Messa stazionale: differenze tra le versioni

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Il vescovo diocesano, nella sua messa stazionale, celebra l'eucaristia (soprattutto nella chiesa cattedrale) circondato dal suo [[presbiterio]] e dai ministri, con la partecipazione piena e attiva dei laici.<ref name="diocesano"/>
 
{{senza fonte|In origine era la messa celebrata tradizionalmente dal papa con un numeroso seguito di vescovi, presbiteri, diaconi, suddiaconi, accoliti, cantori e con la partecipazione del popolo. Questa messa serviva da modello a tutte le altre, che la riproducevano con la massima esattezza, anche se erano celebrate con minore solennità e le funzioni svolte dai ministri della messa stazionale venivano concentrate in un numero minore di persone, fino alla messa bassa celebrata da un solo sacerdote servito da un solo ministro.}}
 
== Etimologia ==
 
L'aggettivo "stazionale" deriva dal termine latino ''statio'', che ha vari significati: immobilità, lo stare fermo, sosta; dimora, posizione, luogo di sosta o di soggiorno; (in contesto militare) posto di guardia, guarnigione; sentinella, guardia, distaccamento; ritrovo, piazza, luogo di riunione; funzione, ufficio, carica, dignità; stazione delle navi, rada, luogo di ancoraggio; convenzione.<ref>[https://www.dizionario-latino.com/dizionario-latino-italiano.php Dizionario latino-italiano Olivetti]</ref>
L'aggettivo "stazionale" deriva dal termine latino ''statio'', L'aggettivo ''stazionale'' deriva dal termine latino ''statio'', cioè ''sosta'', ad indicare un luogo ed un momento di preghiera. Il termine latino ricorda anche la figura della sentinella che vigila nell'accampamento, e riprende così il tema della vigilanza e dell'attenzione verso le opere di penitenza, carità e digiuno, tipiche della [[quaresima]], il [[Anno liturgico|tempo liturgico]] in cui spesso si tengono queste Messe<ref name="intervistaoss">{{cita web|url=http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/interviste/2008/033q08a1.html|titolo=Le «stationes» quaresimali nella tradizione della Chiesa|accesso=14 marzo 2014}}</ref>. A volte il termine ''statio'' era usato dai primi cristiani per significare "digiuno". Nel [[Pastore di Erma]] si trova il dialogo: "Perché mai di buon'ora sei venuto qui?" "Perché ho stazione, signore". "Che significa stazione?" "Digiuno, signore".<ref>[http://www.mistica.info/public/Il_Pastore_di_Erma.pdf ''Pastore'' di Erma, LIV, 1–2]</ref> [[Tertulliano]] sia nell'opera ''Ad uxorem''<ref>Ad uxorem, liber II, IV, 1</ref> sia nel ''De oratione''<ref>De oratione, XIX, 5</ref> usa ''statio'' nel senso di giornata di digiuno, forse un po' meno prolungata.<ref name="Leclerq">[https://www.newadvent.org/cathen/14268a.htm Henri Leclerq, "Station Days" in ''Catholic Encyclopedia'' (New York 1912)]</ref>
 
LeNel primelinguaggio notiziedei delleprimi stazionicristiani, sonoil moltotermine antiche''statio'' era a volte usato per significare "digiuno". Nel [[Pastore di Erma]] si trova il dialogo: ne"Perché famai menzionedi lobuon'ora scrittoresei latinovenuto qui?" "Perché ho stazione, signore". "Che significa stazione?" "Digiuno, signore".<ref>[http://www.mistica.info/public/Il_Pastore_di_Erma.pdf ''Pastore'' di Erma, LIV, 1–2]</ref> [[Tertulliano]] sia nell'opera ''Ad uxorem''<ref>Ad uxorem, liber II, IV, 1</ref> sia nel ''De oratione''<ref>De oratione, doveXIX, fornisce5</ref> usa l'etimologia'statio'' delnel senso di giornata di digiuno, forse un po' meno prolungata.<ref name="Leclerq">[https://www.newadvent.org/cathen/14268a.htm Henri Leclerq, "Station Days" in ''Catholic Encyclopedia'' (New York 1912)]</ref> Nella prima di queste opere Tertulliano collega il nome con l'uso militare: «''Statio de militari exemplo nomen accipit, nam et militia Dei sumus''» («La stazione deriva il suo nome dal mondo militare, poiché infatti siamo esercito di Dio»).<ref>De oratione, XIX, 5</ref>.
 
== Le stazioni romane ==
 
Monsignor Pasquale Iacobone, ''sacerdos'' della [[Pontificia accademia Cultorum martyrum|Pontificia Accademia ''cultorum martyrum'']], dice che il termine latino ricorda anche la figura della sentinella che vigila nell'accampamento, e riprende così il tema della vigilanza e dell'attenzione verso le opere di penitenza, carità e digiuno, tipiche della [[quaresima]], il [[Anno liturgico|tempo liturgico]] in cui spesso si tengono queste Messe<ref name="intervistaoss">{{cita web|url=http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/interviste/2008/033q08a1.html|titolo=Le «stationes» quaresimali nella tradizione della Chiesa|accesso=14 marzo 2014}}</ref>.
 
Altri collegano il termine ''statio'' con l'idea di celebrazioni in giorni determinati (statuti, certi) o propongono diverse altre spiegazioni.<ref>Pompeo Ugonio, [https://arachne.uni-koeln.de/Tei-Viewer/cgi-bin/teiviewer.php?manifest=BOOK-713953 ''Historia delle Stationi di Roma''], Roma, 1588, sezione "Breve discorso generale intorno le Stationi"</ref> Uno lo mette in relazione con la idea di "veglia", senza suggerire che la messa stazionale si celebrasse di notte.<ref name="intervistaoss">{{cita web|url=http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/interviste/2008/033q08a1.html|titolo=Le «stationes» quaresimali nella tradizione della Chiesa|accesso=14 marzo 2014}}</ref>.
 
== Messa stazionale papale ==
{{senza fonte|In origine la messa stazionale era l'unica messa festiva che si celebrava nella città di [[Roma]], celebrata dal [[papa]]. Al principio del [[IV secolo]] la crescita della comunità cristiana rese necessaria la celebrazione di più messe, cosicché [[papa Milziade]] dispose che i sacerdoti dei diversi [[titolo cardinalizio|titoli]] potessero celebrare una messa nella propria basilica, dopo la messa stazionale. Tuttavia, per rimarcare l'unità della Chiesa, alle altre messe era inviata una parte dell'[[eucaristia]] consacrata nella messa stazionale.}}
 
Il sistema stazionale romano fu organizzato nella seconda metà del [[V secolo]] sotto [[papa Ilario]] e raggiunse il suo compimento con [[papa Gregorio I]]. Rimase pienamente in vigore nei due secoli successivi.<ref>[[Mario Righetti]], ''Storia liturgica'', vol. III, Milano, Ancora, 1949, p. 178</ref> Per i giovedì di quaresima, che in origine erano [[giorno aliturgico|giorni aliturgici]], le Messe stazionali risalgono all'[[VIII secolo]], al pontificato di [[papa Gregorio II|Gregorio II]].<ref>[[Mario Righetti]], ''Storia liturgica'', vol. III, Milano, Ancora, 1949, p. 194</ref>
 
{{senza fonte|L'uso di inviare la materia consacrata decadde fra il [[X secolo|X]] e l'[[XI secolo]], ma ne rimase traccia nella [[messa tridentina]] solenne nell'omaggio reso dal [[suddiacono]] alla [[patena]] coperta dal [[velo omerale]]; anche nella messa tridentina letta<ref>La Messa letta è una forma meno solenne della Messa tridentina, celebrata da un solo sacerdote, che legge tutte le parti che nella Messa solenne sono cantate.</ref> la patena rimane coperta, come se contenesse le sacre specie provenienti dalla messa stazionale.}}
 
Si distinguono due forme della messa stazionale papale, quella festiva e quella dei giorni di digiuno.<ref name="LAJ"/>
 
===La messa stazionale festiva===
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==Il retaggio dell'antica messa stazionale nella liturgia==
{{senza fonte|La [[messa]] del [[rito romano]], soprattutto nella sua [[messa tridentina|forma tridentina]], deriva dall'antica messa stazionale e talvolta ne riproduce gesti e prescrizioni liturgiche.}}
 
{{senza fonte|Il canto dell'[[introito]] deriva dal canto di accoglienza da parte del coro per il papa, che si iniziava quando il papa appariva sulla soglia della basilica. Quindi in origine l'introito era presente solo nelle Messe stazionali in cui c'era l'ingresso solenne.}}
 
{{senza fonte|Anche la [[colletta (liturgia)|colletta]] era un'orazione che si pronunciava in occasione dell'adunata del popolo, cui faceva seguito la processione fino alla chiesa stazionale.}}
 
== Le chiese stazionali romane ==