Palazzo Diomede Carafa: differenze tra le versioni
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{{Edificio civile
|nome edificio = Palazzo Diomede Carafa
|immagine = PalazzoDiomedeCarafa.jpg▼
|didascalia = Scorcio della facciata principale▼
|paese = ITA
| divamm1 = [[Campania]]
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Secondo il Chiarini, che riprese notizie di [[Bernardo De Dominici]], il progetto del palazzo medievale preesistente appartiene a [[Masuccio Primo]],<ref name=Mazz/> mentre nell'attribuzione del progetto del palazzo vengono avanzate tuttavia anche altre teorie, tra le quali si ipotizza che la paternità dell'opera sia da ricondurre ad [[Angelo Aniello Fiore]], scultore e architetto a cui si deve il progetto del [[palazzo Petrucci]], con il quale ci sono diverse analogie architettoniche, e che lavorò con i [[Carafa (famiglia)|Carafa]] per lungo tempo e che realizzò per loro un sepolcro alla famiglia nella [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Napoli)|chiesa di San Domenico Maggiore]].
Il palazzo successivamente passò al figlio di Diomede e ancora dopo, poiché i conti di Maddaloni non ebbero eredi, divenne proprietà del ramo dei Carafa di Columbrano, che lo ristrutturarono riportandolo ai vecchi splendori dopo anni di abbandono. Dopo la morte della duchessa [[Faustina Pignatelli]], moglie di [[Francesco Carafa di Columbrano]], il palazzo ritornò di nuovo nell'oblio e nel 1815 venne acquistato
== Descrizione ==
[[File:Palazzo Diomede Carafa - Portale.jpg|thumb|left|upright=0.8|Il portale monumentale]]
Il palazzo è un "palazzo a blocco" privo di partizioni verticali ed interamente rivestito da bugne in [[tufo]] giallo e pietra grigia che si alternano tra loro, di gusto ancora medievale.▼
▲Il palazzo è un "palazzo a blocco" privo di partizioni verticali ed interamente rivestito da bugne in [[tufo]] giallo e pietra grigia che si alternano tra loro, di gusto ancora medievale.
▲immagine = PalazzoDiomedeCarafa.jpg
▲|didascalia = Scorcio della facciata principale
La facciata si caratterizza anche per le finestre trabeate del piano secondo "nobile" e per il grande portale quadrato in marmo bianco, tipico del [[rinascimento napoletano]] nonché simile a quello di [[palazzo Petrucci]]. Il portale presenta una corona rotonda di foglie di alloro che sporge sul piano liscio dell'architrave mentre più sopra, nella fascia centrale della trabeazione sono presenti del fregi che riportano i simboli della famiglia [[Carafa]], gli stemmi familiari e la [[stadera]], che si ripetono anche sui dodici battenti del portone ligneo quattrocentesco sottostante mentre agli angoli interni del portale sono due ''angeli reggenti lo scudo familiare''. La trabeazione è sorretta da mensole laterali e sostiene sulla cornice busti che raffigurerebbero gli imperatori ''Claudio'' e ''Vespasiano'', mentre al centro si apre una nicchia con la statua di ''Ercole''. Sui due vertici alti dell'edificio, infine, sono scolpiti agli spigoli della facciata principale i volti di ''Diomede Carafa'' e di sua moglie.
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Nel cortile del palazzo è custodita inoltre la copia in terracotta della ''[[Testa di cavallo (Donatello)|Testa di cavallo]]'' bronzea, parte di un monumento equestre che [[Donatello]]<ref name=Mazz/> non ultimò mai per il re [[Alfonso V d'Aragona]]. La scultura donatelliana rimase in loco fino al 1809, quando l'ultimo principe Carafa di Colubrano la donò al [[Museo archeologico nazionale di Napoli]], sostituendo così l'originale con la copia in terracotta, che fu in quest'occasione addossata alla parete di fondo del cortile.
== Note ==
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* [[Rinascimento napoletano]]
* [[Carafa (famiglia)]]
== Altri progetti ==
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