Vittorio Alfieri: differenze tra le versioni

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=== Autobiografia ===
Alfieri cominciò a scrivere la propria biografia (la ''[[Vita scritta da esso]]'' ) dopo la pubblicazione delle sue tragedie. La prima parte fu scritta tra il 3 aprile ed il 27 maggio [[1790]] e giunge fino a quell'anno, la seconda fu scritta tra il 4 maggio ed il 14 maggio [[1803]] (anno della sua morte).<ref name="Ricciardi1977">{{cita libro |autore=Vittorio Alfieri |titolo=Opere / Vittorio Alfieri; introduzione e scelta di Mario Fubini; testo e commento a cura di Arnaldo Di Benedetto |operacollana=La letteratura italiana (50) |volume=1 |anno=1977 |editore=Ricciardi |città=Milano, Napoli |sbn=IT\ICCU\SBL\0160379}}</ref> "La vita" è universalmente considerata un capolavoro letterario, se non il più importante, sicuramente il più conosciuto, infatti, secondo M. Fubini, l'Alfieri fu per molto tempo l'autore della "Vita", che ancora inedita, [[madame de Staël]] leggeva rapita in casa della contessa d'Albany e ne scriveva entusiasta al Monti.<ref name="Ricciardi1977" /> Non a caso l'opera all'inizio del [[XIX secolo]] venne tradotta in [[lingua francese|francese]] ([[1809]]), [[lingua inglese|inglese]] ([[1810]]) [[lingua tedesca|tedesco]] ([[1812]]), e parzialmente in [[lingua svedese|svedese]] ([[1820]]). In quest'opera analizza la sua vita come per analizzare la vita dell'uomo in generale, si prende come esempio. A differenza di altre autobiografie (come ad esempio le ''Mémoires'' di [[Carlo Goldoni|Goldoni]]) Alfieri risulta ''molto autocritico''. In maniera cruda e razionale, egli non si risparmia neppure quando deve accusare il suo modo di fare, il suo carattere eccentrico e soprattutto il suo passato; tuttavia, Alfieri non ha né rimorsi né rimpianti per quest'ultimo.<ref name="Ricciardi1977" />
[[File:Vittorio Alfieri.jpg|miniatura|Vittorio Alfieri]]