Gli Shambaa (anche chiamati Sambaa, Shambala, Sambala, o Sambara) sono un gruppo etnico e linguistico localizzato sulla estesa catena di Monti Usambara, situata nel nordest della Tanzania, oltreché nelle regioni del Kilimangiaro e di Manyara.[1]

Shambaa
Gli Shambaa intorno al 1910
 
Nomi alternativiSambaa, Shambala, Sambala, o Sambara
Luogo d'origineTanzania (bandiera) Tanzania (regione di Tanga)
Popolazione664000 (dato stimato nel 2001)
LinguaUna delle lingue bantu
Gruppi correlatiBondei, Zigua

Le montagne abitate dagli Shambaa sono un'area caratterizzata da abbondanti piogge con la diffusione di prosperose piante di banane, di caffè e di tè.

Nel 2001, la popolazione Shambaa era stimata intorno a 664 000 unità.

Gli Shambaa furono governati dalla dinastia Kilindi dalla metà del XVIII secolo fino alla fine del XIX secolo e la capitale era localizzata a Vuga. Nel 1862 scoppiò una guerra civile per la successione del regno di Kimweri ye Nyumbai.[2]

La diffusione del vaiolo e il commercio degli schiavi contribuirono alla disintegrazione del regno. Nel 1898 un incendio distrusse Vuga e nello stesso anno i tedeschi colonizzarono la regione. Sotto il dominio coloniale la dinastia continuò ad avere qualche autorità, ma nel 1962 il governo tanzaniano, dopo aver ottenuto l'indipendenza, rimosse tutti i poteri della dinastia.[3]

Gli Shambaa parlano la lingua shambala, che appartiene al gruppo delle lingue bantu. Il linguaggio conserva stretti legami con i Bondei e i Zigua, altri gruppi etnici della regione, con i quali gli Shambaa hanno condiviso una lunga storia di relazioni e contatti.

Gli Shambaa parlano anche lo swahili, la lingua nazionale della Tanzania. I giovani preferiscono parlare lo swahili, che viene insegnato nella scuola primaria e viene utilizzato negli affari e dai mezzi di informazione.[4]

La parola Shamba significa "fattoria" e queste persone vivono in una delle regioni più fertili della Tanzania.

Folklore e tradizioni

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Il più famoso dei miti degli Shambaa è quello di Mbegha. Egli fu un cacciatore che abbandonò la sua terra a causa di una disputa con i suoi parenti. Mbegha fuggì a Kilindi, dove divenne fratello di sangue del figlio del capo. Ma gli eventi sfavorevoli lo costrinsero a fuggire nuovamente per giungere nei pressi dei Monti Usambara, dove venne accolto, apprezzato e nominato capo del regno degli Shambaa.[4]

Gli Shambaa organizzano cerimonie di iniziazione per i giovani, che prevedono l'educazione da parte degli anziani e anche la circoncisione, attualmente praticata nelle strutture sanitarie.[4]

  1. ^ (EN) David Lawrence, Tanzania and Its People, New Africa Press, 2009, pp. 121–122.
  2. ^ (EN) Christopher Allan Conte, Highland Sanctuary: Environmental History in Tanzania's Usambara Mountains, Ohio University Press, 2004.
  3. ^ (EN) Steven M. Feierman, Peasant Intellectuals: Anthropology and History in Tanzania, Univ of Wisconsin Press, 1990.
  4. ^ a b c (EN) Shambaa, su everyculture.com. URL consultato il 20 marzo 2018.

Bibliografia

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  • (EN) Steven M. Feierman, The Shambaa Kingdom:A History, University of Wisconsin, 1974.
  • (EN) P.Pelt, Bantu Customs in Mainland Tanzania, TMP Book Department, 1971.
  • (EN) Edgar V. Winans, Shambala, the Consitution of a Traditional State, University of California Press, 1962.

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