Monumento al Leone di Giuda: differenze tra le versioni

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Il '''monumento al Leone di Giuda''' è una statua del [[Leone di Giuda]], simbolo degli [[Imperatori d'Etiopia|imperatori etiopi]] e dell'[[Etiopia]], posta di fronte alla [[stazione di Addis Abeba|stazione ferroviaria]] di [[Addis Abeba]], capitale dell'[[Etiopia]]<ref name="Lonely Planet">{{cita libro|titolo=Etiopia e Eritrea|curatore=Jean-Bernard Carillet|curatore2=Stuart Butler|curatore3=Dean Starnes|editore=Lonely Planet|anno=2010|ISBN=9788860405456978-88-6040-545-6|url=https://books.google.it/books?id=57h3yijkYEUC&pg=PA89}}</ref> .
 
La statua è particolarmente nota in Etiopia per un episodio di protesta contro il [[colonialismo italiano]] avvenuto nel 1938 a [[Roma]] (dove la scultura era stata ricollocata) per mano di [[Zerai Deres]], che per tale gesto è celebrato dalla storiografia etiope quale patriota ed eroe nazionale.
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La statua del leone venne collocata sotto l'[[Monumento ai Caduti di Dogali|obelisco degli Eroi di Dogali]], poco oltre [[piazza dei Cinquecento]], l'[[8 maggio]] [[1937]], in occasione dell'anniversario della proclamazione dell'[[Impero italiano]].
 
Il 15 giugno 1938 il giovane interprete eritreo [[Zerai Derres]] mise in atto davanti al monumento una protesta contro l'[[occupazione italiana dell'Etiopia]], ferendo diverse persone con una [[scimitarra]] dopo essere stato interrotto in un atto di devozione del leone di giuda.<ref name=Messaggero>{{citeCita news|titletitolo=Tre persone ferite da un eritreo impazzito|journalrivista=[[Il Messaggero]]|datedata=17 giugno 1938-06-17|p=4|language=it|url=http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/BVE0664750/1938/n.143%7C}}</ref> Per tale motivo venne arrestato ed in seguito internato nell'[[ospedale psichiatrico giudiziario]] di [[Barcellona Pozzo di Gotto]], in cui rimase fino alla morte avvenuta nel 1945.<ref>{{citeCita booklibro|firstnome=Nicholas|lastcognome= Lucchetti|titletitolo=Dallo scandalo Livraghi ai fratelli Derres. Saggi sul colonialismo italiano|locationcittà=Tricase|yearanno=2013|publishereditore=Youcanprint|isbn=978-88-911-1701-4|language=it}}</ref> Tuttavia, gli storici contemporanei<ref name="Berhane">{{cita libro|titolo=Zeray Deres, 1914–1945|autore=Hedat Berhane|pubblicazione=IVth Year Essay|editore=Dipartimento di storia - Università Haile Selassie|anno=1976|città=Asmara}}</ref><ref>{{cita libro|autore=[[Alberto Sbacchi]]|titolo=Ethiopia under Mussolini: Fascism and the Colonial Experience|città=Londra|anno=1985|p=138|lingua=en}}, citato in {{cita libro|autore=Lionel Cliffe|autore2=Basil Davidson|titolo=The Long Struggle of Eritrea for Independence and Constructive Peace|lingua=en|p=71|url=https://books.google.it/books?id=vjZhFR3vTvgC&pg=PA71&lpg=PA71}}</ref><ref name=Triulzi>{{cita libro|autore=[[Alessandro Triulzi]]|curatore=Paolo Bertella Farnetti|curatore2=Cecilia Dau Novelli|titolo=Across the Mediterranean. Acknowledging Voices and Silences of (Post)Colonial Italy|operacollana=Colonialism and National Identity|editore=Cambridge Scholars Publishing|anno=2015|pp=161-176|lingua=en|url=https://www.academia.edu/17452956}}</ref><ref name=Bureau>{{cita libro|nome=Jacques|cognome=Bureau|titolo=Ethiopie. Un drame impérial et rouge|città=Parigi|editore=Ramsay|anno=1987|pp=21–32|lingua=fr|url= http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k33347298/f29.item.zoom}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|nome=Éloi|cognome=Ficquet|titolo=La stèle éthiopienne de Rome: Objet d’un conflit de mémoires|pubblicazione=Cahiers d'Etudes africaines|numero=XLIV|anno=2004|pp=375–376|lingua=fr|url=http://www.museobadoglio.altervista.org/docs/cea173-174-2004_369-385_ficquet.pdf}}</ref> sono unanimi nel dubitare che Zerai fosse mentalmente instabile. Per tale gesto Deres è considerato nella sua patria e in Etiopia un eroe nazionale<ref>{{cita web|titolo=The Global Security Architecture, Human Rights Violations and the UN in the 21st Century Part I|sito=Ministero dell'informazione dell'Eritrea|data=7 ottobre 2015-10-07|lingua=en|url=http://www.shabait.com/articles/nation-building/20580-the-global-security-architecture-human-rights-violations-and-the-un-in-the-21st-century-part-i}}</ref>.
 
Il leone di Giuda rimase a Roma fino al 1960, quando fece ritorno in Etiopia dopo i negoziati di Addis Abeba. [[Haile Selassie]] partecipò in divisa militare alla sua nuova cerimonia di inaugurazione, ricordando anche il gesto patriottico di Zerai Derres.
 
Dopo la rivoluzione del 1974, il regime [[Derg]] pensò di rimuovere il monumento, simbolo della monarchia, ma un'associazione di veterani ''[[arbegnuoc]]'' sostenne che fosse un ricordo della resistenza etiope e simbolo dell'Etiopia. Il regime accettò di lasciare il monumento, che si trova ancora di fronte alla [[Stazione di Addis Abeba|stazione ferroviaria di Addis Abeba]]<ref name="monuments">{{cita web|titolo=Imperial Monuments of Ethiopia|data=2015-07-26 luglio 2015|lingua=en|url=http://www.angelfire.com/ny/ethiocrown/monuments.html}}</ref>.
 
==Descrizione==