'allocco, il barbagianni e il gufo comune che ama nidificare tra i rami dei più alti pini silvestri che qui formano piccoli nuclei puri. Tra i rapaci diurni, oltre a quelli già menzionati, non difficili da osservare sono la poiana, il falco pecchiaiolo, il biancone e il gheppio.

Fauna invertebrata modifica

 
Esemplare di Testacella scutulum intenta a nutrirsi di un lombrico.

Nelle fredde acque delle numerose sorgenti che scaturiscono in diversi luoghi di questo bacino orografico vivono alcune specie dell'anfipode Niphargus: si tratta di un piccolo crostaceo stigobio privo di occhi e completamente depigmentato che vive unicamente nelle acque fredde sotterranee, cibandosi delle particelle organiche che riesce a raccogliere fra il detrito. Altro crostaceo anfipode detritivoro presente nelle acque del Rio Tassaro è l'Echinogammarus stammeri (S. Karaman, 1931). È, inoltre, ancora presente in discreto numero il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes Lereboullet, 1858) che necessita per vivere di acque fresche e ben ossigenate. In prossimità delle rive, dove il terreno è più umido o dopo abbondanti piogge, non raro incontrare un piccolo gasteropode terrestre della famiglia Testacellidae: Testacella scutulum (Sowerby, 1821). Si tratta di una specie di limaccia che però presenta ancora all'estremità posteriore del corpo un residuo vestigiale della conchiglia, piccolissima e ridotta in pratica all'ultimo giro. È una specie ipogea che si nutre di lombrichi; presenta una caratteristica colorazione giallastra e gli occhi sono ormai del tutto atrofici. Numerose altre specie di molluschi popolano i diversi ambienti del rio Tassaro tra le quali citiamo ad esempio: Renea elegantissima, Pomatias elegans, Carychium tridentatum, Vertigo antivertigo, Vertigo pygmaea, Truncatellina callicratis, Truncatellina cylindrica, Sphyradium doliolum, Granaria illyrica, Granaria variabilis, Pupilla muscorum, Argna biplicata, Vallonia costata, Vallonia Pulchella, Acanthinula aculeata, Chondrula tridens, Jaminia quadridens, Ena obscura, Punctum pygmaeum, Helicodiscus singleyanus, Discus rotundatus, Vitrea subrimata, Aegopinella nitens, Retinella olivetorum, Nesovitrea hammonis, Oxychilus clarus, Oxychilus draparnaudi, Cepaea nemoralis, Helix lucorum, Helicodonta obvoluta, Ciliella ciliata, Cernuella cisalpina, Hygromia cinctella, Macrogastra plicatula, Macrogastra attenuata, Charpentieria itala, Cochlodina comensis, Cochlodina laminata, Cecilioides veneta, ecc…

Flora modifica

 
Il doronico medicinale (Doronicum pardalianches) è specie officinale che si trova sovente sulle sponde più ombrose del Rio Tassaro
 
Giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum)

Molto ricca di specie è anche la componente vegetale presente nella Val Tassaro. La notevole diversità ambientale si ripercuote positivamente sulla ricchezza floristica dell'area che si discosta per alcuni aspetti da quella tipica della zona collinare della provincia di Reggio Emilia in cui l'area ricade. Presso le sponde del rio Tassaro e dei suoi affluenti, soprattutto nei tratti di forra, possiamo rinvenire specie tipiche del piano montano; ad esempio tra le latifoglie predomina il faggio associato all'ontano bianco, al carpino bianco e all'acero montano. Altre essenze arboree e arbustive che si rinvengono in prossimità delle rive di questo ruscello e dei suoi affluenti sono il pioppo nero, l’ontano nero, il sambuco, il salice bianco e il salice dell’Appennino, mentre la flora erbacea è rappresentata da numerose specie come ad esempio: Carex pendula, Scirpus sylvaticus, Geranium nodosum, Paris quadrifolia, Polygonatum odoratum, Pulmonaria officinalis, Senecio ovatus, Eupatorium cannabinum, Erythronium dens-cans, Lilium martagon, Atropa bella-donna, Anemonoides nemorosa, Ficaria verna, Alkekengi officinarum, Actaea spicata, Petasites hybridus, Tussilago farfara, Doronicum pardalianches, Lysimachia punctata, Hepatica nobilis, Mercurialis perennis, Aegopodium podagraria, Circaea lutetiana, ecc…Particolarmente copiose e suggestive risultano in primavera le fioriture delle Campanelline (Leucojum vernum) e della pervinca minore (Vinca minor). Allontanandoci dal letto del ruscello incontriamo invece una flora più tipica del piano sub-montano; tra le essenze arboree e arbustive troviamo il cerro, il carpino nero, il maggiociondolo, il nocciolo, il caprifoglio, il ligustro, il sanguinello, la lantana, il corniolo, l’acero campestre, la fusaggine, lo scotano, l’acero opalo, il ciavardello, il sorbolo, il pioppo tremulo, il biancospino comune e il biancospino selvatico. In passato la valle del rio Tassaro ospitava anche numerose piantagioni di castagno da frutto, oggi quasi del tutto abbandonate; tale essenza arborea, originaria dell’Anatolia, se non adeguatamente coltivata tende nel tempo a soccombere e lasciare di nuovo spazio alle specie vegetali selvatiche come ad esempio le querce o i faggi. Nei versanti più soggetti alla siccità estiva predomina una vegetazione di tipo xero-termofilo e la specie arborea dominante diventa la roverella associata all'orniello, alla ginestra odorosa, al ginepro, all'emero, al citiso comune, al citiso scuro, al citiso irsuto, all'erica arborea, ecc…Di notevole interesse nell'area, in quanto importante testimonianza delle passate vicissitudini paleo-climatiche, è la presenza del pino silvestre che forma spesso popolamenti quasi puri e da cui traggono origine alcuni toponimi locali come l’abitato di Pineto. Tale specie, pioniera ed eliofila, sarebbe legata a climi caratterizzati da un'impronta decisamente continentale-arida, ben diversi dal clima attuale della zona; pertanto la sua sopravvivenza è qui da ricercarsi unicamente nelle particolari condizioni edafiche che hanno causato fenomeni di pionierismo: continui e ripetuti dissesti idrogeologici che si sono protratti per tutto l’ultimo iterglaciale hanno creato continue opportunità di rinnovazione e diffusione per questa essenza arborea. Il sottobosco dei querceti è animato e ravvivato da una ricca e interessante flora composta ad esempio da: Helleborus viridis, Helleborus foetidus, Primula vulgaris, Lilium bubiferum, Aquilegia atrata, Ajuga reptans, Chaerophyllum temulum, Centaurea scabiosa, Cerastium holosteoides, Dioscorea communis, Orobanche gracilis, Symphytum tuberosum, Physospermun conubiense, Trifolium rubens, Trifolium medium, Trifolium montanum, Agrimonia eupatoria, Campanula medium, Campanula trachelium, Campanula rapunculus, Erodium cicutarium, Asperula rubra, Rubus ulmifolius, Rubus caesius, Euphorbia dulcis, Polygala nicaeensis, Geranium robertianum, Inula conyzae, Daphne laureola, Leucanthemum vulgare, Blackstonia perfoliata, Linum viscosum, Lunaria annua, Silene latifolia, Genista tinctoria, Gladiolus italicus, Chamaeiris graminea, Dianthus balbisii, Galeopsis pubescens, Potentilla micrantha, Ornithogalum divergens, Ruscus aculeatus, Rosa agrestis, Rosa gallica, Scrophularia nodosa, Lamium galeobdolon, Stachys recta, Scutellaria columnae, Vicia cracca, ecc… Numerose specie di orchidee crescono all'interno della “Zona Speciale di Conservazione Rio Tassaro” e tra le quali citiamo: Anacamptis morio, Anacamptis pyramidalis, Barlia robertiana, Cephalanthera damasonium, Cephalanthera longifolia, Cephalanthera rubra, Dactylorhiza sambucina, Epipactis helleborine, Epipactis muelleri, Gymnadenia conopsea, Himantoglossum adriaticum, Limodorum abortivum, Neotinea tridentata, Neottia nidus-avis, Neottia ovata, Ophrys apifera, Ophrys bertolonii, Ophrys holosericea, Ophrys insectifera, Ophrys classica, Orchis provincialis, Orchis purpurea, Orchis simia, Platanthera bifolia, Platanthera chlorantha, Serapias vomeracea.

Escursioni modifica

Il sentiero 670 attraversa la valle collegando Scalucchia con Spigone. C'è una variante che collega il sentiero 670 con il 660 passante attraverso il borgo Pineto.

Strutture ricettive modifica

Il centro di educazione ambientale e centro visita della Val Tassaro (Sito Rete Natura 2000 “IT4030022 - ZSC - Rio Tassaro") è situato in località Crovara di Legoreccio (comune di Vetto) presso l'ostello "La rupe di San Giorgio"; qui oltre alla possibilità di pernottamento e ristoro, è possibile visitare un piccolo museo storico-naturalistico, in cui la civiltà contadina di questa valle incontaminata rivive ancora oggi grazie agli oggetti, libri e pannelli didattici in mostra. Alcune vetrine sono interamente dedicate alla parte naturalistica e in esse sono stati raccolti diversi reperti (minerali, fossili, animali, ecc...) che illustrano la straordinaria ricchezza scientifica e culturale di questa preziosa area.

Collegamenti esterni modifica