Provincia di Piacenza: differenze tra le versioni

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Dopo la caduta dell'[[Impero romano d'Occidente]], Piacenza fu inizialmente occupata dai [[Bizantini]], venendo, poi, conquistata dai [[Goti]] guidati da [[Totila]] nel 546<ref name=treccani/><ref>{{cita|Rossi|p. 59}}.</ref><ref name=longobardi>{{cita news|url=https://www.parrocchiapontenure.it/levangelizzazione-del-territorio-piacentino-un-ciclo-conferenze-mons-ponzini/la-presenza-longobarda-nel-territorio-piacentino/|titolo=La presenza longobarda nel territorio piacentino|pubblicazione=La Torre|anno=2014|numero=12}}</ref>. Indicatori di insediamenti gotici nel circondario sono ad esempio i [[Toponimo|toponimi]] ''[[Gossolengo]]'' e ''Gódi'' ([[Frazione (geografia)|frazione]] di [[San Giorgio Piacentino]])<ref>{{cita libro|autore=Giovan Battista Pellegrini|titolo=Toponomastica italiana|editore=Ulrico Hoepli Editore|città=Milano|anno=1990|capitolo=Elementi postlatini (germanici, slavi, arabi)|pp=265-266}}</ref>. La città fu però riconquistata dalle forze bizantine dopo alcuni anni, ma nel 570 fu presa dai [[Longobardi]]<ref name=treccani/><ref name=longobardi/>, giunti nell'[[Italia settentrionale]] due anni prima<ref>{{sapere|Longobardi+o+Langobardi.html|Longobardi}}</ref>. Essi trovarono un centro, Piacenza, ancora piuttosto ricco nonostante la crisi generale<ref name=perc>{{cita|Percivaldi|pp. 119-120}}.</ref> e nel 576 vi costituirono un [[Ducato di Piacenza|ducato]], occupando il Piacentino probabilmente alla fine del [[VI secolo]]<ref name=storiaER>{{cita|Rinaldi|p. 66}}.</ref>.
 
Nel 614 venne fondata l'[[abbazia di San Colombano]] di [[Bobbio]]. L'importanza del territorio aumentò ulteriormente dopo la fondazione del monastero, essa fu matrice di altre fondazioni regie sia in Emilia che nel territorio longobardo<ref name=perc/>.
 
Si è ritenuto che alla fine dell'[[VIII secolo]] la zona fosse divisa in tre distretti: uno costituito dalla città di Piacenza e due organizzati nelle campagne, autonomi dal primo e situati tra la via Emilia e l'[[Appennino piacentino|Appennino]]<ref name=storiaER/>. Si sarebbe trattato rispettivamente di ''fines Placentina'' tra la città e la circostante pianura, ''iudiciaria Medianense'' in val Trebbia e val Nure, e ''fines Castriarquatense'' nella zona collinare e montuosa del Piacentino orientale, ma che da ulteriori indagini sembrano corrispondere più ad uno schema di riferimento ideale che a effettivi organismi amministrativi<ref>{{cita|Musina||}}</ref>.