Septimana Philosophica

libro scritto da Michael Maier

Il Septimana Philosophica è un libro di alchimia scritto da Michael Maier. Fu pubblicato da Lucas Jennis nel 1620 a Francoforte e stampato da Hartmann Palthenius.

Septimana Philosophica
AutoreMichael Maier
1ª ed. originale1620
Generealchimia
Lingua originalelatino

Scritto in latino, il Septimana Philosophica può essere considerato uno dei testi più importanti della letteratura alchemica.

Incisione da Septimana Philosophica, 1620

Il frontespizio è stato inciso da Balthasar Schwan.[1] Il titolo completo del libro è Septimana Philosophica: Qua Aenigmata Aureola de omni Naturae genere a Solomone Israelitarum Sapientissimo Rege, et Arabiae Regina Saba, nec non Hyramo, Tyri Principe, sibi invicem in modum Colloquii proponuntur et enodatur.[2]

Contenuto

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Il libro è diviso in sette parti, ognuna delle quali rappresenta un giorno della settimana. Il testo viene descritto come un'opera di filosofia ermetica, che contiene una serie di lezioni e discorsi su diversi argomenti alchemici. In esso, Maier utilizza spesso immagini e allegorie per rappresentare i concetti dell'alchimia, spiegando il significato di simboli e figure come il Sole, la Luna, il fuoco e l'acqua.

Salomone, la Regina di Saba e Hiram di Tiro discutono dei segreti dell'universo. Per sei giorni della settimana, essi indagano la natura dell'universo dai minerali fino all'essere umano, trattato nel settimo giorno, che è sabato. La conversazione sull'uomo è illustrata con una stampa che rappresenta un globo terrestre, con ai suoi lati una figura maschile con un compasso, e uno scheletro che regge un vaso con un contenuto fumante.

  1. ^ (EN) The golden game: alchemical engravings of the seventeenth century, in Choice Reviews Online, vol. 26, n. 04, 1º dicembre 1988, pp. 26–1946-26-1946, DOI:10.5860/choice.26-1946. URL consultato il 31 maggio 2023.
  2. ^ James Brown Craven, Count Michael Maier, doctor of philosophy and of medicine, alchemist, Rosicrucian, mystic, 1568–1622: life and writings, 1910, pp. 132-138.

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