Giampietro Campana: differenze tra le versioni

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==Dispersione==
La sua collezione fu sequestrata dallo Stato Pontificio. Un catalogo della sua collezione fu pubblicato nel 1858 e la collezione fu messa in vendita.<ref>{{cita pubblicazione | nome=Pompeo |cognome=[[Pompeo Fabri|Fabri]] |titolo=Il marchese Campana. Fallito tentativo di costituzione di una Soc. An. per Azioni onde impedire l'esodo all'estero delle sue collezioni |rivista=[[Strenna dei Romanisti]] |editore=Staderini Editore |città=Roma |volume=55 |anno=1954 |pp=181-185}}</ref> Opere della collezione Campana furono acquistate da grandi musei nazionali: il [[Museo dell'Ermitage]] di [[San Pietroburgo]]<ref>In particolare la''[[Venere Genitrice (scultura)|Venere Genitrice]]'', lo ''Jupiter Fidiacus'' dalla villa di Domiziano vicino al [[lago Albano]], e il busto ritenuto essere di Caio Mario, un dono per Campana da Pio VI; circa 500 vasi greci, tra cui la ''[[Hydria]]'' dalla Magna Grecia salutata come ''Regina Vasorum'', e 200 bronzetti sono al Museo Statale Hermitage, la trasformazione delle antichità dello zar ottenuta con l'acquisizione della collezione Campana è rilevato dal Museo Hermitage: [http://hermitagemuseum.org/html_En/05/hm5_1_24.html "1861: Purchase of the Marquis Gian Pietro Campana collection "] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080517083713/http://www.hermitagemuseum.org/html_En/05/hm5_1_24.html |data=17 maggio 2008 }}.</ref>, dove al curatore dello zar, [[Stepan Gedeonov]], fu offerto il diritto di scegliere gli oggetti dalla collezione prima dell'asta, il [[Victoria and Albert Museum]] di Londra ed il [[Metropolitan Museum of Art]] di New York.
 
[[File:Diadem pendant Louvre Bj405.jpg|thumb|upright|200px|left|Pendente greco di un [[diadema]], oro, perle e perle di vetro, III-II secolo a.C.; Parigi, Louvre]]
Nella speranza di trovare un acquirente, l'oro antico fu affidato all'atelier Castellani, fondato nel 1814 da [[Fortunato Pio Castellani]] (1794-1865), un orefice, [[antiquario]] e collezionista, il cui ''[[atelier]]'', nella produzione di gioielli e oreficeria, fu tra i primi a prendere ispirazione dall'oro dell'antichità, che era stato recuperato da Campana e da altri negli scavi della [[Campagna romana]] e in Etruria.<ref>Una selezione di gioielli Castellani è in mostra alla [[Gilbert Collection]] a Londra; altri sono visibili a [[Museo nazionale etrusco di Villa Giulia|villa Giulia]], accanto ad originali etruschi e romani.</ref> [[Augusto Castellani]] (1829-1914), uno dei figli di Fortunato Pio, studiò gli ori di Campana e fece sensibili restauri, che in alcuni casi produssero dei ''[[pastiches]]'', assemblati da antichi frammenti, e presentò un catalogo. Lo studio intimo degli originali rari suggerirono ai Castellani nuove tecniche di lavorazione e più ampi restauri intrapresi durante il periodo in cui ebbero a disposizione la collezione Campana e che in alcuni casi trasformarono gli originali. Ulteriori copie e le interpretazioni furono effettuate da Castellani in un raffinato gusto archeologico. La collezione Campana di oro antico, rimontato e restaurato da Castellani fu acquistato dallo Stato francese nel 1862 ed è conservato al Louvre.
 
Nove gallerie del Louvre contengono le ceramiche greche della collezione Campana.