Salonia Matidia

nipote dell'imperatore Traiano

Salonia Matidia (4 luglio 6823 dicembre 119) fu nipote dell'imperatore romano Traiano e suocera dell'imperatore Adriano. Appartenente alla dinastia degli Antonini, ebbe il titolo di augusta.

Salonia Matidia
Busto marmoreo di Salonia Matidia conservato ai Musei Capitolini
Augusta
Nascita4 luglio 68
Morte23 dicembre 119
DinastiaImperatori adottivi
PadreGaio Salonio Matidio Patruino
MadreUlpia Marciana
ConiugiLucio Vibio Sabino
Lucio Mindio
Lucio Scribonio Libone Rupilio
FigliVibia Sabina (da Sabino)
Vibia Matidia (da Mindio o Sabino)
Rupilia Faustina (da Libone)
Salonia Matidia, Museo del Louvre

Biografia

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Figlia di Ulpia Marciana, sorella di Traiano, e di Gaio Salonio Matidio Patriuno, fu considerata come una figlia dall'imperatore, che non ne aveva di propri. Viaggiò spesso con lo zio Traiano e nelle campagne militari lo consigliò sulle decisioni da prendere. Fu onorata col titolo di augusta, ottenuto nel 112,[1] e con monumenti e iscrizioni per tutto l'impero, come già sua madre.

Sposò il senatore Lucio Vibio Sabino, morto nell'86, cui diede due figlie, Vibia Matidia (nota come Matidia Minore) e Vibia Sabina, che divenne sposa di Adriano.[1] Vedova a soli sedici anni, sposò in seconde nozze Lucio Scribonio Libone Rupilio Frugi, che morì nel 101, e cui diede altre due figlie, Rupilia Faustina, moglie del console Marco Annio Vero, e Rupilia Annia, che sposò Lucio Fundanio Lamia Eliano, console nel 116. Nel periodo incerto scatenato dalla morte di Traiano nel 117 si accordò con l'augusta Plotina per favorire la successione imperiale di Adriano, marito della figlia Vibia Sabina.

Alla sua morte nel 119, un riconoscente Adriano ne pronunciò l'orazione funebre e la divinizzò.[2] Le fu dedicato un tempio nel Campo Marzio a Roma, che doveva corrispondere all'attuale chiesa di Santa Maria in Aquiro in piazza Capranica.[3]

  1. ^ a b Birley 2000, p. 64.
  2. ^ Birley 2000, p. 107.
  3. ^ Birley 2000, p. 110.

Bibliografia

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  • Anthony R.Birley, Hadrian, the restless emperor, London & New York, Routledge, 2000, ISBN 9780415228121.

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN46677992 · ISNI (EN0000 0000 5321 5559 · LCCN (ENnr98032218 · GND (DE123371628X