S.O.S. Pedofilia. Parole per uccidere l'orco

S.O.S. Pedofilia. Parole per uccidere l'orco è un libro scritto dalla sociologa e psicologa Maria Rita Parsi, in collaborazione con lo scrittore e regista cinematografico Claudio Camarca, pubblicato nella sua prima edizione in lingua italiana durante l'anno 2000.

S.O.S. Pedofilia. Parole per uccidere l'orco
AutoreMaria Rita Parsi, Claudio Camarca
1ª ed. originale2000
GenereSaggio
Sottogenerepsicologia
Lingua originaleitaliano

Contenuti

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Il libro nasce dall'esigenza di fornire qualche risposta soddisfacente alle madri ed ai padri, preoccupati per il futuro dei loro figli, che durante i convegni sull'infanzia interrogarono i due autori sulle modalità più idonee per proteggere i bambini dal rischio degli abusi, della violenza sessuale, della pedofilia.

Parsi e Camarca, attraverso il loro serrato dialogo, provano a delineare un quadro tipico del pedofilo, per comprendere come individuarlo, quali possano essere i suoi bersagli, e capire come mai la società contemporanea partorisca questi soggetti malati.

Le prime pagine del libro affrontano le crude cifre della prostituzione minorile prima di piombare nel contesto familiare che è quello abitualmente foriero delle manifestazioni pedofile. L'autrice sostiene di non vedere differenze fra incesto e pedofilia, anche se il primo deriva da tradizioni tribali tipiche del padre-padrone. Inoltre viene formulata una rappresentazione delle famiglie tendenzialmente indifferenti o iperprotettive nei confronti dei bambini che possono costituire la base per la costruzione della vittima perfetta.

Un'altra tematica esplorata è l'omertà familiare che spesso copre, lungamente, gli atti del pedofilo, giustificata dalla paura della moglie di vendette del marito.

Successivamente i due autori descrivono il tipico approccio del pedofilo ai danni di un bambino, ricostruito grazie a due esperienze brasiliane e rumene vissute dall'autore. Gli autori smentiscono in parte la convinzione che il pedofilo debba aver subito da piccolo, a sua volta, violenze sessuali, e affermano che mancano statistiche chiare e precise al riguardo, ma comunque solo un quarto di questi soggetti ripete un atto subito nell'infanzia. Tra le caratteristiche peculiari del pedofilo vi è una sua grande capacità manipolatoria, che gli consente di conquistare la fiducia del bambino, una schiavitù nei confronti del gesto sessuale di tipo coattiva che comporta recidività e nessun legame con l'omosessualità, mentre per esempio gran parte dei turisti sessuali sono regolarmente sposati con prole.

Gli autori, nelle pagine seguenti, comparano i rapporti pedofili con quelli dell'antichità fra maestro e allievo, avvertendo che è foriera di inesattezze l'estrapolazione di avvenimenti dal loro contesto storico-culturale. Quindi al di là delle prospettive di vita media considerevolmente diverse rispetto a oggi (35 anni allora) e quindi delle responsabilità e dei ruoli assunti più precocemente a quei tempi, la pedofilia veniva solitamente condannata anche dai culti religiosi.

Dopo aver toccato lo scottante ambiente di internet, dove galleggiano ampie spazi che pubblicizzano la depravazione il degradamento e le violenze sessuali sui bambini e bambine, gli autori analizzano le tendenze a snaturare il valore ed il senso dell'infanzia, atte allo scopo di avvicinare il più possibile il mondo dei bimbi a quello degli adulti per poterlo sfruttare meglio.

Il libro si conclude con due brevi riflessioni della Parsi e di Guido Angeletti, la prima riprende il tema fiabesco degli orchi, la seconda propone la definizione di "Sindrome per Erode" al posto di pedofobia.

Edizioni

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