Rondinella pellegrina

Rondinella pellegrina è una romanza di Tommaso Grossi inserita nel cap. XXVI della sua opera Marco Visconti, pubblicata del 1834; nel testo è indicata come Rondinella o Il lamento della prigioniera. Fu particolarmente nota e diffusa nel XIX secolo.

Bice del Balzo intenta ad ascoltare la romanza - Pietro Bernasconi, Bice del Balzo, 1868, Galleria d'Arte Moderna (Milano).

Descrizione modifica

La romanza è descritta da Tommaso Grossi come «una canzone che correva a quei tempi sul lago di Como, e dicevasi composta nel castello di Rezzonico da una principessa che v'era stata confinata a morir d'inedia dalla brutale gelosia del marito».[1]

Viene citata nel testo in tre diversi capitoli.

  • Nel capitolo III al menestrello Tremacoldo viene richiesto di cantarla; inizia a suonare il liuto e a cantare, ma viene interrotto alla seconda strofa.[2]
  • Nel capitolo IV è indicato che Tremacoldo la canta per intero, ma non ne viene riportato il testo.[1]
  • Nel capitolo XXVI Bice del Balzo ascolta l'intera canzone dopo averne riconosciuta l'introduzione.[3]

Testo modifica

È composta da sette sestine di ottonari con rime secondo lo schema ABABCC; la rima finale è sempre tra le parole favella e rondinella.

Rondinella pellegrina
che ti posi in sul verone,
ricantando ogni mattina
quella flebile canzone,
5che vuoi dirmi in tua favella,
pellegrina rondinella?
 
Solitaria nell'obblio,
dal tuo sposo abbandonata,
piangi forse al pianto mio
10vedovetta sconsolata?
Piangi, piangi in tua favella,
pellegrina rondinella.
 
Pur di me manco infelice
tu alle penne almen t'affidi,
15scorri il lago e la pendice,
empi l'aria de' tuoi gridi,
tutto il giorno in tua favella
lui chiamando, o rondinella.
 
Oh se anch'io... Ma lo contende
20questa bassa e angusta volta,
dove sole non risplende,
dove l'aria ancor m'è tolta,
donde a te la mia favella
giunge appena, o rondinella.
 
25Il settembre innanzi viene
e a lasciarmi ti prepari:
tu vedrai lontane arene;
nuovi monti, nuovi mari
salutando in tua favella,
30pellegrina rondinella:
 
ed io tutte le mattine
riaprendo gli occhi al pianto,
fra le nevi e fra le brine
crederò d'udir quel canto,
35onde par che in tua favella
mi compianga, o rondinella.
 
Una croce a primavera
troverai su questo suolo.
Rondinella, in su la sera
40sovra lei raccogli il volo:
dimmi pace in tua favella,
pellegrina rondinella.

Critica modifica

Il testo della romanza già nel 1835 fu inserita in antologie di istruzione.[4] Assunse immediata notorietà; la critica, a volte poco favorevole al romanzo, elogiò però i versi.

«Nella canzonetta della rondinella, oramai popolare in tutta Italia e fuori, come forse niun'altra poesia, è da ammirare una cotale spontaneità di numero, d'imagini, di concetti, unica forse fra i poeti italiani dei giorni nostri. Diresti che idee, parole, armonia tutto uscisse d'un getto, niuno sforzo vi appare, per guisa che si parrebbe non si potesse fare altrimenti.»

Con il nuovo secolo venne meno la popolarità e il testo fu inquadrato come esempio del romanticismo ottocentesco.

«Sui facili e mesti ottonari di Tommaso Grossi quante sospirose fanciulle avranno sparso lacrime cocenti e più di una delle nostre nonne avrà riaperto il cembalo a rievocare con le lunghe dita ceree quelle dolci e care arie. I versi del Grossi rispondevano all'ambiente romantico del tempo, ne trovavano una giusta rispondenza ne' cuori appassionati: era una voce velata e stanca che veniva dal verone di un vecchio castello, presagio delle passioni morte. Un'intera generazione ha bagnato di lacrime e coperto di baci quelle vecchie strofe benedette che or son bandite persino dalle antologie scolastiche, ultimo refugium peccatorum

Fonti d'ispirazione modifica

Dai critici vennero identificati due probabili fonti utilizzate dal Grossi.

Nel 1892 Cesare Vignati, nell'esaminare l'epistolario di Francesco De Lemene (1634-1704), suggerì che il Grossi avesse tratto ispirazione dalla terza stanza de La vedovetta.[7]

Scompagnata Tortorella,
Che del Fato
Dispietato
20Ti lamenti in tua favella,
Scompagnata sono anch'io;
Su piangiamo,
Confondiamo,
Il tuo pianto e il pianto mio

Bortolo Belotti nel 1935 pose in luce le affinità tra Rondinella pellegrina e un sonetto di Paolina Secco Suardo Grismondi pubblicato nel 1820.[8][9]

O rondinella che con rauco strido
Sembri farti compagna al mio lamento
Mentre ti aggiri intorno al caro nido
L'antico ripetendo aspro tormento,
 
5Quanto t'invidio! io teco e piango e grido,
Ma non ho al par di te l'ali onde al vento
Franca ti affidi, e d'uno in altro lido
Puoi libera varcare a tuo talento.
 
Se i vanni avessi anch'io n'andrei felice
10Quel dolce a riveder beato suolo
Dove partendo ho abbandonato il core;
 
E là vorrei.... ma lassa a me non lice
Per l'ampie vie del ciel seguirti, e solo
Fatta simile a te son nel dolore.

Versioni musicali e varianti modifica

Rondinella pellegrina (info file)
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Versione per chitarra
 
Versione per chitarra, spartito 1887

Negli anni la romanza venne musicata in varie versioni.[10] Si ricordano quelle del 1855 inserita da Errico Petrella nel melodramma tratto dal Marco Visconti, quella per soprano del 1856 di Carlotta Ferrari (pubblicata nelle Sei melodie) e quella di Anton Grigorevič Rubinštejn (in 10 lieder, op. 83).[11]

Nel 1887 fu raccolto come canto popolare da Mario Foresi e riportato in due versioni, una per pianoforte e una per chitarra.[12]

Varianti patriottiche modifica

 
La Rondinella della Pasqua, 1861
 
Versione del 1880 con parole di Silvio Pellico

Buona parte della popolarità della romanza fu dovuto a motivi politici in piena epoca risorgimentale: i versi furono ripetuti, come simbolo della sorte dei prigionieri, dagli internati nei forti di Theresienstadt e di Josefstadt; in Toscana, dopo il ritorno del dominio austriaco, Rondinella pellegrina era cantata in sostituzione di Addio mia bella addio, brano proibito dall'autorità.[13][14]

A Livorno nel 1849 l'aria della Rondinella era la base per la seguente strofa.[15]

Sciogli pur, Livorno mia
la tua libera canzone
chi vigliacco ti tradìa
cadrà estinto innanzi a te
5Via de' regi la corona
solo il popolo sia re!

Nel 1859 si aggiunsero poesie politiche che imitarono la Rondinella o che erano cantatate con la stessa musica, come Il padre del volontario.[16] Piuttosto nota era la versione dello scrittore Giuseppe Torelli, citata come Il ritorno della rondinella[17] o come Ritorno della rondinella dal campo di San Martino.[18]

Il ritorno della rondinella
 
Rondinella pellegrina,
che ritorni sul verone,
sei venuta stamattina
a portarmi nuove buone?
5Narra, narra in tua favella,
ch'io t'ascolto, o rondinella.
 
Tu, che voli a tuo talento
per i monti e per i piani,
hai veduto nel cimento
10il valor degl'Italiani?
L'han gridato in lor favella:
Viva Italia! o rondinella?
 
Sono questi i figli nostri,
che alla fiera baionetta
15hanno ucciso tanti mostri
d'una razza maledetta,
che non parla la favella
dell'Italia, o rondinella.
 
Non vedesti a Solferino
20i figliuoli di Lorena
posti in fuga col Cugino,
e gridare a gola piena?
Non udran più la favella
che tu parli, o rondinella.
 
25Hai veduto gli zuavi?
Dell'Italia i bersaglieri?
Credi pur che sono bravi,
che si batton volentieri
per la patria, che favella
30dolcemente, o rondinella.
 
Il settembre innanzi viene
e a lasciarmi ti prepari...
rendi note l'alte pene,
ch'han sofferte i nostri cari,
35con patetica favella,
italiana rondinella.
 
Per la dolce tua canzone
si conosca e si diffonda
che l'italica nazione
40a niun'altra fia seconda,
ma che giura in sua favella,
d'esser una, o rondinella.

Sempre nel 1859 Giosuè Carducci pubblicò l'ode Alla Croce di Savoia; le ultime tre strofe vennero stampate e distribuite su foglietti con l'indicazione «Da cantarsi sull'aria della Rondinella pellegrina, ripetendo i due ultimi versi di ciascuna strofa».[19][20]

Il tema della rondinella e della prigionia fu ripreso anche da Enrico Mayer in La rondinella messaggera, scritta mentre era incarcerato a Roma; questa a sua volta fu ripresa ne La rondinella dell'Aspromonte di Angelo Talli, con versi relativi ai fatti dell'Aspromonte del 1862, e anche nella Rondinella di Mentana, dopo la battaglia di Mentana.[21]

In previsione della liberazione di Roma, nel 1869 fu composta anche una Rondinella di Roma sempre sull'aria del testo di Grossi.[22]

Versioni dialettali modifica

A testimonianza della diffusione popolare, vennero realizzate trasposizioni dialettali del testo: nel 1877 Attilio Bianchi in dialetto bresciano[23] e nel 1878 Camillo Cima in dialetto milanese.[24]

Cansù dela presonéra (bresciano)La rondinella pellegrina (milanese)
 
Rondenèla piligrinaBella rondina graziosa
Che te postet söl balcùChe te vegnet chi sul scoss
E te cantet la matìnaTutt' i dì, con vôs pietosa
Chela tenera cansûCome per cuntamm quaicoss,
5Cóza öt dim cola tô ûzìnaSpieghet, dimm, te voeut parlà
Rondenèla piligrina?Col cip-cip... col to cantà?
 
Bandonàda, de per téTe see sola? El t'ha piantaa
Dal tò spûs desmentegàdaEl to spós, oppur l'è mort?
Pianzet forse 'nsèma a méFors l'è on piang de disperaa
10Vedovèla sconsolàda?Anca el to, senza on confort!!
Oh! pians pör cola tô ûzìnaOh piang pur, piang pur, va là,
Rondenèla piligrina.Col cip-cip... col to cantà.
 
Pör de me manc desgraziàdaPerò in mezz ai to disgrazzi
Té tè pòdet svûlasà,Ti te volet dove te pâr!
15E dal lac ala spianàdaNo gh'è limit, non gh'è dazzi,
Té tè sfûghet a gridàTe traverset finna el mâr...
E a ciamal cola tô ûzìnaDepertutt t'el vee a cercà
Rondenèla piligrina.Col cip-cip... col to cantà.
 
Oh se a me!... Ma el me 'mpidìtAh se anmì! Ma sta ferrada,
20Da 'sto vólt bas e stricatSti muràj me strengen su...
Dóe de sûl no 'n vé gna 'n pìtPioeuv giò on'aria soffegada,
Dóe no pôs gna tira 'l fiat,Fina el sô mi el vedi pu,
Da dóe apéna la me ûzìnaE l'è on racc se poss scoltà
Té tè sèntet rondinìnaEl cip-cip... el to cantà!
 
25El setember prest le chéMa pur tropp gh'è chi quel mês
E a lasàm te penset zàChe de solit ti te vee!
Té alter sicc ta vedaré,Chissà quanti bèj paês
Alter moncc e mar lontà;In viagg te vedaree,
Téi salüdet cola ûzìnaSaludandi in del passà
30E te vûlet rondinìna.Col cip-cip... col to cantà.
 
E me töte le matineE mi inscambi a la mattina
Desmisiàda per pianzì,Dissedandom magonent,
Tra la néf e tra le brineCon giò el frecc, la nêv, la prina...
Spetaró..., ma de sentìCredaroo de avett chi arent,
35Sara 'ndàren la tô ûzìnaDe sentimm a consolà
Rondenèla piligrina.Col cip-cip... col to cantà.
 
Öna crûs en primaëraQuant te tornet l'è sicur
En 'sto löch te troaré:Ghe sarà ona crôs ch'inscì...
Rondenèla, 'n söla seraBen, ten a ment, tra el ciar e el scur
40Vûla, vûla 'nsìma a lé:Ven a trovalla, saront mi...
E dim pas cola tô ûzìnaDimm on requiem e peù và
Rondenèla piligrina.Col cip-cip... col to cantà.

Traduzioni modifica

Subito dopo la pubblicazione del Marco Visconti, ci furono diverse traduzioni del romanzo, includendo ovviamente anche una traduzione della romanza.

In francese divenne Hirondelle voyageuse,[25] in tedesco Klage der Gefangenen (Lamento dei prigionieri)[26] e in spagnolo Golondrinita inocente.[27]

In inglese ebbe diverse traduzioni. William Dean Howells nel 1867 la definì «una delle più tenere canzoncine in qualsiasi lingua» (one of the tenderest little songs in any tongue).[28]

Citazioni e riferimenti modifica

  • Nel 1836 Agostino Cagnoli pubblicò La rondinella che indicò esplicitamente come un seguito del testo di Tommaso Grossi.[29]
  • Nel 1858 fu eretto il monumento a Tommaso Grossi in cui il poeta è ritratto mentre è appoggiato a un muro e tiene nella sinistra alcuni fogli con versi della Rondinella pellegrina.
  • Nel 1868 Pietro Bernasconi realizzò la scultura Bice del Balzo, ritraendo la donna in ascolto della Rondinella pellegrina; i primi due versi sono riportati sulla base.[30]
  • Nella novella Lillina e Mita Luigi Pirandello citò la versione musicale della Rondinella pellegrina realizzata da Petrella.

Note modifica

  1. ^ a b Grossi, pp. 63-64.
  2. ^ Grossi, pp. 41-42.
  3. ^ Grossi, pp. 487-488.
  4. ^ A. Mauri, Il libro dell'adolescenza, Milano, 1835, p. 132.
  5. ^ A. Zoncada, I fasti delle lettere in Italia nel corrente secolo. Poesie, Milano, 1853, p. 423.
  6. ^ C. Pariset, Rondinella pellegrina, in La cultura moderna, 1936, p. 92.
  7. ^ Cesare Vignati, Francesco De Lemene e il suo epistolario inedito, in Archivio Storico Lombardo, 1892, pp. 637-638.
  8. ^ B. Belotti, L'origine bergamasca di "Rondinella Pellegrina" (a proposito del centenario di Tommaso Grossi), in Bergomum bollettino della civica biblioteca, pp. 143-147.
  9. ^ Paolina contessa Secco Suardo Grismondi, Poesie, Bergamo, 1820, p. 57.
  10. ^ Rondinella pellegrina, su treccani.it.
  11. ^ Licia Sirch, Musica, letteratura e arti grafiche. La lirica da camera e l'editoria a Milano nell'età romantica (PDF), in Canoni bibliografici, 2001, p. 146.
  12. ^ Mario Foresi, Rondinella pellegrina, in Canti popolari con accompagnamento di piano-forte e di chitarre, Firenze, 1887.
  13. ^ Pietro Gori, La Rondinella Pellegrina, in Il canzoniere nazionale (1814-1870), Firenze, 1883, pp. 481-483.
  14. ^ Una variante cantata dai prigionieri è riportata in Pirro Bessi, Il successo austriaco di una canzone patriottica italiana (JPG), in Fanfulla della domenica, 30 aprile 1911, p. 2.
  15. ^ G. Sforza, Contributo alla storia della poesia popolare negli anni 1847-1849, in Rivista storica del Risorgimento italiano, 1897, p. 42.
  16. ^ Raccolta d'inni, pp. 48-50.
  17. ^ R. Blasi, Il canzoniere del risorgimento italiano, 1895, p. 202.
  18. ^ Raccolta d'inni, pp. 112-114.
  19. ^ Le editiones principes delle poesie di Giosué Carducci (PDF), su Comune di Bologna.
  20. ^ Giosuè Carducci, Juvenilia, 1880, p. XI.
  21. ^ F. Lo Parco, L'amorosa messaggera nella canzone patriottica italiana (JPG), in Fanfulla della domenica, 31 dicembre 1916, pp. 1-2.
  22. ^ Raccolta d'inni, pp. 120-122.
  23. ^ Gabriele Rosa, Vocabolario bresciano-italiano, delle sole voci che si scostano fra loro, Brescia, 1877, p. XI.
  24. ^ Rondinella pellegrina, in Poesie meneghine, 3ª ed., Milano, pp. 31-33.
  25. ^ (FR) T. Grossi, Marco Visconti, roman historique du XIVe siècle, traduzione di H. Coard, vol. 2, 1836, pp. 211-212.
  26. ^ (DE) T. Grossi, Marco Visconti; ein historischer Roman aus dem vierzehnten Jahrhundert, traduzione di Czarnowski, vol. 2, 1835.
  27. ^ (ES) T. Grossi, Marcos Visconti, 1847, pp. 345-346.
  28. ^ (EN) W.D. Howells, Modern Italian Poets, in North American Review, aprile 1867, p. 324.
  29. ^ A. Cagnoli, Versi, 1836, pp. 127-128.
  30. ^ Bice del Balzo, Bernasconi Pietro, su LombardiaBeniCulturali.

Bibliografia modifica