Al Bano: differenze tra le versioni
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Respinta dal [[giudice istruttore]] la richiesta di sospensione del procedimento, da un lato Al Bano proponeva la causa di merito innanzi al Tribunale di Roma, dall'altro Michael Jackson veniva raggiunto da un decreto di citazione a giudizio per il reato di plagio, il cui dibattimento incominciava dinanzi al Pretore Penale di Roma il 25 settembre 1995. Jackson nel 1997 si presentò al processo in corso a [[Roma]],<ref>Paolo Boccacci ed Elsa Vinci, ''L'imputato Jackson un giorno in pretura'', da [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] del 5 febbraio 1997, pag. 9</ref> nell'aula numero cinque della Pretura di piazzale Clodio, rispondendo alle domande delle due parti. Nel marzo 1997 la prima sezione del Tribunale di Roma revocava l'ordinanza cautelare di tre anni prima: nella motivazione del provvedimento, i giudici scrissero: «Manca, allo stato degli atti, una prova attendibile e convincente che Jackson abbia avuto conoscenza del brano musicale realizzato da Al Bano. Enti statunitensi deputati al deposito delle opere musicali, conformi sostanzialmente alla [[Società Italiana degli Autori ed Editori|SIAE]], hanno escluso che il brano di Al Bano Carrisi sia mai stato pubblicato e diffuso negli U.S.A.».
La decisione del Tribunale annullò il sequestro dell'album di Michael Jackson, lasciando sospesa la decisione rispetto al reato di plagio.<ref>Carlo Moretti, ''Albano-Jackson, il giudice: nessuna prova del plagio'', da [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] del 20 marzo 1997, pag. 43</ref> Il 20 novembre 1997 la prima sezione del Tribunale civile di Milano stabilì che non c'era stato alcun plagio vero e proprio da parte di Jackson, ma che il suo pezzo e quello di Al Bano erano "privi di originalità" in quanto entrambi vagamente ispirati da
L'11 maggio 1999 il Pretore Penale di Roma Mario Frigenti condannò Michael Jackson per il delitto di plagio attribuendo finale e decisivo rilievo al {{Chiarire|criterio "statistico"}}. Jackson fu multato per una somma di 4 milioni di lire ma non 5 miliardi come richiesti da Albano, ma gli furono concesse le attenuanti, la [[sospensione della pena]] e la [[Non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale|non menzione]]. Alla pop star furono addebitate le sole spese processuali e tutto fu riversato a carico di Al Bano.<ref>Elsa Vinci, ''Sì, Jackson ha copiato'', da [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] del 12 maggio 1999, pag. 25</ref>
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